Le crepe della storia. Elefteria di Istanbul di Kemal Yilmaz

Anni Cinquanta.

Com’era la situazione in Turchia negli anni Cinquanta? A riportarci all’interno di un momento storico sociale completamente differente rispetto alla situazione europea del periodo è Elefteria di Istanbul, l’ultimo romanzo di Kemal Yilmaz pubblicato da Francesco Brioschi Editore. Siamo nel settembre del 1955 e a Istanbul accadono alcuni eventi che andranno a colpire la minoranza greca tra il 6 e il 7 settembre  dello stesso anno. A soccombere saranno anche gruppi di ebrei e armeni che avevano le loro attività commerciali ben avviate da molto tempo. La comunità greca venne assaltata drammaticamente e furono distrutte e saccheggiate molte abitazioni.

Questo drammatico scenario fa da sfondo al romanzo in oggetto. È la storia di una donna, Elefteria, e del ricordo che sopravvive nella ricerca delle proprie tradizioni affidato alla figlia, una meravigliosa creatura a cui Elefteria dona un nome singolare e suggestivo, Magnolia.

A lei fanciulla aveva raccontato quelle fiabe e quei racconti-guida che la riportano ad un viaggio a ritroso emozionante, seppur a tratti doloroso per l’intensità tragica degli eventi vissuti.

Magnolia porta in eredità tutta la forza e la bellezza materna.

I ricordi non sono ricercati in modo insistente. Piovono addosso inesorabilmente, con forza e la disorientano. La giovane non se la sente di interrompere quel flusso di coscienza perché ascoltare dagli altri le storie vissute dalla sua famiglia la conforta e la rasserena.

Come un viaggio indietro nel tempo, Nikolai si ritrovava faccia a faccia con la figlia di Elefteria, la sua vicina di casa, l’amica che era abituato a vedere tutti i giorni – Quanto le somigli!-

Glielo dicevano tutti, quando la madre era viva, ma dopo la sua morte era la prima volta che Magnolia se lo sentiva ripetere.

Ma quando le pongono quella inevitabile domanda – Ma lei se li ricorda gli avvenimenti del 6 e 7 e  settembre?– la giovane non risponde perché questi accadimenti rappresentano qualcosa di molto lontano per lei. Seppur siano state giornate che hanno avuto un peso incredibile sulla vita e su quella di molti dei suoi concittadini, la verità entra nelle fibre della sua anima lentamente e anche con un certo peso. La sua bellissima Istanbul era stata barbaramente attaccata e le crudeltà avevano riguardato  la sua famiglia.

Magnolia ascolta la storia e il percorso doloroso di quei  giorni. Presta attenzione ad ogni parola per comprendere le vicende di sua madre. Scopre tanti dettagli, usanze e particolarità da cui apprende il motivo dello svolgersi degli eventi.

Di certo c’era solo qualcuno che voleva cacciare i greci che quindi avevano dovuto abbandonare tutto. Nessuna città era bella come la sua Istanbul, ma qualcosa si era spezzato ed era stato costretto a rifugiarsi ad Atene, un luogo senza amici, senza radici. Il 6 e 7 settembre di quell’anno sono date che nessuno vuole ricordare. Quante vite distrutte, perse. Quante violenze inimmaginabili hanno travolto persone comuni, la loro vita ordinaria, pacifica. E, alla base, nessuna ragione perché un turco o un greco si odiassero.

La giovane ragazza ora a passeggio sulle rive del fiume Bosforo e in altri luoghi simbolo della città, non ha mai vissuto le esperienze che hanno travolto la sua famiglia, ma è proprio da quei posti che vuole ripartire per far luce su quelli che rappresentavano i suoi sogni da bambina e in seguito di donna. Ed è riscoprendo le sue radici, l’antica casa appartenuta a sua madre, che incrocia le persone protagoniste degli scontri di quei tragici giorni.

Era un’Istanbul molto diversa da quella che conosce. I ricordi affiorano a poco a poco: la scuola dove aveva studiato, il vicolo dov’era nata sua madre, le persone che gravitavano attorno, i vecchi amici di sua madre.

Rimane ad ascoltare cosa accadde veramente: i segni posti alle case e alle botteghe dei greci, il vicolo dove vivevano i suoi completamente saccheggiato, le devastazioni e le barbarie subite.

In alcune persone vive un mostro, un mostro che si nasconde e che esce allo scoperto non appena ne ha l’occasione. E quando esplode travolge le sue vittime senza badare se sono innocenti o meno.

Questo romanzo è un’altra toccante pagina di verità.

Certi eventi cambiano radicalmente la vita delle persone condizionando di molto l’esistenza di chi ne raccoglie la testimonianza. Ecco perché la Storia andrebbe continuamente riscritta, rivista e analizzata di nuovo.

L’uscita di un diario, di una lettera, di una nuova testimonianza offre una rilettura e una visione diversa da cui ripartire per proporre altre interpretazioni.

Le crepe tragiche della Storia possono oscurare o rivelare, come in questo romanzo, nuove realtà di vita.

Mariangela Lando

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