Ramo – Il poetico graphic novel di Silvia Vanni

Una delle mie autrici preferite di sempre è Domenica Luciani che ha alle spalle una miriade di libri per ragazzi. Roba dell’altro mondo (Feltrinelli, 2002) narra la storia di Felix, un ragazzino che muore e si ritrova fantasma perché prima di passare nell’aldilà, ha delle questioni familiari da risolvere. Lessi questo libro quand’ero piccola e, rileggendolo qualche anno fa, oltre a ridere a crepapelle, mi domandai cos’avessi pensato la prima volta che l’ho letto. Avevo riflettuto sul concetto di morte? Di certo l’ho fatto riprendendo il libro in mano, da adulta, e ho pensato a quanto sia stata brava Domenica Luciani a trattare un argomento così triste in chiave comica.
Roba dell’altro mondo mi è tornato in mente dopo aver letto Ramo, graphic novel d’esordio completo di Silvia Vanni edito da Bao Publishing: una storia bellissima, poetica e straziante. Anche questa parla di morte e lo fa in un modo così semplice e così spontaneo da commuovere.

Omar è morto da poco ma continua a esistere sotto forma di pallido riflesso azzurrognolo. Ricorda tutto di sé e degli altri e fin dall’inizio si percepisce il carattere fragile di questo personaggio che, appunto, essendo un riflesso, si fa chiamare Ramo, il suo nome bifronte. Già all’inizio della narrazione, Ramo crea un contatto con il lettore, interloquendo con lui, rendendolo partecipe di quello che sta “vivendo” e menzionando una ragazza piangente che si trova sul suo stesso autobus; ma le lacrime non sono per lui.

Potrebbe essere la classica storia di “lui ama lei, ma lei ama un altro”, ma non è così, in fondo c’è molto di più. Altea, la ragazza di cui sopra, ha appena perso tragicamente il suo ragazzo e mentre lei si lascia andare e semplicemente esiste, rifiutandosi di continuare a vivere, dall’altro lato c’è Ramo, incapace di accettare la sua morte e triste perché si sente responsabile per quello che la ragazza di cui era segretamente innamorato sta passando. Altea frequentava spesso il bar, per ironia della sorte chiamato “Leaf”, in cui Omar faceva il pianista e, inutile a dirlo, il ragazzo era attratto dalla ragazza del tavolo 8, accompagnata – però – quasi sempre dal suo ragazzo, geloso e possessivo. Eppure, Altea tornava sempre al “Leaf”, si era appassionata alle melodie di Omar e affezionata al pianista, anche se quel contatto era fatto solo di note e silenzio. E adesso che la ragazza sta vivendo un momento complicato, Ramo decide di vegliare su di lei e, complice un gatto, proverà a poco a poco riportarla a galla. Altea, anche se inconsapevolmente, farà la stessa cosa con lui.

In questo toccante graphic novel, il connubio amore-morte, topos preponderante in letteratura, tocca altre tematiche e altre sfere personali come la solitudine, il senso di colpa, la capacità di rialzarsi, di riconsiderare e rivalutare le proprie azioni. Silvia Vanni fa tutto questo in modo magistrale non solo attraverso i dialoghi e i monologhi dei protagonisti, ma anche grazie all’uso di colori tenui e disegni ben dettagliati. Leggendolo si pensa inevitabilmente all’autunno e alla malinconia positiva che questa stagione porta con sé, in modo leggero, come l’atterraggio di una foglia al suolo. E, inutile dirlo, al termine della lettura, si sorride e si lacrima allo stesso tempo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.