I cavalli del Tennessee: scelte che cambiano la vita

Ci sono fumetti, ed è un bene che ci siano visto che stiamo parlando di un’arte principalmente visiva, dove la storia è un puro pretesto. Come quei film di cui potresti scrivere la trama su un francobollo, che vengono girati principalmente per sperimentare nuove forme di espressione, o per affidare alla messa in scena emozioni, sensazioni e sottotesto. A questa categoria appartiene senza dubbio I cavalli del Tennessee, graphic novel che Edizioni BD ha presentato al recente Lucca Comics & Games.

A rendere questo libro così evocativo ed esperienziale, contribuisce certamente il fatto che sia la disegnatrice Giulia Pex che la sceneggiatrice Giada Duino siano due illustratrici: artiste con un’idea di mondo fortemente visiva e immaginifica, quindi poco interessate a snodi di trama, principi di causa-effetto, colpi di scena e approfondimento dei personaggi quanto più concentrate sulle emozioni, le microespressioni, la connessione con la natura, gli animali e il mondo circostante.

Giada Duino Giulia Pex

I cavalli del Tennessee racconta una storia tanto semplice e personale quanto collettiva, un pezzo di vita che chiunque, presto o tardi, è chiamato ad affrontare: quello dei piccoli e grandi cambiamenti che hanno il potere di stravolgere la vita, farti uscire dalla zona di comfort, spingerti verso la violenza personale di abbandonare ciò che conosci ormai solo per abitudine per dirigerti verso un ignoto spaventoso e, proprio per questo, allettante e carico di grandi aspettative e buone vibrazioni. Quindi è impossibile non riconoscersi nella vicenda di Adria e Mat, impantanati in una storia d’amore ormai sfiorita e per questo bloccati fisicamente e intellettualmente; o in quella di Tommaso e Roberto, ai primi passi di un flirt impacciato e favorito da un incontro casuale tra i loro cani.  

Cani che sono solo una minima parte degli animali presenti ai margini delle storie principali, quasi un coro da teatro greco muto ma costantemente in scena, tanto testimone quanto portatore di significati allegorici e similitudini. O anche solo semplice (ma fondamentale) confessore e compagno d’avventura. Un bestiario che va dai pesci rossi alle rondini, dai gatti ai piccioni, dal brucomela delle giostre allo scheletro di un gigante del mare. Fino ai misteriosi cavalli del titolo, che non spoileriamo in questa sede.

Spartito con note mancanti

Giulia Pex asseconda i testi di Giada Duino con un tratto morbido e pittorico che alterna il realismo al fiabesco, illustrando tanto la precisa quotidianità del riempire una caffettiera quanto la pura evocazione grafica di un luogo comune linguistico come le “farfalle nello stomaco”. Il suo è un universo narrativo che usa luci, ombre ed eventi atmosferici improvvisi per riflettere l’interiorità dei personaggi, ma sempre con un intento naturalistico che mai indulge alla tentazione del chiaroscuro espressionista: proprio perché il mondo all’interno delle tavole del libro deve essere il nostro, quello che tutti i giorni ci vede protagonisti delle nostre storie personali e universali allo stesso tempo, e come tale ben riconoscibile. 

Realtà e immaginazione

Insomma, I cavalli del Tennessee è un libro che parla delle nostre scelte, e per questo motivo aiuta a non sentirsi soli. È un fumetto essenziale che non vuole stupire con effetti speciali, ma contiene una di quelle storie che, come un buon amico o una buona amica, sanno dare conforto, ispirazione, appoggio. O il consiglio giusto al momento giusto, fosse anche semplicemente quello che abbiamo bisogno di sentirci dire. Avete presente il momento in cui vi sembra che tutte le canzoni parlino di voi? Ecco, leggendo I cavalli del Tennessee forse questa sensazione non vi abbandonerà mai.

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