La belle peintre: Berthe Morisot

Ho visitato finalmente la mostra Monet e gli Impressionisti con i capolavori dal Musée Marmottan Monet di Parigi al Palazzo Albergati di Bologna. Dopo il posticipo dal 12 Marzo dovuto al lockdown, la mostra tanto attesa e organizzata dal Gruppo Arthemisia ha aperto i battenti. L’occasione è davvero unica perché per la prima volta dalla fondazione del celebre Museo parigino nel 1934 il corpus di opere uniche, molte delle quali mai esposte altrove nel mondo, viene prestato. Sono 57 i capolavori dei maggiori esponenti dell’Impressionismo francese.

Una dei protagonisti è l’impressionista  Berthe Morisot (1841–1895), sicuramente una delle più grandi pittrici francesi del XIX secolo. Dotata di un tratto espressivo unico che sa di innocenza, delicatezza e armonia. Donna discreta ma dotata di fascino tanto da essere prima musa per poi uscire dalla tela di uno dei più grandi pittori impressionisti di sempre – era modella di Manet – per diventare un soggetto espressivo unico. I suoi propositi pittorici appaiono estremamente moderni e vicini a chi ama l’istante inafferrabile e la suggestione di una realtà che viene riprodotta con tratti sottili ed essenziali. A lei è dedicata tutta la seconda sezione della mostra bolognese.

Dagli anni novanta il Musée Marmottan Monet ospita la prima collezione al mondo di opere di Berthe Morisot perché gli furono offerte dai discendenti della figlia di Berthe e Ėugene Manet (fratello di Ėdouard), Julie Manet. Immancabile non poteva essere il suo ritratto, eseguito da Pierre-Auguste Renoir nel 1894 (Ritratto di Julie Manet) quando la fanciulla aveva sedici anni.
Oltre ai capolavori di Berthe Morisot, il lascito di Annie Rouart (nuora di Julie) comprende le opere di maestri e amici di famiglia come Camille Corot, Édouard Manet e gli altri colleghi impressionisti i cui capolavori presenti in mostra sono la testimonianza dei primi passi del movimento.
In questa sezione l’opera Giove e Antiope (1856) di Manet (ispirato all’omonimo dipinto di Tiziano) evoca l’incontro di Berthe Morisot con Claude Monet avvenuto nel 1868 al Louvre mentre i due copiavano i capolavori del museo. Accanto il Ritratto di Berthe Morisot distesa (1876) a prova della sua attività di modella: posò infatti per Manet fino al 1874, anno del suo matrimonio con Eugène.

Morisot fu una delle poche donne che espose sia al famoso Salon di Parigi che con gli impressionisti francesi. Il suo lavoro squisito raffigura il mondo della borghesia parigina: i loro vestiti, i loro stili di vita, i loro dintorni e le loro relazioni. Veniva da una famiglia agiata e molto colta, il nonno materno era un famoso pittore e i genitori agevolavano la vena artistica dei figli in ogni modo, arrivando persino a costruire loro uno studio in casa. Il grande problema per Berthe Morisot era però quello di essere nata donna in un periodo in cui le scuole d’arte erano assurdamente riservate ai soli uomini. Da piccola riceve un’educazione artistica all’Ėcole des Beaux-Arts e studia arte nello studio privato di Joseph Guichard. Riconosciuto il grande potenziale artistico, inizia a copiare dal vivo le opere del Louvre. Dopo avere conosciuto Henry Fantin-Latour, un artista francese che realizza opere senza seguire gli insegnamenti accademici, Berthe chiede al maestro Guichard di impartirle lezioni di pittura en plein air per cogliere le sottili sfumature che la luce genera su ogni particolare.

Analizzando l’opera della belle peintre, George Augustus Moore, scrittore e critico d’arte, scrisse:

“Soltanto una donna ebbe la capacità di creare uno stile, e quella donna fu Berthe Morisot. I suoi quadri sono le uniche opere che non potrebbero essere distrutte senza creare un vuoto, uno iato nella Storia dell’Arte.”

Fu l’unica donna a partecipare alle radici del movimento impressionista, esponendo nella celebre mostra mostra della Société anonyme coopérative des artistes peintres, sculpteurs, graveurs et lithographes presentata a Parigi nello studio del fotografo Nadar che avrebbe dato inizio al mito dell’impressionismo nel 1874. Possiamo dire che nel panorama impressionista la pittura di Berthe Morisot è tra le più visionarie e fantasiose.

Berthe Morisot, Donna con ventaglio o Il ballo, 1875

Nel 1876, partecipa alla seconda edizione e vi presenta in particolare Donna con ventaglio.
L’opera appartiene a un gruppo di ritratti di fanciulle in abito da ballo. Qui, Berthe Morisot fa posare una modella sconosciuta nel suo appartamento in avenue d’Eylau di cui sullo sfondo si riconoscono le piante. L’interesse dell’artista si concentra sulla resa dell’abito e dei suoi accessori. La mussola del corpetto, i guanti del ventaglio con dominante bianca contrastano con la capigliatura, lo sguardo e alcuni fiori scuri. Tocchi di giallo, rosso, blu e verde ravvivano l’opera e completano la limitata gamma cromatica caratteristica del 1875.

