Dissotterrare il vero con Chiara Marchelli e Maurizio Nardi

Il 13 agosto 2022 Chiara Marchelli parlerà di Madre Terra, il suo terzo romanzo per NN Editore, con Francesco Deambrogi durante una delle serate di Monterosa racconta.


A Volterra la nebbia è alta: è la fine di novembre, il finire del secondo anno di pandemia e le persone si aggirano per le strade come spettri. È un comune piccolo, in cui tutti si conoscono ma per passaparola e il telefono senza fili non è mai stato né uno strumento né una fonte attendibili. Questa rete di mezzi non-detto la deve dipanare Maurizio Nardi, «comandante letterario» come lo chiama la moglie Lara, che pensa camminando e sta ricostruendo la sua vita, oltre che quanto è successo la sera del 26 novembre 2021.

A sparire è stata Mirela Dragan: sposata a un volterrano, è arrivata in Italia dalla Romania con il figlio Yanko una decina di anni prima. Dopo le pulizie di rito alla canonica di San Giusto non è rientrata a casa e ad avvisare le forze dell’ordine è stato il marito, Mazzino Taddei, la mattina seguente. Le prime indagini, condotte da Nardi e dal giovane maresciallo Mileto, vogliono ricostruire i suoi spostamenti e le sue abitudini, ma c’è ben poco da scoprire: Mirela si è tenuta sotto il radar tutti questi anni, testa bassa e camminata dritta, perché a parlare di lei ci hanno pensato gli altri. Zingara, strega, puttana: Mirela è Rom e in un paese di 10mila abitanti è una lettera scarlatta che si porta sul petto, visibile da ogni dove. Nemmeno sposare uno del posto, soli sette mesi dopo il suo arrivo in Italia, né fare le pulizie dal parroco l’ha aiutata a essere ben voluta: ha una sola amica, Virginia Palazzolo, ragazza madre come lei – ma si è guadagnata molte nemiche.

Maddalena Ballarini le capitana con furia e sprezzo: ex maestra, ex moglie, ex paninara ed ex punk, ora è alla guida delle devote di San Giusto ed è tutta casa e chiesa. Casa, perché è qui che fa riunire le devote per leggere passi non sempre ortodossi – anzi, il precedente parroco ha provato a minacciarle di scomunica – e aizzarle contro il target del momento, e uno duraturo è proprio Mirela Dragan; chiesa, perché il nuovo sacerdote è Don Pasquale, o Pascal Kalemba, un avvenente congolese che fa sospirare parecchie persone a Volterra, Maddalena compresa.

E poi c’è Yanko, che l’Italia ha progressivamente spento, torturato, deluso, isolato. A partire dalla scuola fin dentro la casa in cui Taddei li ha portati a vivere, dai coetanei (meno Lorenzo, forse) agli adulti e, sopra a tutti, la madre. Ora è un ragazzo arrabbiato e solo, ma è un dolore che è cresciuto nel tempo, non curato, si è stratificato – fino a dover traboccare.

La minaccia, la paura. […] Anticipare, strappare. Quello conosce, quella è la sua lingua. Anche se non sa dirlo.
Sa solo che una volta che hai perso tutto, non puoi che continuare a perdere. E che il male, quando entra, non esce più.

Madre Terra, p. 331

Chiara Marchelli ci aiuta a ricostruirne le fasi portandoci avanti e indietro nel tempo, seguendo i suoi personaggi da vicino ma lasciandoceli comunque in parte opachi perché, come si ricorda Nardi, «non sei lo scrittore, sei il traduttore» (p. 352) e noi con lui. Dobbiamo annotare gli indizi, tenere a mente nomi, ascoltare le versioni e trovare dove gli angoli non coincidono, scoprire l’altro volto di queste facce lunari, discrete o doppiogiochiste. Tra fuoco che purifica ma che fa anche terra bruciata, è una caccia alle streghe quella che si tiene per le strade di Volterra: prima contro la strega, la diversa, la straniera, poi nei confronti di chi ha fatto sparire la Dragan – senza dimenticare che dallo sfondo emerge il Covid, accompagnato dalla stessa sensazione che si dovesse mettere in atto la caccia all’untore, colpito da un morbo venuto da lontano, portato da chi non è come noi.

Ma anche chi è bravə a leggere tra le righe si troverà con un pugno di sabbia e non uno specchio che riflette il vero: un giallo a tinte fosche, attraversato da nebbia e sospetti, dove anche le spiegazioni più logiche possono essere fuorvianti, le risposte non sono pacificatrici e a Volterra uno più uno non fa due, ma tre – e ora saremo anche noi parte del complotto.

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