“Invisibile” di Brenna Thummler – Una storia poetica dalle tinte pastello

Un giorno di molti anni fa la mia odontoiatra mi disse: «A volte diventiamo genitori dei nostri genitori». Ero piccola, ma quelle parole le ricordo ancora. Ci ho riflettuto molto negli anni e, onestamente, credo sia vero. Noi cresciamo, i genitori invecchiano e quando lo notiamo, iniziamo ad avere nei loro confronti un moto di apprensione che spesso ci fa sussultare. È quello che succede a Marjorie, tredici anni sulla carta ma molto più matura per la sua età, protagonista di Invisibile, esordio completo (sceneggiatura e disegni) nel mondo del fumetto di Brenna Thummler, pubblicato in Italia da Editrice Il Castoro. Avevamo avuto modo di osservare (e restarne ammaliati) le tavole disegnate da Thummler in Anna dai capelli rossi, adattamento a fumetti dell’omonimo e famoso romanzo, sceneggiato da Mariah Marsden (sempre edito da Editrice Il Castoro). I disegni dell’illustratrice sono incantevoli: paesaggi naturali dettagliati, arricchiti da una colorazione pastello che fa estraniare durante la lettura.

Anche in Invisibile le tavole sono magistrali. Non soltanto per quanto riguarda le ambientazioni, ma anche per le espressioni dei volti, i particolari, i continui cambi di palette che si alternano tra il mondo cittadino in cui abita Marjorie e il Regno dei Fantasmi in cui inizialmente si trova Wendell. Una storia intima, in cui il dolore emerge in modo prevalente e delicato.

La vita di Marjorie non è affatto semplice, soprattutto dopo la morte della madre che ha creato un vuoto nella famiglia, il padre soffre per la perdita della moglie, è depresso e fatica ad alzarsi dal letto. Nel frattempo Marjorie, oltre a frequentare la scuola media piena di ragazzine snob che la prendono in giro, deve districarsi tra lavoro e casa: gestisce da sola la lavanderia di famiglia e bada al fratello più piccolo facendogli anche da genitore. Nonostante tutti gli impegni, i compiti, le tremende lezioni di nuoto che riportano a galla un trauma, Marjorie si sente invisibile. Le signore che frequentano la lavanderia la rimproverano continuamente di non essere mai puntuale nelle consegne, il padre è assente e Mr. Saubertuck, un signore ficcanaso e subdolo, dà alla ragazzina del filo da torcere. Vorrebbe, infatti, rilevare la lavanderia per renderla una spa a cinque stelle, ma quel posto, con il profumo di bucato e i vestiti che sanno di pulito, ricorda a Marjorie la madre. Proprio per questo, sulle prime, rifiuta qualsiasi offerta. Gli unici momenti in cui la protagonista si sente leggera è quando suona il pianoforte.

Invisibile, ma stavolta per davvero, è invece Wendell, co-protagonista della storia, che abita nel Regno dei Fantasmi, popolato da lenzuoli animati, spiriti di defunti vecchi e giovani. Wendell, lo si capisce dai suoi atteggiamenti, è giovane e non si sente apprezzato e coinvolto – nella “vita” di tutti i giorni – dagli altri fantasmi. È per questo che decide di fuggire e tornare, clandestinamente, nel Regno degli Umani. Incantato da una sinfonia suonata da Marjorie, l’ectoplasma si rifugia all’interno della lavanderia. Inizialmente Wendell, curioso e un po’ combinaguai, apporta dei danni non indifferenti alla vita di Marjorie: mette in disordine il bucato nella lavanderia e spaventa la ragazzina che, al loro primo incontro, prova rabbia e spavento. Ma basta poco per affezionarsi a Wendell e a rendersi conto che i due vivono la stessa tristezza e la stessa solitudine e che sono molto più simili di quanto si possa immaginare tanto che la loro amicizia, con emozionanti colpi di scena, migliorerà le vite di entrambi e avrà risvolti inaspettati.

Brenna Thummler riesce a far vivere al lettore uno spettro (scusate il gioco di parole!) di emozioni forti e diverse. Si passa dalla tristezza alla gioia, dalla rabbia alla serenità (infusa soprattutto dagli splendidi scorci cittadini e floreali), dal pianto al riso e tutti gli stati d’animo sono vivi grazie al tratto che l’autrice utilizza per le espressioni dei personaggi, da quelli principali a quelli secondari. Per esempio si nota il disprezzo delle signore altolocate che frequentano la lavanderia, gli occhi assenti del padre, la furbizia di Mr. Saubertuck, la malinconia di Marjorie, l’imbarazzo di Wendell e via dicendo.

Invisibile è una storia delicata e poetica che tratta tematiche forti tra cui la solitudine e la morte delle persone care, ma racconta anche di perdono, di amicizia – che a volte è fatta di gesti silenziosi e poche parole – e ricorda a tuttə che abbiamo il diritto di dare sempre una seconda possibilità, soprattutto a noi stessi.

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