Donne fantasma e selvagge – Il soprendente libro di Matsuda Aoko

Cosa sappiamo davvero della cultura giapponese? A meno di essere appassionati di manga e anime, amare Hokusai, o di essere entrati in contatto con Banana Yoshimoto o Murakami Haruki, la risposta è: molto poco. Perché il Giappone continua ad avere un’aura mistica intorno a sé, un folklore magico che porta lo straniero a provare fascino ma allo stesso tempo una strana forma di distanza. 

Matsuda Aoko, nel suo Nel paese delle donne selvagge (e/o, traduzione di Gianluca Coci) ci porta in un Giappone contemporaneo, vivissimo e reale, che a poco a poco ci permette di familiarizzare con le sue radici. 

Le storie in questa raccolta di racconti sono ripescate dalla tradizione giapponese e reinterpretate da Matsuda Aoko, che per un gioco del destino è anche traduttrice, e si sarà quindi molto interrogata su cosa significa ritradurre concetti, storie, sentimenti tra un’epoca e un’altra. Le donne selvagge di cui parla l’autrice sono vive, sono morte, e la maggior parte di loro sono fantasmi. In alcuni casi fantasmi tradizionali, tornati per vendicarsi di un torto subito, in altri fantasmi contemporanei che hanno visto a loro tempo Il sesto senso al cinema e che, anche se sono morti molto tempo fa, hanno deciso di abbracciare un look punk estremo.

C’è un figlio che ha perso la propria madre per un suicidio e non sa più che fare di se stesso (fino a che…); una donna che si copre di una splendida e folta peluria, nell’estrema riscoperta del proprio “io selvaggio”; uno spirito antico che si reincarna nella proprietaria di un negozio di casalinghi; un fantasma che bada ai bambini, quando una madre è sopraffatta dal lavoro.

I racconti si intrecciano intorno a una fabbrica di incensi un po’ strana, le cui scale non si sa mai dove portino, con impiegati dalle abilità straordinarie, e dai prezzi molto competitivi.

L’efficiente sistema produttivo giapponese si sposa con un’azienda soprannaturale che offre servizi mistici, talvolta molto buffi, a volte solo inquietanti.

Nel paese delle donne selvagge è una raccolta divertente e spiazzante nelle sue trovate. Attraverso uno sguardo stralunato e divertito diventa a suo modo un manifesto femminista, di lotta, di riappropriazione del proprio corpo, della propria cultura e delle proprie radici spirituali, le mescola con la tecnologia, il cinema americano e il folklore giapponese. Matsuda Aoko parla di un paese reale, esistente, nonostante i fantasmi. O forse è grazie a loro che dipinge e racconta storie profonde con esseri umani in carne e ossa.

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