L’annusatrice di libri – Intervista a Desy Icardi

Qualche settimana fa è uscito in libreria L’annusatrice di libri di Desy Icardi, edito da Fazi Editore (la recensione la trovate qui). è una storia molto interessante, con personaggi ben costruiti e una trama con una vena di giallo. Si evince l’amore per i libri e per la letteratura, un affetto nei confronti di Torino – città in cui è ambientata la storia – ma soprattutto si percepisce un’umanità. E, di questi tempi, non è così scontato. Mossa da curiosità per la storia di Adelina che riesce a leggere i libri con l’olfatto (ma solo quelli già letti da qualcun altro) ho intervistato l’autrice che ringrazio in anticipo.

Buongiorno Desy, intanto grazie mille per l’intervista. Comincerei chiedendole come le è venuta l’idea di questo romanzo?
Ormai da quasi dieci anni, leggo con l’e-reader perché mi permette di ingrandire i caratteri, cosa che per me è provvidenziale, avendo pesanti problemi di vista. Una mattina, sul tram, una lettrice “tradizionale” mi disse che non avrebbe mai abbandonato i volumi cartacei, per non rinunciare al profumo dei libri. “Il profumo dei libri è piacevole”, pensai, “peccato non poter leggere col naso!” Così nacque l’idea di un personaggio in grado di leggere con l’olfatto: all’età di quattordici anni, Adelina perde misteriosamente la capacità di lettura ma, altrettanto inspiegabilmente, scopre di riuscire a farlo con l’olfatto. La ragazza cercherà di tenere nascosto il suo bizzarro talento, che tuttavia qualcuno scoprirà e tenterà di utilizzare a proprio vantaggio.

Se si potesse davvero leggere con l’olfatto, quale sarebbe il primo libro che annuserebbe?
Mi piacerebbe annusare i libri a me più cari, come Madame Bovary, Le notti bianche o Jane Eyre, per scoprire se hanno davvero l’odore che avevo immaginato leggendoli.

Qual è il personaggio con cui ha empatizzato di più?
Sono molto affezionata alle due protagoniste, Adelina e Amalia, ma il personaggio che più ho amato è l’avvocato Ferro, il loro anziano ed eccentrico vicino di casa, che vive in simbiosi con i libri e sa dare a ciascuno il giusto consiglio letterario. L’avvocato Ferro è una sorta di biblioterapeuta, che capta i bisogni emotivi delle persone, e cerca di soddisfarli con la lettura più appropriata.

Nella sua storia c’è una vena di mistero, una sfumatura di romanzo giallo che aleggia intorno al misterioso manoscritto Voynich. Perché ha deciso di inserire proprio la storia di questo manoscritto all’interno del romanzo?
In un’epoca nella quale qualunque dubbio può essere sciolto con un paio di click, trovo estremamente rassicurante che vi siano alcuni misteri, come il mai decifrato manoscritto Voynich, che ancora resistono sia alle intelligenze umane che a quelle artificiali. Un mondo senza più misteri, sarebbe un luogo privo di avventura e poesia.

La letteratura può salvare tutti. Zia Amalia è un personaggio bellissimo, costruito alla perfezione. È arrivista e fredda, ma allo stesso tempo, consapevole di avere raggiunto il suo obiettivo, si rende conto – col tempo – dei suoi limiti e del fatto che non sia riuscita a crearsi un’indipendenza tutta sua. È proprio un libro a salvarla, lei che li rispetta e li teme, ma non li legge. Nella sua concezione, qual è il potere della letteratura?
Nel romanzo, esprimo ciò che penso della letteratura e del suo potere grazie a un personaggio secondario: Camelia Vergnano, la madre di Luisella. La signora Vergnano invita la figlia, sin dalla più tenera età, a indagare sui misteri dell’animo umano, leggendole ad alta voce i classici della letteratura. “La donna le aveva letto i romanzi di Francis Scott Fitzgerald per insegnarle che in amore non sempre tutto va come dovrebbe, ma dopo era passata a Jane Austen per farle capire che è comunque legittimo sperare nel lieto fine.” La lettura consente di sperimentare sentimenti, emozioni e situazioni, guardandole da un punto d’osservazione privilegiato e protetto. “Questo è il bello dei romanzi: ti mostrano le conseguenze degli errori umani, sollevandoti dalla fatica di doverli sperimentare tu stessa”. Per quella che è stata la mia esperienza di lettrice, questo è il potere più grande della letteratura.

Nel suo romanzo sono citati diversi classici. Se Adelina fosse nata negli anni Novanta, ha mai pensato quali sarebbero stati i libri “contemporanei” che avrebbe annusato?
Avrebbe comunque annusato i classici che incontra nella sua avventura datata 1957, in più si sarebbe goduta Il nome della rosa, Il signore degli anelli, Harry Potter e Firmino, la storia di un sorcio erudito, che probabilmente le avrebbe ricordato l’avvocato Ferro, il suo bizzarro vicino di casa.

Photocredit: la foto in evidenza è stata presa dal sito dell’autrice. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.