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#Libromania – Intervista alla Libreria Arcadia

Stamattina Milano si è svegliata con la neve. Bellissimo vedere tutto bianco, soprattutto in questo mese in cui le vie si riempiono di luminarie, i balconi di lucine e dalle finestre si vedono gli alberi di Natale tutti colorati. Tempo fa, la mia amica Alice ha organizzato una presentazione alla Libreria Arcadia che si trova a Rovereto (TN) e mi ha parlato di librai bravissimi, preparati e appassionati, che hanno dato vita a una comunità di lettori.  Come al solito mi è venuta la curiosità e allora ho deciso di fare alcune domande ai due librai fondatori di Arcadia (Giorgio Gizzi e Monica Dori) che lavorano con altre due libraie (Marta Panizza e Silvia Turato).  Giorgio e Monica mi hanno raccontato come e quando è nata Arcadia e dato un po’ di consigli. Chiudiamo così l’ultimo appuntamento di #Libromania del 2019 proprio con loro. E mi raccomando, a Natale regalate libri, che la cultura dev’essere diffusa e protetta.

Ciao! Intanto grazie mille per l’intervista. Ci raccontereste la storia della vostra libreria?
Grazie a voi che ci avete interpellati. L’Arcadia nasce a Roma ben ventisei anni fa e, rispondendo al suo spirito nomade e avventuriero ormai, quasi quattro anni fa, decidemmo di aprire una seconda sede decisamente più a nord, a Rovereto, in Trentino, il luogo in cui spesso spezzavamo il nostro viaggio di ritorno dalla montagna praticata soprattutto in estate, fra Austria ed Alto Adige: un azzardo, una follia, ma rigenerante. Dopo un anno in cui le due librerie sono esistite entrambe, abbiamo però sentito tutto il fascino della nuova sfida e abbiamo così chiuso, seppur a malincuore, la sede storica di Roma, dove siamo stati molto bene, per conoscere nuovi lettori e abitudini di vita. La scommessa era vinta. Si tratta del primo e unico di caso di libreria indipendente che non chiude per crisi (la libreria di Roma funzionava benissimo), ma per una scelta di vita e un desiderio di completezza.

Come mai l’avete chiamata Arcadia?
L’Arcadia nell’età classica era un luogo ideale, rifugio di pensatori e spiriti eletti. Crediamo debba esserlo anche una libreria: un luogo dove le idee altrui sono bene accette, dove si possono esprimere opinioni e avere un interscambio, in cui i librai ascoltano e consigliano e imparano anche loro qualcosa dai lettori; un posto dove sia bello passare il proprio tempo, avendo la certezza che sia ben speso.
Noi offriamo, attraverso i libri, qualcosa di molto prezioso: finestre sul mondo, la possibilità di vivere altre vite, diverse dalla nostra. E soprattutto una riappropriazione del proprio tempo, la trasformazione delle ore in un tempo da dedicare a se stessi, lontani da quei social che sociali non lo sono affatto.

Rue de la Résistance. Questa è una targa posta vicino all’entrata della vostra libreria. Come mai? E secondo voi la resistenza si può fare con i libri?
L’abbiamo scovata da un antiquario parigino. La libertà di oggi – quella di tutti – viene dalla Resistenza, da quel momento storico lì. Ci piace ricordarlo. Tanto nel resto d’Europa come nel nostro Paese, oggi le librerie “resistono” alla uniformazione dei centri cittadini, con i grandi brand che rendono Dublino uguale ad Atene per offerta commerciale; le librerie, con i tanti incontri e iniziative che organizzano, sono luci accese e rifugi su strade che altrimenti sarebbero al buio, inospitali e insicure. Amazon sta distruggendo il tessuto connettivo delle città: favorito dal fatto che non paga tasse nei singoli Paesi, vende a prezzi impossibili per un operatore onesto. I suoi però sono finti sconti per il consumatore finale che si vedrà aumentare le imposte locali a causa del fatto che Amazon distrugge la pluralità dei contribuenti e se siamo sempre in meno a pagarle, saranno necessariamente più alte per tutti.

