“Il sistema” di Robert Reich

Ultimamente mi sono lasciata affascinare dalla collana sulla saggistica contemporanea su temi geopolitici ed economici Le terre di Fazi Editore. Infatti dopo Il mito del deficit spiegato da Stephanie Kelton volevo continuare su questa scia leggendo l’ultimo libro di Robert B. Reich, Il sistema, pubblicato a Gennaio proprio per la collana di Fazi Editore.

È un libro da cui si vede subito lo spirito pragmatico e analitico di Reich, che è profondo conoscitore della storia americana. Non è stato solo tirocinante nell’ufficio dell’allora Senatore Robert F. Kennedy nel 1967, ha anche lavorato nelle amministrazioni dei presidenti Gerald Ford e Jimmy Carter, oltre a servire come Ministro del Lavoro degli Stati Uniti dal 1993 al 1997 sotto Bill Clinton. Più recentemente è stato membro del comitato consultivo per la transizione economica del presidente Barack Obama. È attualmente professore ordinario di Politiche pubbliche presso la Goldman School of Public Policy dell’Università della California a Berkeley e co-autore del film Inequality for All e del documentario Netflix Saving Capitalism – che vi consiglio vivamente di guardare dato che siamo un paese atlantista.

Di lui Bernie Sanders scrive: «Robert Reich è una delle voci più importanti d’America; un uomo che da sempre lotta per un’economia che funzioni per tutti e non solo per quelli al vertice. Comprendere ciò che non va nel sistema attuale è il primo passo per renderlo migliore e nessuno sa spiegarlo meglio di Reich».

L’autore de Il sistema ha scritto altri 17 libri, trattando di come la crisi dei valori della democrazia ci suggerisca vie per ricostruire una società più sana e meno corrotta dai centri di potere economico e gruppi di lobbying, in sostanza dal capitalismo clientelare.

In molti dicono che il sistema non funziona più, soprattutto il sistema ideologico del capitalismo. Per alcuni questo è già crollato nella crisi del 2008 e lo vediamo dalla mancanza di presa della realtà da parte del linguaggio: non troviamo infatti quasi più termini e concetti che corrispondono alla nostra realtà. Reich però crede che, come in passato negli USA il capitalismo in crisi non ha mai ceduto il passo al comunismo o al fascismo o ad altre grandi costruzioni ideali, anche stavolta gli americani salveranno il capitalismo dai suoi eccessi, operando le correzioni necessarie. Ma partiamo dai dati di fatto.

Oggi l’americano medio non ha alcun peso sulla politica pubblica. Un’oligarchia costruita da grandi imprese, CEO e un manipolo di persone estremamente ricche ha più influenza di chiunque altro con una concentrazione di potere esorbitante. Questo succede aldilà della contrapposizione tra il partito repubblicano e quello democratico perché entrambi sostengono gli interessi di questa piccola minoranza di persone ai danni della collettività. L’oligarchia, fatta di bulli nascosti dell’America, esercita pressioni affinché i problemi sociali ed economici non vengano realmente mai risolti.

Perché il sistema non funziona?

Si ha la percezione che i moderni sistemi politici occidentali siano truccati in modo da garantire la perpetuazione dello status quo, per questo motivo molti cittadini hanno perso la fiducia nel sistema politico ed economico facendo generare un forte surriscaldamento sociale: rabbia, ansia, frustrazione e indignazione.

Per Reich, la disuguaglianza è il tarlo che mina la democrazia americana, esplodendo in maniera clamorosa negli Stati Uniti negli ultimi 40 anni: dal 1980 la retribuzione media di un amministratore delegato di una azienda è salito del 940% mentre quella di un lavoratore medio di appena il 12%. Solo lo 0,1% della popolazione americana detiene il 20% della ricchezza totale del paese. Ad aggravare la situazione le classi dirigenti si rifiutano di prendere sul serio minacce esistenziali come la crisi climatica.

Reich mostra come le élite politiche ed economiche abbiano cospirato per creare un sistema sempre più oligarchico, annientare la classe media e minare la democrazia. I grandi capitali comprano l’accesso ai politici e anche i loro voti, convincendo i cittadini a votare particolari candidati o contro altri, sostenere o osteggiare determinate leggi, preoccuparsi di questo o quel problema, credere a una serie di fatti o a un’altra. Le grandi e crescenti donazioni ai politici non scaturiscono da un’innata generosità dell’oligarchia.

«(…) oggi abbiamo un sistema educativo dove l’oligarchia può di fatto comprare l’ammissione al college per i propri figli, un sistema politico dove può comprare il Congresso, un sistema sanitario dove può comprare cure che altri non possono permettersi, e un sistema giudiziario dove può comprarsi l’uscita dal carcere. Si vedano i dirigenti di Wall Street che frodarono l’America negli anni che portarono alla crisi finanziaria del 2008, senza però essere puniti».

Prendendo come emblema Jamie Dimon, il presidente della JPMorgan Chase, la banca più importante di Wall Street, sopravvissuta alla crisi finanziaria del 2008 meglio di qualunque altro grande istituto bancario, Reich spiega come coloro che siedono al vertice della piramide sociale diffondano tutta una serie di miti sulla meritocrazia, sulla competitività nazionale, sulla responsabilità sociale delle imprese e sul “libero mercato” per distrarre i cittadini dagli osceni livelli di ricchezza dei nuovi “padroni dell’universo”, dal controllo che esercitano sul sistema e dal fatto che le politiche che sostengono servono solo ad accrescere i loro profitti, a scapito della maggioranza. Tutto ciò viene accompagnato dalla rinuncia alla responsabilità pubblica di conservare la salute del nostro sistema politico-economico in un momento in cui un numero ristretto di persone esercita su di esso un potere come non avveniva da oltre un secolo.

«A prescindere da chiunque sia al comando, una grossa parte di queste occupazioni è volta a incanalare i guadagni dell’economia a beneficio di poche persone in alto. È così che l’attuale sistema è organizzato. È così che sono concepiti gli incentivi all’interno del sistema».

Come possiamo aggiustare il sistema?

L’obiettivo di Reich non è quello di alimentare il cinismo e l’antipolitica, ma piuttosto quello di demistificare il sistema e mostrare come esso possa essere radicalmente trasformato, per far sì che la democrazia torni a servire gli interessi dei molti e non solo dei pochi. È obbligo morale di tutti cercare questo cambiamento: incanalare l’attuale surriscaldamento sociale verso una direzione più umana.

Il primo passo per cambiare il sistema è capirlo. È prima di tutto una questione di potere. Dobbiamo capire questo. Poi che nel sistema attuale potere e ricchezza sono inseparabili. Da un grande potere deriva una grande ricchezza e un grande potere dipende da una grande ricchezza. Ricchezza e potere sono diventati una cosa sola.

Una volta capito il sistema, ci sarà bisogno di indignazione, di impegno e di un senso etico alla vita. Ci sarà bisogno di un sistema americano che non premi ricchezza e privilegi ma merito, capacità e duro lavoro. Il punto è far funzionare la democrazia affinché possiamo raggiungere tutti gli obiettivi che abbiamo in comune.

Note

L’immagine di copertina è la cover del libro edito dalla Penguin Random House e creata dall’illustratore italiano Francesco Bongiorni (fonte: Instagram)

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