Buon cammino, Gianni!

È morto un grande scrittore, molto caro alla nostra redazione. Presentarlo in due parole è un’impresa. È stato un sensazionale autore comico negli anni Settanta. Una comicità serissima, in grado di dare una forte vitalità a chi legge quei libri. Ha lavorato con Italo Calvino, il quale spesso ne ammirava l’erudizione. Celati e Calvino sono due autori simili e diversissimi, entrambi però sapevano che per la letteratura era importante essere semplice.

Luigi Ghirri e Gianni Celati

Calvino cercava di diluire il suo carico di conoscenze, Celati cercava di abbandonarlo. Negli anni Ottanta ha scritto tre libri uno più bello dell’altro, Narratori delle pianure, Quattro novelle sulle apparenze e Verso la foce. È stato anche regista, saggista e traduttore. Era un instancabile viaggiatore, le cronache dei suoi viaggi sono gustosissime. È stato inoltre un maestro di scrittura, non nel senso convenzionale del termine. Non ha fondato scuole come molti altri, ma non si contano i libri i quali dimostrano alla prima riga che i loro autori non avrebbero cominciato a scrivere se non ci fosse stato Gianni Celati.

È arduo dire in cosa sia stato migliore, ma non importa perché è indubbia la qualità della sua scrittura ed è giusto che ognuno esprima la sua opinione. A questo punto la cosa da fare è andare in libreria e comprare, anche a caso, uno dei suoi libri. Ci sono ottime possibilità che nasca, se non immediatamente una passione, una curiosità che ben presto diventerà una passione. Personalmente scoprendo i suoi libri ho provato da subito incredulità, ammirazione, commozione, gratitudine. Gli ho dedicato due tesi di laurea e purtroppo per me sono poche le sue pagine ancora da scoprire. Ha lasciato un’eredità incalcolabile e gliene siamo grati. Ma non finisce qui, il nostro dovere è ora dargli l’importanza che merita leggendo i suoi libri, parlarne e scriverne in modo che diventi incontestabilmente un classico.

Nella notte è mancato Gianni Celati, che in un recente racconto scriveva: “Tra un po’ parlerò della notte, la bella notte, che è come un buco vuoto dove le cose aspettano che passi il farnetico, e il buio e l’incerto vengano a dirci che i nostri timorosi desideri si sono tutti assopiti, e il cuore è finalmente sazio”.


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