Un sogno italiano: l’identità Olivetti

La fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l’uomo, non l’uomo per la fabbrica.
– Adriano Olivetti

Da domani prende avvio un importante convegno di studi internazionale “Identità Olivetti – Spazi e Linguaggi – 1933-1983” aperto al pubblico sul ruolo della cultura nell’attività formativa del personale e in quella commerciale della realtà olivettiana. Le espressioni culturali della vita della famosa impresa di Ivrea in questi settori aziendali si espressero tra gli anni Trenta e Ottanta del Novecento attraverso gli spazi (negozi, allestimenti commerciali e mostre) e i linguaggi (la comunicazione visiva, il design, le promozioni di importanti attività artistiche).

Il convegno, programmato per i giorni 12, 13, 14 dicembre 2019, è riuscito ad unire delle realtà importanti: Università degli Studi di Ferrara, ECAL/Ecole Cantonale d’Art de Lausanne e Università Iuav di Venezia, con la collaborazione dell’Associazione Olivettiana di Bologna.

Dopo la prima giornata a Ferrara e la seconda a Venezia, quella conclusiva avverrà a Bologna, sabato 14 dicembre, ospitata dalla Fondazione Innovazione Urbana e la collaborazione della Associazione Olivettiana.
Una realtà unica quella della vasta rete commerciale Olivetti, tra gli anni Trenta e gli anni Ottanta del Novecento che seppure fosse arrivata a coprire larga parte del pianeta è avanzata finora largamente sconosciuta né oggetto di studio articolato.

Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, che non giovi a un nobile scopo.
– Adriano Olivetti

Solo pochi negozi – firmati da architetti come Carlo Scarpa, Franco Albini e Gae Aulenti – sono stati studiati approfonditamente, a rappresentare uno spaccato circoscritto e parziale delle articolate strategie messe in atto per i propri spazi di vendita e di rappresentanza dall’azienda di Ivrea, fondata nel 1908.

Nel 1911 iniziò la fabbricazione di macchine da scrivere (celebri la M20 e la prima portatile, la MP1) e l’azienda si affermò rapidamente a livello internazionale nel settore dei prodotti per ufficio. Negli anni 1930-40 la produzione si estese a telescriventi, calcolatrici, mobili e attrezzature per ufficio. Dal 1938 la presidenza fu lasciata dal padre ad Adriano Olivetti (Ivrea 1901 – Aigle, Svizzera, 1960), che trasformò radicalmente la struttura organizzativa della società, portandola ad affermarsi come una delle maggiori aziende a livello mondiale nel settore della tecnologia meccanica.

Portatore di un’immagine ideale di fabbrica, fatta di collaborazione e di armonia tra dirigenti e operai, realizzò molteplici iniziative di carattere sociale, assistenziale, culturale e ricreativo in relazione con gli insediamenti industriali della società, per le quali si valse dell’opera di architetti, urbanisti, designer impegnati nel movimento moderno (quali L. Cosenza, B. Munari, M. Nizzoli, L. Quaroni, M. Ridolfi, E.N. Rogers e altri). Cultore di urbanistica, fu direttore del piano regolatore della Valle d’Aosta (1937) e presidente dell’Istituto nazionale di urbanistica. In politica diede vita (1948) al Movimento di Comunità, per il quale fu eletto deputato nel 1958. Svolse anche un’appassionata e proficua attività in campo culturale con le Edizioni di Comunità. Ha pubblicato L’ordine politico delle comunità dello stato (1947) e Società, stato, comunità (1952).

A partire dagli anni 1960 la produzione passò dalla tecnologia meccanica a quella elettronica (1959, Elea 9003, primo calcolatore elettronico interamente prodotto in Italia) e, successivamente, all’informatica. Nel 1965 l’azienda presentò un calcolatore da tavolo (Programma 101), avviando così la produzione italiana di personal computer. Nella seconda metà degli anni 1970 produsse la prima macchina da scrivere elettronica, incrementando la sua attività in settori innovativi quali l’informatica e l’automazione dell’ufficio e le macchine a controllo numerico. I primi anni 1980 furono caratterizzati da un notevole sviluppo e, in particolare, fu fondamentale, per l’affermazione della società nel campo delle telecomunicazioni e della telematica, l’accordo raggiunto nel 1983 con la statunitense ATT. Nel 1994 costituì con la Bell Atlantic e altri la Omnitel, divenuta il secondo gestore di telefonia mobile in Italia.

La perdita di memoria è tanto più irreparabile dal momento che gli allestimenti commerciali e gli eventi temporanei non hanno lasciato – salvo il caso unico del negozio Olivetti di Carlo Scarpa in Piazza San Marco a Venezia – tracce fisiche.
Questo convegno consente di ripercorrere il fenomeno Olivetti cogliendone i tratti caratterizzanti in rapporto alla storia imprenditoriale e alla pluralità di approcci creativi derivanti dal contributo di progettisti come Xanti Schawinsky, Correa y Milà, Ettore Sottsass, Hans Von Klier, Franco Albini, Egidio Bonfante, Giovanni Anceschi, Walter Ballmer, Tomás Maldonado, King & Miranda, Carlo Scarpa.
Il periodo storico indagato va dal 1933 – anno di fondazione dell’ufficio pubblicità Olivetti – al 1983, anno di inaugurazione del padiglione permanente Olivetti alla fiera di Hannover, momento conclusivo di un impegno espressivo e di una strategia identitaria.

Qui potete scaricare il programma completo del convegno di studi!

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