di Laura Pugno © foto di Elio Mazzacane
la lingua nuova, sempre, le nuove cose
la chiedono e sotto,
o dove, nel nascosto,
ciò che è cosa da sempre,
la chiede a te, impara
il balbettio del mondo,
il giorno già accecante che ti riscalda le spalle,
poi se la notte cade
lentamente o di colpo, e in quale punto del mondo,
sceglierai il suo cadere, il cambiamento –
in quale punto del mondo sei a dire,
in che lingua,
confondi la tua
e parli solo, allora
la lingua del sole sulle cose,
nel cieco del corpo?
o la sua parte, che più vede:
parola che puoi portare
in tasca, che scrivi su ogni specchio
o riflesso, sulle luci che addosso
ti bruciano,
e il conto degli attraversamenti
non va a zero,
tutti i mari ricordati,
dove i nomi e gli oceani si incontrano e oltre,
c’è solo una terra bianca, penisola, il non scritto, e oltre.
Vuoi scrivere su Germogli? Scopri come fare qui.