Un’Italia arcobaleno esiste già (basta visitarla!) – Intervista a Giovanni Dall’Orto

Ho sempre pensato che le guide turistiche, nonostante l’avvento di Internet, siano dei libri preziosi e affascinanti. Negli ultimi viaggi che ho fatto, ho sempre portato con me una guida cartacea da sfogliare e un taccuino su cui annotare tutti i luoghi da vedere e visitare.
Certo, qualcuno potrebbe obiettare che nel momento in cui una guida arrivi in libreria sia già “vecchia”, ma a una nata negli anni Novanta che ha viaggiato con una famiglia che aveva sempre una guida nello zaino certi pensieri non vengono proprio. Perché se su Internet tutto è istantaneo, rapido e aggiornato, sulla carta le storie e la storia si scoprono lentamente, pagina dopo pagina (ed è una cosa nostalgica e bellissima al tempo stesso).
Oggi, 21 maggio, per Edizioni Sonda esce Italia Arcobaleno, scritta da Giovanni Dall’Orto, storico, giornalista e militante gay, e illustrata da Massimo Basili.

Una guida colorata e dettagliata in cui si evince che la Storia, prima di essere un accumulo di date e nomi, è fatta di persone, di avvenimenti e di luoghi. La peculiarità di questo libro è che è la prima guida lgbt, turistica e storica, (e spero che sia la prima di tante): Dall’Orto, grazie a diversi itinerari, ci porta a Firenze, a Milano, a Roma, a Torino e a Venezia, raccontando di persone lgbt che hanno vissuto in queste città.
Con un taglio giornalistico attento e le meravigliose illustrazioni e fotografie che corredano i testi, Italia Arcobaleno è una guida che permette di visitare strade e musei in modo diverso. Per conoscere meglio il progetto, ho fatto qualche domanda a Giovanni Dall’Orto che ringrazio per la disponibilità. È una guida molto bella, utile e interessante. Dategli un’occhiata, non ve ne pentirete.

Ciao Giovanni! Come è nata l’idea di questa guida?
È nata dalle conferenze che tenevo presso l’Arcigay di Milano un quarto di secolo fa, che mi avevano spinto a cercare il metodo per interessare a un tema insolito i ragazzi che venivano ad ascoltarmi. Avevo notato che l’interesse saliva se parlavo di luoghi, edifici, oppure oggetti, che era possibile materialmente vedere e toccare o visitare. Infatti ho anche organizzato nel corso dei “Pride” gite guidate in varie città. Poi però a un certo punto, quando ho cercato di pubblicare il risultato delle mie ricerche, nessun editore era interessato, quindi ho chiuso tutto in un cassetto, fino a quando Edizioni Sonda ha accettato di rischiare. Dico rischiare perché è la prima guida del genere mai pubblicata in Italia, nonostante all’estero volumi di questo tipo esistano da trent’anni buoni. Ma evidentemente il Paese non era ancora pronto per questo tipo di proposta.

Hai scelto cinque città: Firenze, Milano, Roma, Torino e Venezia. Come mai hai scelto queste? Avrai fatto tantissime ricerche e studiato diversi itinerari… qual è stato il tuo metodo di lavoro?
Abbiamo scelto quelle perché prima di partire avremmo potuto seguire un criterio alfabetico, in cui Napoli sarebbe venuta prima di Torino, oppure un criterio geografico, sperando ottimisticamente in una buona accoglienza che giustificasse un secondo volume, dedicato al Sud. Abbiamo optato per il criterio geografico, e iniziato con cinque città del Centro e del Nord. Se ci sarà un secondo volume, si concentrerà maggiormente sul Sud, anche se non in modo esclusivo.
Se invece il secondo volume non ci sarà, il primo ha comunque presentato le città che attirano una percentuale spropositata del turismo italiano.
Per quanto riguarda il metodo di lavoro, la guida nasce come progetto collaterale di altri libri di storia dell’omosessualità e della cultura gay più “tradizionali” che ho scritto e pubblicato nel corso degli anni. Ho letto migliaia di testi e documenti, e ho fatto il “setaccio umano”, mettendo da parte il materiale che poteva entrare nella guida ogni volta che ci inciampavo.
Ho privilegiato materiali curiosi o insoliti, ma anche utili a dare un’idea della vita dei nostri avi, con il solo limite per cui per entrare a far parte della guida il personaggio trattato doveva avere fatto o vissuto qualcosa che fosse collegabile a un luogo fisico preciso, o a un oggetto, o a un’opera d’arte. Questa guida è infatti anche una piccola scorribanda nella storia dell’arte lgbt in Italia.