Berthe Morisot, Il porto di Nizza, 1882

Nell’inverno del 1882, Berthe Morisot viaggia con Julie nel Midi. In occasione di un passaggio a Nizza, realizza varie tele tra cui questa piccola veduta del porto. Come i colleghi impressionisti, Berthe cerca di rinnovare la pittura del paesaggio privilegiando punti di vista originali. In Costa Azzurra decide di dipingere sull’acqua e si sistema su una barca allestita per l’occasione come studio. Questa visione ravvicinata le ispira una composizione audace dedicata per i due terzi all’elemento acquatico e per il resto alla brillante descrizione della città e dei suoi dintorni verdeggianti. La pennellata rapida e visibile, le tonalità chiare, la scomparsa quasi completa del nero sono caratteristiche dell’impressionismo di cui questa veduta del porto di Nizza è un notevole esempio. L’opera figura nel marzo 1882 alla settima esposizione del gruppo, una manifestazione in parte finanziata da Berthe Morisot e dal marito.

Berthe Morisot, Sul melo, 1890

Preoccupata per la fragile salute del marito Eugène Manet, Berthe Morisot decide di affittare a Mézy, angolo di campagna che fiancheggia la Senna a una quarantina di chilometri da Parigi, la maison Blotière per due estati consecutive (1890 e 1891). Nel corso di questi due soggiorni, l’artista, che si è attrezzata uno studio nel granaio, dipinge almeno trentacinque tele, altrettanti pastelli e qualche acquarello e disegno. Berthe Morisot dedica buona parte del suo tempo a rappresentare la figlia Julie, spesso in compagnia della cugina Jeannie Gobillard. Appollaiata Sul melo, Julie è vista di profilo, con il cappello di paglia appeso a un ramo. Dietro il tronco appare il volto appena abbozzato di Jeannie.
Ignorando l’aneddoto della scena di genere a beneficio dello studio del movimento e del colore, la pittrice usa una pennellata fluida, lunga ed espressiva che permette ai personaggi di essere parte integrante del paesaggio.

Berthe Morisot, Pastorella sdraiata, 1891

Nel 1890 e 1891 Berthe Morisot trascorre l’estate a Mézy, comune del dipartimento degli Yvelines situato a una quarantina di chilometri da Parigi. Tra le piccole compagne che Julie incontra, una di queste, Gabrielle Dufour, posa occasionalmente per sua madre.
Nel 1891 fa in particolare da modella per questa Pastorella sdraiata. Vestita con una gonna lilla, una camicia bianca e uno scialletto rosso aranciato, la ragazzina è sdraiata sull’erba all’ombra di un pero, con la sua capretta Colette. Il tracciato delicato della sua sagoma testimonia l’interesse rinnovato di Berthe Morisot per il disegno, una preoccupazione che condivide con un altro pittore figurista, l’amico Pierre-Auguste Renoir. Delle tre versioni che si conoscono della Pastorella sdraiata, quella del Musée Marmottan Monet è l’unica a comparire, nel 1892 da Boussod et Valadon, nell’unica mostra personale che sia stata dedicata a Berthe Morisot mentre era in vita.

Berthe Morisot, Sottobosco in autunno, 1894

Avendo abitato fin dall’infanzia nel XVI arrondissement di Parigi, Berthe Morisot è una frequentatrice abituale del Bois de Boulogne fin dall’infanzia. Questo luogo naturale parigino le offre un terreno fecondo per la sperimentazione plastica. Vi realizza numerose opere come Sottobosco d’autunno.
Come è sua abitudine, l’artista comincia a lavorare ad acquerello. Questo foglio preparatorio realizzato all’aperto le permette di riprendere nella comodità del suo hôtel particulier la composizione, stretta sul tronco d’albero in primo piano. In quest’opera, l’arte della pennellata documenta ogni cosa: l’ora, la stagione. I colori fulvi indicano chiaramente il periodo autunnale. Seguendo un procedimento che le è caro, man mano che ci si allontana dal centro della tela, il tratto si fa meno preciso e la pennellata più libera negli angoli. Questa dissoluzione delle forme, ai limiti della figurazione, è tipica degli ultimi paesaggi di un’artista che diede un notevole contributo al rinnovamento della pittura di paesaggio.

Un’artista unica e incredibile. Eppure quando morì nel 1895 il funzionario incaricato nel redigere il suo certificato di morte indicò “senza professione”. Nel cimitero di Passy vicino Parigi la sua lapide ha una sola scritta “Berthe Morisot, vedova di Eugène Manet”. Nessun riferimento alla sua carriera di donna artista. Nelle sue pitture Berthe fissa attimi di vita moderna, come ad esempio l’intimità della vita borghese, il gusto della villeggiatura e dei giardini, l’importanza della moda e il lavoro domestico femminile, temi intimi forse maturati a seguito di continui giudizi in strada da parte di una società reticente ad accettare la sua condizione sociale di donna artista. Nelle sue opere si legge spesso la critica alla relegazione della donna alla sfera domestica, essendo l’accesso allo spazio pubblico limitato per le donne per bene. Esprime il suo estro artistico dipingendo preferibilmente ambienti con donne e bambini, in parte perché la sua condizione di donna le precludeva di girovagare liberamente come i colleghi uomini. Eppure il suo punto di vista non appare limitato: anzi, si potrebbe definire come meglio ravvicinato, dato che permette una vera e propria partecipazione alle sensazioni dei personaggi. In effetti i bambini e le adolescenti di Berthe esprimono stati d’animo specifici e un’ottica propria. Con la sua tecnica diretta, la pittrice indaga non solo il fenomeno percettivo ma anche un’attenta varietà di emozioni. Non a caso dall’Impressionismo evolverà l’Espressionismo e Morisot è grande parte artefice dell’evoluzione.

Note

Immagine di copertina: Édouard Manet | Ritratto di Berthe Morisot distesa | 1873 Musée Marmottan Monet

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