I am an outsider – Bunny di Mona Awad

Suddenly, something has happened to me
As I was having my cup of tea
Suddenly, I was feeling depressed
I was utterly and totally stressed
Do you know you made me cry?
Do you know you made me die?

And the thing that gets to me (thing that gets to me)
Is you’ll never really see (never really see)
And the thing that freaks me out (thing that freaks me out)
Is I’ll always be in doubt (always be in)

(Animal instinct – Cranberries)

Ho sempre ritenuto che ognuno di noi abbia con una parte di sé – quella più istintiva, quasi animalesca – un rapporto di forte conflitto. La temiamo, ma allo stesso tempo non possiamo liberarcene. E viene fuori, non necessariamente e soltanto nei momenti di rabbia, ma ci vergognano ad ammetterlo, forse addirittura a riconoscerla.

In Bunny (Fandango Libri) è sconcertante come Mona Avyd riesca a descrivere lucidamente, sviscerandolo, questo istinto che abita la protagonista.


Samantha Heather Mackey è un’outsider alla Warren University, la costosissima scuola nella quale frequenta un corso iperselettivo di scrittura creativa. È finita alla Warren perché hanno visto in lei un talento per la scrittura, ma Samantha ha una fantasia troppo cupa, troppo contorta e troppo fuori dagli schemi per poterle permettere di essere accettata dalle Bunny, un gruppetto di ragazze ricche che seguono con lei il corso di scrittura.

Le chiamiamo Bunny perché questo è il nome che usano tra di loro. Sì, dico sul serio. Bunny.

Per esempio:

Ciao, Bunny!

Ciao, Bunny!

Che cos’hai fatto ieri sera, Bunny?

Sono stata con te, Bunny- Te lo ricordi, Bunny?

Oh, è vero Bunny, eravamo insieme, ed è stata la serata più divertente di sempre.

Ti voglio bene, Bunny. Ti voglio bene anch’io, Bunny.

Ma cosa accade se una come Samantha a un certo punto finisce per essere risucchiata da questo mondo fatto di vestiti pastello, cupcake colorati e strani riti creativi?

E soprattutto, come può accadere che una come Samantha decida improvvisamente di mollare quanto ha di più caro, Ava, ex studentessa di arte che detesta tutto ciò che ruota attorno alla Warren o che ne fa parte, per diventare anche lei una Bunny?

Mona Awid tocca un tema che interessa ogni generazione di giovani: l’accettazione. Samantha odia le Bunny e tutto ciò che rappresentano, ma ne è anche attratta. Loro hanno la casa che lei vorrebbe, gli agi e il lusso che di certo non disdegnerebbe, una famiglia con cui passare le vacanze. Loro possiedono tutto ciò che lei non ha e non ha mai avuto; e questo la tenta.

Una scrittura misteriosa, cupa – a tratti anche troppo – trascina il lettore in un vortice di sentimenti e di azioni dietro ai quali facciamo quasi fatica a tenere il passo. Eppure, se dovessi definire il ritmo di questa narrazione non userei sicuramente il termine incalzante.

Al contrario, l’impressione è quella di star vivendo in un tempo sospeso, dove facciamo fatica a distinguere cosa è reale e cosa no. Leggere Bunny è un po’ come ascoltare un disco che salta e, all’improvviso, ci ritroviamo alla canzone successiva senza aver colto le ultime parole della precedente.

Ma dietro a un humour cupo, con tinte horror e esoteriche, si nasconde la storia più comune di tutte: quella di una ragazza che sta vivendo un cambiamento, che ha bisogno di certezze che può trovare solo perdendosi, osando e sperimentando. L’elemento della fisicità è centrale in questo romanzo e l’autrice la descrive senza mezzi termini.

Bunny è un romanzo da leggere, ma non è un romanzo per tutti.

È il libro con cui è stata inaugurata la collana Weird Young della Fandango Libri, e questa è senza dubbio la definizione migliore che di questo romanzo si possa fornire. Bunny è una delle letture più intense, a tratti disturbante, che io abbia mai affrontato, ma anche una di quelle che meglio descrive il senso di inadeguatezza dell’odierna generazione di giovani.  

I am an outsider
I don’t care about the in-crowd, no
Better off on my own now
I am an outsider
I don’t care about the in-crowd, no
I’m better off on my own now

I don’t wanna be any part of your scene
I don’t believe what you believe
I’d rather be faceless in the dark
Than be so fake like the way you are
Yeah that’s why I stay so far away from you

(I Am An Outsider – Three Days Grace)

Per l’immagine nell’articolo: https://bit.ly/2JR5VYO.

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