Firenze

Il libro è illustrato da Massimo Basili, avete concordato insieme le illustrazioni dopo avere scritto i testi oppure avete lavorato di pari passo?
No, ho lasciato libertà di scelta a Massimo. Non volevo costringerlo a illustrare le scene che avrei scelto io, anche se gli ho segnalato alcuni episodi che secondo me erano importanti. E infatti Massimo mi ha sorpreso illustrando episodi che io non mi sarei mai sognato di scegliere. Quando lavori a un libro per troppo tempo, perdi l’obiettività. Ti affezioni a episodi che ti sembrano importanti, ma che poi i lettori non notano proprio. Quindi era giusto che la scelta venisse fatta da chi non si era ancora “affezionato”, che avesse un occhio “vergine”, per così dire.

Milano

La tua guida è molto scorrevole, i luoghi e le date non vengono sciorinati bensì legati a diversi aneddoti. Cos’è per te la storia?
È scorrevole perché di mestiere nella vita ho fatto il giornalista, quindi ho voluto usare uno stile “giornalistico”. Io quando scrivo desidero riuscire a farmi capire.
Che cos’è per me la storia? Lo riassumo spesso in una frase: «Il giornale di oggi, ma letto domani». Come si diceva quando ero ragazzo, «La storia siamo noi». La storia è il racconto di vite umane, di persone come noi, eppure spesso molto diverse da noi.
In particolare, per una persona lgbt è importante ricordare sempre che senza un movimento di ribellione contro i pregiudizi della società, a partire dall’Ottocento, oggi non saremmo dove siamo, non avremmo avuto gli spazi di accettazione che invece ci siamo conquistati.
Ma la nostra non è una storia di soli trionfi: contiene anche molte sofferenze, che non ho voluto tacere, raccontando dei roghi e dei processi dei “sodomiti” antichi.
I morti hanno il passo leggero, ma lo storico riesce a sentirli camminare per le strade delle città spesso bellissime che hanno costruito e abitato, e che ci hanno lasciato perché oggi ci vivessimo noi. Io volevo aiutare anche altri, che non fossero storici, a percepire quel passo.

Roma

A proposito di aneddoti, ce ne racconteresti uno presente nella tua guida che ti ha sorpreso quando lo hai scoperto?
Secondo me sulla storia abbiamo preconcetti talmente radicati che praticamente ogni episodio sarà sorprendente, per chi leggerà. Ma fra quelli che ho presentato, forse il più commovente è quello di Rolandina Roncaglia, una trans che fu bruciata viva sul rogo nel Trecento perché si prostituiva in abiti femminili a Venezia. Ho trovato il verbale col suo interrogatorio e ne ho tradotto un estratto nella guida. Trovo che sia commovente, perché questa persona fu torturata e punita atrocemente senza avere nuociuto a nessuno, solo per essere stata se stessa.

Rolandina Roncaglia

C’è una città che non è presente e che avresti voluto inserire?
Napoli. È stata per un breve periodo la più grande città d’Europa, con una sottocultura sodomitica sviluppatissima. Ma se l’avessi inserita non sarei riuscito a farci stare Torino, e in quel caso dividere poi la guida in due volumi sarebbe diventato difficile.

Spero che questo sia il primo libro di una lunga serie, stai già lavorando alla seconda guida? E se sì, su quali città vorresti concentrarti stavolta?
Sì, nel mio computer ho già accumulato il materiale per la seconda parte, se la prima piacerà ai lettori. In realtà è da vent’anni che il materiale è lì dentro, quindi per me sarebbe splendido riuscire infine a tirarlo fuori dalla sua “prigione”.
Oltre che di Napoli vorrei parlare di Palermo, Taormina, Capri, e poi a seconda dello spazio che ho, Catania, Padova, Genova, Siena, Lucca, Bologna… Il materiale di cui parlare è tantissimo. C’è solo l’imbarazzo della scelta.

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