Universi esistenziali. Non sprecare il tempo, non sprecare l’amore di Ann Napolitano

Il cielo grigio diventa più pesante e inizia a sputare pioggia. L’acqua è leggera, incolore, ticchetta sull’esterno dell’aereo. Nella cabina di pilotaggio vengono attivati i tergicristalli e i piccoli finestrini ovali che percorrono il velivolo sono lavati.

Il primo gennaio Edward indossa tutti gli strati di vestiti di Jordan che riesce a sovrapporre: mutande, calzamaglia, calze, maglia a maniche lunghe, maglia a maniche corte, felpa con cerniera, cappello di lana, scarpe da ginnastica rosse Converse troppo grandi.

Un volo diretto a Los Angeles avrà un tragico epilogo. Si parte da questo assunto fondamentale per immergerci nella lettura di Non sprecare il tempo, non sprecare l’amore, singolare romanzo curato da Ann Napolitano ed edito da Mondadori. La storia consta di due piani narrativi che si distinguono fin da subito: la durata del volo aereo con i passeggeri che conversano tra di loro, e la vita di Edward Adler, l’unico superstite. Il drammatico evento è quindi preceduto da un racconto a binari paralleli in cui si intrecciano gli universi esistenziali di alcuni dei passeggeri di quel volo.

La vita dei viaggiatori si dipana man mano che si prosegue con la lettura del romanzo. Li conosciamo a poco a poco: la famiglia di Edward, una giovane donna che scopre di attendere un bambino, un veterano di ritorno dall’Afganistan, un esperto di finanza e una donna che sta cercando faticosamente di chiudere una relazione matrimoniale complicata. Si tratta della narrazione di due mondi. Uno è sicuramente quello interiore, che si sviluppa attraverso dialoghi e riflessioni per tutta la durata del volo, dove ognuno dei protagonisti, raccontando qualcosa di sé, proietta il lettore su luoghi, eventi, ricordi raccontati con un ritmo sostenuto.

Veronica ad un certo punto sparisce e, rimasti privi di un punto focale i passeggeri prendono libri e riviste. Alcuni chiudono gli occhi. Le ventole diventano più rumorose. Un po’ perché il suono viene da sopra e un po’ perché è accompagnato da raffiche di aria gelida, quel sibilo mette la gente a disagio. Jane Adler si stringe nel maglione per combattere il freddo e si crogiola nel senso di colpa per non avere finito il copione.

E poi esiste il “dopo” per Edward: lo spaesamento iniziale, il riconoscersi come un fenomeno da prima pagina, l’impatto con una società avida di notizie e di dettagli sull’evento, l’impossibilità di vivere serenamente la propria adolescenza segnata invece già così tragicamente.

Edward si troverà a vivere in un mondo di adulti e gli stessi comportamenti, le azioni e soprattutto le scelte che egli si troverà a compiere fanno parte di un percorso lento. Prima dovrà fare i conti con un presente diverso, pesantemente doloroso, con un passato intriso di ricordi, che tornano e scompaiono improvvisamente. Non sarà un cammino semplice per lui.

Salgono in macchina e superano la folla che applaude e sventola striscioni, Edward li guarda dal finestrino. Alza una mano in segno di saluto e un uomo percuote l’aria con il pugno, come se il saluto di Edward fosse tutto ciò in cui riponeva la sua speranza.

Il trauma di essere l’unico sopravissuto. Chissà se Edward avrà immaginato un finale differente: Perché proprio lui? Un’esperienza devastante rivela invece la sua capacità di reazione. La vita va affrontata in ogni attimo, nel suo presente affrontando una cosa alla volta, pensando solo ai dieci secondi successivi e a tutto ciò che poi rappresenta il seguito.

Si tratta di un romanzo ben costruito, corposo, con una singolare struttura tematica molto documentata, ricca di particolari anche tecnici. È una storia che ne contiene molte altre, diverse tra di loro perché differenti sono i percorsi di ognuno. Un romanzo a tratti disorientante per il lettore proprio per la complessità degli eventi e degli stessi sviluppi raccontati sotto forma di flasback dai passeggeri.

È un racconto che si presta a diverse riletture da cui traspare una forza emotiva dirompente e che ci aiuta a riflettere molto sulle diversità dei percorsi e destini di tutti.

Ci insegna ad apprezzare ogni istante della nostra vita.

Mariangela Lando

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