Montalbano

Per le strade di Vigata: vent’anni di Montalbano

Tutti conoscono Vigata, i suoi vicoli e la sua marina, lungo il pendio che dalla Valle dei Templi scende alla Scala dei Turchi. Qualcuno giurerebbe di aver fotografato i balconi delle case baronali, o di aver assaggiato il nero di seppia al ristorante di Enzo, e con quale dovizia di particolari. Da vent’anni, senza accorgersene, lo spettatore televisivo sospende l’incredulità e si lascia affatare da un racconto che «fa leva sull’umano» senza scadere nel politico, e che abitua semmai all’esercizio (sempre più raro) della comprensione delle cose.

Il ladro di merendine

6 Maggio 1999 – Il commissario Montalbano esordisce su Rai Due con “Il ladro di merendine”

Era il 6 maggio del 1999 quando le note del maestro Franco Piersanti aprivano la prima puntata della serie televisiva statisticamente più seguita del panorama italiano, quel Commissario Montalbano che ad oggi conta 196 passaggi in TV con 34 prime e 162 repliche. Ma all’inizio dovevano essere solo un paio di episodi su Rai Due, per fare spazio alle grandi produzioni d’oltreoceano, molto più adrenaliniche nel racconto e nella regia. «Il nostro personaggio, invece, camminava per due minuti e mezzo su una spiaggia» spiega a Vanity Fair un eversivo Luca Zingaretti, veicolo in carne e ossa di un evento mediatico senza precedenti.

Perché, prima ancora di diventare il «Sanremo della fiction», il Commissario Montalbano è una lucida reinterpretazione per il piccolo schermo che integra l’archetipo letterario – a sua volta, officina linguistica al servizio della storia. «Luca Zingaretti ha sovrapposto la sua fisionomia a quella del personaggio» scrive Aldo Grasso, caso più unico che raro in cui la finzione narrativa trascende i confini del racconto per toccare contemporaneamente la testa e il cuore dello spettatore.

Montalbano Cast

Gli storici interpreti della serie, di pirsona pirsonalmente.

E in effetti la serie televisiva italiana più acclamata di sempre è anche un eccellente prodotto audiovisivo, forte della regia di Alberto Sironi e di un cast sceltissimo, che annovera veterani del palcoscenico e caratteristi di eccezionale talento. Una lavorazione meticolosa, che rinnovando una ricetta tradizionale riesce a perfezionarsi ogni anno, tecnicamente e qualitativamente: la voce di Olivia Sellerio è l’ultima fra le intuizioni del produttore Carlo Degli Esposti, a comporre un tappeto musicale sul quale scivolano le vicende troppo terrene dei protagonisti, in una Sicilia attonita e bellissima.

Anche questa è la forza di Montalbano, aver restituito l’incanto al sud più profondo e martoriato, trasformandolo nella meta dei sogni del turismo internazionale: Scicli, Santa Croce Camerina, Marzamemi, non più cittadelle sperdute sulle mappe, ma destinazioni immaginate e prese d’assalto da un pubblico fidelizzato, sparso ai quattro angoli del mondo. Perché dopo aver macinato ogni record di ascolti in Italia (circa 12 milioni di spettatori solo per La giostra degli scambi, nel 2018), la fiction è stata venduta in 60 paesi, dalla Russia agli Stati Uniti, dall’Argentina all’Estremo Oriente, collezionando consensi unanimi.

Camilleri

“Se smettessi di fumare, morirei immediatamente” (Andrea Camilleri in un’intervista a El Paìs)

Un fenomeno popolare in debito di riconoscenza verso il suo artefice, quell’Andrea Camilleri che – giallista per caso – è prima di tutto «monumento nazionale» e intellettuale raffinato, ultimo erede di una scuola siciliana cresciuta con Pirandello e magnificata da Leonardo Sciascia e Vitaliano Brancati. «All’Accademia d’Arte Drammatica ci incantava con i suoi racconti» confida Zingaretti all’ANSA, «riusciva a trovare nel dettaglio lo straordinario. Mi ha sempre spiazzato la sua capacità di creare e risolvere il paradosso.»

Perché di cosa, se non di paradosso, vive quotidianamente il commissario, alle prese con la morale distorta di uomini e donne capaci di tutto. Un antieroe suo malgrado, che carica di compatimento la psicologia di Maigret e liquida con una battuta le abilità deduttive alla Sherlock Holmes, più attento – direbbe il filosofo inglese Mark Sainsbury – alle premesse «evidentemente accettabili» di una conclusione che, evidentemente, non lo è.

Vent’anni dopo Montalbano è ancora in trincea, fedele ai suoi limiti e ai suoi principi.

Montalbano Augello Fazio

Tutti per uno (Fonte: Coming Soon)

A fronte dell’invariato successo, per non usurare il format, è l’unica fiction a meritare il passaggio televisivo sempre e solo su Rai Uno, in prima serata, macinando ascolti a tinchitè anche all’ennesima replica. Per abitudine, forse, o perché il commissario è sempre lì dove dovrebbe essere, a sporcarsi le mani là dove noi, per indifferenza o incapacità, preferiremmo nascondere la polvere con un colpo di scopa.

 

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