La lettera perduta

“La lettera perduta” di Manuela Santoni – Ricordare è doloroso ma necessario

«Tirava un forte vento, quella domenica mattina…
Le strade erano vuote e silenziose.
L’aria cominciava a scaldarsi…
Stava arrivando l’estate.»

Comincia così, con una strana fiammella blu che girovaga per la città di Montequadrato, città dell’aria si legge dal cartello, La lettera perduta di Manuela Santoni – fumettista e illustratrice molto nota nel panorama italiano, ha scritto e illustrato diverse opere tra cui Le sorelle Brontë (Beccogiallo Editore) e Jane Austen (Beccogiallo Editore) – pubblicato da Bao Publishing nella collana Babao, rivolta aə più giovanə.

Emma, la bambina protagonista, e sua madre si sono da poco trasferite nella cittadina di Montequadrato, ma Emma ha difficoltà ad ambientarsi: a scuola parla a malapena con Caterina (una bambina estroversa che tenta di fare più volte amicizia con lei) e spesso è distratta, sogna a occhi aperti e quello che preferisce fare è passeggiare nei boschi in compagnia di un gatto parlante chiamato Malpelo. È proprio durante una di queste passeggiate che Emma e Malpelo si imbattono una cisterna, si alza un vento forte e freddo e una strana lettera arriva fra le mani di Emma.
Sembra una lettera d’amore destinata a una certa Tina e firmata Pietro, datata 1943 e mai consegnata alla destinataria.

Da quando Emma si è impossessata della lettera, in città è arrivato un vento gelido che stranisce gli abitanti. È Malpelo a scoprire che quella fiammella blu che si muove fra i palazzi e le strade della città non è altri che il fantasma di Pietro, l’autore della lettera, che vuole riappropriarsi non solo della lettera, ma anche dei suoi ricordi e della sua storia. Sarà Emma – accompagnata da Malpelo – ad aiutarlo a ritrovare la sua Tina e a fare di nuovo suoi tutti i momenti felici, trepidanti, dolorosi, difficili vissuti durante la Seconda guerra mondiale e in uno dei periodi più disumani della nostra Storia.

Tina sarà ancora viva e rintracciabile? È possibile che abiti ancora a Montequadrato? Sono domande a cui Emma proverà a dare risposta, maturando, mettendo in discussione le fazioni che si creano a priori tra buoni e cattivi e comprendendo che prendere una decisione non è così facile e che cambiare idea e ricredersi è possibile. E capirà, inoltre, che è bello essere amica di gatti e fantasmi, ma che forse poi, la sua compagna Caterina, in fondo, non è così male.

Il tratto di Manuela Santoni è riconoscibile fin dalla prima tavola e ho molto apprezzato l’ambientazione anni Novanta con i poster delle Spice Girls e i rimandi ai giochi del tempo come Tamagotchi. Gli sguardi e le espressioni dei personaggi parlano da sé ed Emma, con quegli occhi grandi, infonde una tenerezza infinita.

L’espediente della lettera, già noto e spesso usato in letteratura, non è raccontato in maniera banale, tutt’altro. Il simbolo della lettera fortifica la parola e ricorda quanto sia – a volte – più facile esprimere i propri sentimenti trascrivendoli su un foglio piuttosto che affermarli a voce. Andando a ritroso e viaggiando tra i ricordi di Pietro ci si trova di fronte a un ragazzo ventenne, colpito dalla guerra e dai comportamenti dei nazifascisti, un ragazzo già maturo che è costretto a ripensare a tutto quello in cui ha sempre creduto dopo l’incontro con Tina, ragazza ebrea bella, coraggiosa e affascinante, dai lunghi capelli rossi e dagli occhi azzurri. Fino a dove si è disposti ad arrivare, quali e quanti limiti si possono oltrepassare, per le idee e le lotte che sposiamo ciecamente?

La lettera perduta, nonostante sia indirizzato aə più piccolə, è un graphic novel adatto a tutte le età. Una storia leggiadra che si muove proprio come una lettera trascinata dal vento; una storia forte e coraggiosa come Tina, dolce come Emma, affettuosa come Malpelo, ma soprattutto una storia che inneggia alla libertà e al suo raggiungimento, proprio come fa Pietro. Toccante.

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