di Gloria Ingrosso
Quando ho letto “Per una rivoluzione degli affetti” di Brigitte Vasallo, avevo delle aspettative piuttosto alte. Ho sentito parlare molto bene di questo saggio da diverse persone interessate o vicine all’argomento “poliamore”, e io stessa ne sono sempre stata molto affascinata. Non mi aspettavo, però, una così dettagliata e attenta analisi delle dinamiche sociali, storiche e politiche che Brigitte Vasallo prende in esame, di cui il poliamore non è che un riflesso nel mondo affettivo.
“Una rivoluzione degli affetti” pone tantissima attenzione al linguaggio: Brigitte Vasallo dichiara di usare il femminile sovraesteso, e se il lettore è infastidito da questa scelta non è pronto a affrontare l’argomento. Con una scrittura elegante e immersiva, l’autrice conduce il filo delle proprie argomentazioni, senza presentarsi come un profeta con la verità in tasca. È evidente, però, la grande competenza di Vasallo, non solo sul “poliamore”, di cui parla sin dalle prime pagine raccontando le proprie esperienze personali o la realtà accademica, ma anche su avvenimenti storici, come la nascita dell’opposizione fra “Oriente” e “Occidente”, per non parlare di studi di psicologia e sociologia. Aneddoti, riflessioni, osservazioni su prodotti economici alienanti spingono il lettore a chiedersi: davvero il modo in cui gestisco i miei affetti è frutto di una mia decisione? E se la competitività e l’unicità non fossero altro che espedienti consolatori per negare una realtà di classismo, frustrazione, isolamento e razzismo?
Attenzione, però: l’autrice non vuole negare la monogamia come struttura emotiva valida. Tutt’altro. Lo scopo di Vasallo è riflettere sui propri motivi personali, sul riconoscerli e evitare che diventano nocivi per la persona stessa (quanto volte siamo rimasti con una persona violenta, verbalmente e/o fisicamente, solo per non restare da soli?). Né Brigitte Vasallo ha interesse a imporre un’idea unica dell’affettività, molto spesso le sue critiche si rivolgono allo stesso mondo poliamoroso, in cui le strutture di individualismo e razzismo sono altrettanto presenti. Perché non basta aprire la coppia: la monogamia non si decostruisce scopando di più, né innamorandosi di più persone contemporaneamente, ma costruendo relazioni in maniera distinta che permettano di scopare di più e di innamorarsi di più persone contemporaneamente senza che nessuno si rompa le ossa lungo la strada.
A chi può essere utile questo saggio? A chi sta cercando di capire sé stesso e non vuole lasciarsi indietro cadaveri emotivi; a chi pensa di aver già un’ottima base, e può imparare ancora di più; a chi è semplicemente curioso e vuole avvicinarsi a una riflessione diversa, a un cambio di prospettiva sul mondo. E magari, col tempo, potrebbe addirittura migliorarlo.