Anatomia di un istante 22/28 maggio

Un uomo che prende una pizza da asporto, al centro. Una scena comune, persino banale. Ma quell’uomo è Giuseppe Conte, incaricato dal presidente della repubblica Sergio Mattarella a formare un esecutivo con Movimento 5 Stelle e Lega, il cosiddetto “governo del cambiamento”. La pizza stona con l’abbigliamento classico, completo grigio e cravatta. Lo sguardo è quello basso, imbarazzato, di chi non è ancora abituato ai riflettori.

In principio è stato Obama, fotografato sorridente nel 2009 con le maniche di camicia tirate su e un boccale di birra in mano. La politica che si avvicina al mondo reale, quella magia che Obama era riuscito a comunicare così bene in campagna elettorale e nei suoi gesti da presidente.

La politica italiana si è lasciata affascinare da quel piccolo incantesimo: bisognava sanare una frattura decennale tra la politica e il suo popolo. Ci ha provato Bersani, fotografato con la sua birra in un pub, la faccia un po’ mesta, concentrato su un foglio, magari il programma di quella campagna elettorale. Chi lo sa. Ma è il Movimento 5 Stelle ad aver cavalcato, più di tutti, questa voglia di farsi percepire come normali. Pizze, bus, trattorie compongono l’iconografia di un pensiero che vuole nel migliore dei casi restituire il potere al popolo e nel peggiore intaccare istituzioni e politica per potersi affermare. Questa settimana, dopo Conte, anche Di Maio si è fatto fotografare con una pizza da asporto. Un altro modo di fare politica: un modo nuovo che sa di vecchio, o magari modo vecchio che sa di nuovo, chi lo sa.

Si ringrazia ANSA per la foto

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