Bill di Helen Humphreys, una fiaba ai margini della società

È uscito lo scorso ottobre per la casa editrice Playground Bill della scrittrice e poetessa canadese Helen Humphreys (traduzione italiana a cura di Chiara Brovelli). Nella sua ultima opera la Humphreys racconta la storia, a tratti fiabesca, di un’amicizia fuori dal comune, riuscendo al tempo stesso a scrivere un romanzo sociale di grande attualità, benché ispirato a un fatto di cronaca avvenuto negli anni Quaranta.

È il Canada del 1947 quello in cui vive Bill. Bill che non prende mai la stessa strada due volte di fila. Bill che non ha una casa. Né una famiglia. Bill che non vuole stare in mezzo alla gente e che se ne infischia di quello che dicono gli altri. Bill, o Bill zampe di coniglio, come lo chiamano a Canwood, un uomo burbero e solitario che vive solo in una grotta nella collina e che non ha nessun amico, nessuno tranne Leonard Flint, un ragazzino di dodici anni.

E anche se l’amicizia tra Bill e Leonard è vista di cattivo occhio dagli abitanti del luogo e tutti addossano a Bill la colpa di aver avvicinato il ragazzo, Leonard sa che la verità è che è stato lui a iniziare. Gli si è attaccato alle calcagna un giorno in cui Bill stava vendendo i suoi portafortuna in paese e da quel momento non lo ha più lasciato in pace. Ha iniziato a tempestarlo di domande su come piazzare le trappole per catturare i conigli, come curare l’orto, come comportarsi con i cani e con il tempo ha cominciato a visitare Sugar Hill, la collina dentro la quale vive Bill.

Perché mai un vecchio barbone e un ragazzino di dodici anni dovrebbero essere amici? Cosa hanno in comune?
A dire il vero, una cosa che accomuna Bill e Leonard c’è. Entrambi sono degli esclusi, entrambi non sono mai stati accettati dalla comunità in cui vivono. Leonard si è trasferito a Canwood da due anni ma non è mai riuscito a farsi dei nuovi amici. A scuola è perseguitato dai bulli e a casa lo aspetta un padre violento e alcolizzato. Solo con Bill si sente davvero felice. I suoi silenzi, i suoi modi bruschi ma al contempo affettuosi sono capaci di regalargli una tranquillità che non ha mai provato prima.

Finché un evento improvviso e tragico non allontana i due amici per molti anni.

Leonard cresce e diventa un giovane talentuoso psichiatra di Weyburn, una clinica di igiene mentale all’avanguardia che cerca di reinserire i pazienti nella società e che conduce cure sperimentali con l’LSD. Questo nuovo importante lavoro sarà per Leonard l’occasione per sollevare il coperchio sul suo passato e sulla sua amicizia con Bill, per capire perché da dodicenne era così attratto da un uomo che aveva deciso di vivere ai margini della società e perché anche da adulto continua a essere ossessionato dalla sua figura.

I temi trattati nel romanzo sono innumerevoli; Bill parla di amicizia, di emarginazione e di violenza, ma è anche una riflessione sulla solitudine e sulla diversità. L’autrice riesce ad affrontare le tematiche in modo profondo e al contempo semplice, tanto che inizialmente sembra di leggere un romanzo per ragazzi. Ma andando avanti con la storia le atmosfere e i toni cambiano. Helen Humphreys fa crescere la sua scrittura insieme al protagonista, e trasforma una fiaba in un libro di profonda analisi sociale, dove i concetti di giusto e sbagliato vengono ribaltati e al lettore rimane il dubbio su quale sia il loro confine.

Alice Astrella

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