Nonostante tutto – Esistono le anime gemelle?

Non sono mai stata un tipo troppo romantico. Non mi piace ricevere fiori, nella mia vita ho festeggiato San Valentino soltanto una volta e sono abbastanza schiva. Ognuno è fatto a modo suo. Anni fa parlavo con una persona di amore e di relazioni e le ho detto: «Credo che le anime gemelle non siano destinate a stare insieme», un pensiero tragico che ricorre anche nelle grandi storie d’amore di ogni letteratura. Eppure, dopo aver letto Nonostante tutto di Jordi Lafebre, pubblicato in Italia da Bao Publishing, mi sono un po’ ricreduta. Non è soltanto una storia d’amore in termini classici, ma tocca sfere private che esulano dal narrare solo questo specifico sentimento perché dentro c’è tutto: la famiglia, il lavoro, i segreti, le difficoltà e anche il desiderio di cercarsi reciprocamente, oltre la distanza fisica e mentale.

Lafebre utilizza un espediente narrativo che rapisce: è una storia al contrario, che parte dal capitolo 20 per terminare al capitolo 1 e che ha come protagonisti Ana e Zeno che vediamo ringiovanire pagina dopo pagina. Fa sorridere la scelta, ovviamente voluta ma non forzata, dell’autore di scegliere la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto come iniziali per i suoi splendidi protagonisti, innamorati, sognatori e coraggiosi. Perché se è vero che la vita va in una direzione precisa, dall’inizio alla fine, è anche vero che si può viaggiare indietro nel tempo. Lo facciamo in continuazione attraverso i ricordi, gli aneddoti, i racconti, le storie, le canzoni ecc. ecc.

Ana e Zeno si incontrano per la prima volta dopo anni. È una giornata di pioggia, la sera sta calando eppure una luce rischiara i loro volti radiosi. Emozionati, i due oltrepassano un ponte, scambiandosi alcune battutine ironiche e buffe, sembrano due adolescenti che hanno appena iniziato a frequentarsi. Ana è da poco andata in pensione dopo aver svolto l’incarico di sindaco in una cittadina piena di gabbiani per diversi anni. Zeno, invece, viaggiatore, marinaio, eterno studente e libraio, ha deciso di vendere la storica libreria di famiglia.

Andando avanti (nella lettura) e indietro (nel tempo) la curiosità aumenta. Non si vuole soltanto scoprire come i due si siano effettivamente conosciuti, ma anche capire le scelte e le dinamiche di questo strano rapporto, fatto di un legame indissolubile ma allo stesso tempo altalenante. Ana e Zeno non potrebbero essere più diversi: lei è una donna risoluta, ancorata al posto in cui vive, certa di volere una vita tranquilla e soprattutto una stabilità; dall’altro lato c’è Zeno che sembra non riuscire a stare fisso in uno stesso posto per tanto tempo: gira il mondo sulle navi, fa ricerche per il suo dottorato in fisica, e torna raramente nella città piena di gabbiani. Zeno sembra una poesia e Ana un racconto. Eppure le loro vite si scontrano e bastano poche ore insieme per dare vita a un legame che si rinforza “nonostante tutto”.

Mentre Zeno girovaga, Ana ha messo su famiglia con Giuseppe con il quale ha avuto una figlia, Claudia, e lavora sodo, passa più tempo in ufficio che a casa, sacrifica molto della sua quotidianità perché crede fermamente nel suo lavoro. Anche se Zeno e Ana non si vedono da anni, lei attende sempre la chiamata serale di lui in ufficio ed entrambi riempiono il vuoto e la mancanza dell’altro grazie alle lettere, una corrispondenza epistolare romantica (talvolta anche piccante).

«Un tempo, la luna e la terra seguivano due traiettorie diverse. Ma, un giorno, si sono incrociate per caso ed è stato un colpo di fulmine. Ma non sono riuscite a fermarsi, né l’una, né l’altra. Hanno seguito le loro rispettive corse, ciascuna esercitando una forza di attrazione reciproca. E le forze si sono allineate così bene da permettere alla luna di girare intorno alla terra… ancora e ancora… Anche se non riescono ad avvicinarsi le loro orbite sono unite per sempre.»
«Quindi Luna e Terra vivere per sempre lontane?»
«In realtà è solo il loro modo per stare insieme. Se dovessero avvicinarsi, farebbero un sacco di danni.»

Nonostante tutto è un inno all’amore, quello complicato che ti rende felice e allo stesso tempo in subbuglio, quello che ti fa venire le farfalle nello stomaco e quello che rende ogni incontro speciale come se fosse la prima volta. L’amore tra Ana e Zeno fa da catalizzatore, ma c’è spazio – anche se ovviamente in forma minore – per gli altri personaggi: Giuseppe in primis, seguito da Claudia, Marta (assistente di Ana), Edna (personaggio dotato di una forza magnifica, ex assistente di Ana) e molti altri tra cui i diversi marinai, compagni di viaggio di Zeno. In forma corale tuttə, a modo loro, raccontano gli aspetti e le vicissitudini di questo sentimento di cui parliamo e scriviamo da secoli.

Grazie ad Ana e Zeno, che ci sembra di conoscere da sempre, impariamo che l’amore – quello vero, per quanto quest’aggettivo possa avere senso – è fatto di sacrifici che comportano l’attesa e la lontananza, ma anche di accettazione (che non vuol dire, però, sottomissione). L’amore dovrebbe andare di pari passo con la libertà, questa è una lezione importante da tenere a mente.

Inoltre, l’incantesimo provocato da questo fumetto non scaturisce soltanto dalla trama, ma anche dai disegni accurati, che lasciano a bocca aperta. Il tratto di Lafebre è distinguibile e maturo: i paesaggi e i colori scelti infondono pace, l’attenzione che il fumettista dà alla corporalità è affascinante, senza contare che gli sguardi trasognati, le espressioni cariche di stupore, stanchezza, malinconia e commozione dicono più di quanto ci possa dire una singola didascalia. La concatenazione, poi, tra la prima e l’ultima tavola è molto cinematografica.

Infine, il ponte su cui Zeno e Ana fanno la loro passeggiatina serale è un elemento narrativo che ci accompagna durante tutta la lettura e funge, anche, da metafora dell’amore: agli occhi dei più cinici è soltanto una costruzione atta ad agevolare il passaggio tra due punti, ma la passeggiata che intraprendono Ana e Zeno ci ricorda che l’amore è un percorso, più o meno lungo, da fare insieme, un sentimento inevitabile, ma impossibile. E Zeno e Ana, “divisi dall’infinito, uniti dall’orizzonte. Là dove due rette parallele finalmente si incontrano. Un giorno, forse, per sempre”, non sono altro che la dimostrazione e l’eccezione (almeno per me) che le anime gemelle, a volte, sono destinate a stare insieme, anche se occorre attendere trentasette anni.

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