O il Voto, o il Vuoto

Vi faccio una premessa: neanche io sono poi così sicuro su chi votare.

La crisi, la delusione, il distacco tra gente comune e classe politica ha portato su tutta l’Italia una sorta di depressione elettorale. C’è tanta voglia di non votare, o di adottare soluzioni facili e violente, di liquidare una classe politica inadeguata.
Non ultimo il malumore per l’impossibilità di voto per gli studenti Erasmus, liquidato in poche dichiarazioni e neanche troppi distinguo, in una campagna elettorale dove si parla solo e soltanto di economia.

Il disinteresse politico, permeato da anni di rincoglionimento prima televisivo e dopo informatico, ha creato una generazione di ragazzi che scappano appena sentono la parola politica, vista come qualcosa di uniformemente negativo, quasi disgustoso.

E quindi non votano. Ma c’è veramente un’utilità nel non votare?
L’astensionismo, per quanto alto, non può impedire l’elezione di un parlamento e quindi di un nuovo governo. Non votando, si rischia di delegare la nostra scelta a chi per anni ha votato gente impresentabile, i partiti che ci hanno portato al fallimento. La classe politica odierna è specchio di una generazione credulona e poco informata, sicuramente umorale, di cui gli attuali esponenti sono soltanto lo specchio, l’inevitabile conseguenza.

In queste elezioni, non può mancare il nostro voto. Sappiatelo, non sarà utile a decidere un governo stabile: la frammentazione partitica tipicamente italiana ha creato uno scenario dove sarebbe già un miracolo creare una maggioranza. Ma questa tornata elettorale diventa importantissima se pensiamo che il prossimo governo dovrà redigere una manovra correttiva che è ritenuta inevitabile da tutti gli economisti, dovrà prendere una posizione in Europa e infine decidere il prossimo presidente della repubblica, che sostituirà Napolitano per i prossimi 7 anni.

Le proposte che danno Berlusconi, Bersani, Giannino, Grillo, Ingroia e Monti sono estremamente diverse, specialmente riguardo alla tassazione, al mercato del lavoro e ai diritti civili.
La scelta è talmente diversificata che, se è probabile non trovare un candidato che ci soddisfi pienamente, è impossibile non considerare almeno uno di loro preferibile, o nel peggiore dei casi “il meno peggio”.

Inoltre, lasciatemelo dire, non fatevi ingannare da chi dice “sono tutti uguali”. Non è vero, è una bugia simile a “gli italiani sono tutti mafiosi e truffaldini”, è un modo per nascondere le differenze e quindi perdonare certi soggetti inqualificabili. Non sono tutti uguali, ma ci sono tra esponente ed esponente moltissime diverse a livello di competenza e di onestà.

Votate. Abbiamo lottato tanto per avere una democrazia, perché buttare la nostra possibilità di scelta, la nostra possibilità di avere una scelta?

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