Qual è il vostro rapporto con i clienti? So che avete una grande e solida comunità di lettori!
Un rapporto bellissimo, sì. Ci sono molti tipi di utenti in libreria: lettori che amano orientarsi da soli, indisturbati e altri che invece cercano i nostri consigli. Noi rispettiamo e amiamo entrambi. L’Arcadia accoglie lettori di ogni età, opinione e attitudine. Abbiamo persone che ci seguono da altre regioni: bambini veronesi che abbiamo conquistato con un consiglio e che vengono a fare scorta di nuove meraviglie; lettori di Modena e di Reggio Emilia che bruciano la strada per scoprire i nostri “libri di contrabbando”; frequentatori da Bolzano e Venezia in cerca del “libro sotto la campana di vetro”…

Organizzate moltissimi eventi e non solo all’interno della libreria. Addirittura passeggiate in montagna! Quali sono gli eventi in libreria programmati per gennaio?
Moltissimi eventi, davvero. A fine 2019 arriveremo alla quota record di 196 incontri e, ci teniamo a dirlo, tutti di grande qualità e interesse. Quasi cinquanta ospiti stranieri quest’anno e provenienti da quarantasei Paesi diversi. Abbiamo portato a Rovereto il Premio Nobel per la letteratura Olga Tokarczuk, il grandissimo Antonio Muñoz Molina, il poeta ungherese Imre Oravecz, l’australiano Peter Cochrane e il fenomenale autore israeliano Assaf Gavron, traduttore di Mann e Kafka in ebraico, solo per citarne alcuni. A gennaio avremo grandi nomi come Carlo Cottarelli e Massimo Carlotto, lo storico Alessandro Marzo Magno con il suo libro su Venezia e La scienza delle verdure di Dario Bressanini.

Passeggiate letterarie, Librinbici, In montagna a liberar poesie… sono eventi organizzati al di fuori della libreria…
La libreria è bella anche fuori dalla libreria: il mondo è il suo prolungamento e viceversa. Con i componenti del nostro agguerrito e formidabile Gruppo di lettura siamo andati in montagna a liberare poesie da una vetta (In montagna a liberar poesie). Sono momenti indimenticabili, che cementano le comunità umane e i libri ne sono il collante. Le iniziative sono davvero tantissime perché tante sono le possibilità.

Sul vostro sito, nella sezione “Bambini”, c’è l’etichetta “Dislessia” in cui scrivete che dedicate particolare attenzione ai lettori pigri e/o dislessici. Quali sono alcuni titoli che avete consigliato?
Ci sono in Italia piccole case editrici, la Bianconero su tutte, che hanno costruito un catalogo di classici e nuove uscite per l’infanzia, adattissime – per la carta usata, il font realizzato e adottato, e altri accorgimenti tecnici – a esser lette dai dislessici o da chi ha poca voglia di leggere, qualunque età abbia. I risultati sono impressionanti. Consigliamo a tutti un grande sconosciuto classico come Mossy Trotter di una Elizabeth Taylor che non era l’attrice.

Stiamo per entrare nel 2020… Il vostro libro del cuore del 2019?
Siamo quattro “librai lettori” (così ci piace definirci) e ognuno di noi ha gusti diversi. Impossibile trovarci d’accordo su un solo libro: ve ne offriamo quattro, ma senza dirvene la paternità (o maternità visto che tre di noi sono donne): Acqua di mare di Charles Simmons (Sur Edizioni), Le diciotto frustate di Assaf Gavron (Giuntina), Il silenzio delle ragazze di Pat Barker (Einaudi) e Tigre di Polly Clark (Edizioni di Atlantide). E questo solo per fermarci alla narrativa.

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