Storie clandestine. Intervista a Federica Scazzarriello

Se prendiamo ciò che studiavamo a scuola, le materie del sussidiario per intenderci, quella con il nome più ambiguo, affascinante, polisemantico è sicuramente la Storia.

La Storia fatta dai vincitori, dalle elites, e allo stesso tempo la storia siamo noi: il racconto del mondo ha infiniti autori, punti di vista, modi per raccontarlo.

E quale metodo più semplice e più forte della storia d’amore? I momenti di passione che hanno coinvolto i potenti sono stati romanzati, raffigurati, hanno riempito le cronache dell’epoca e l’immaginario dei popoli.

Il pubblico diventa privato, il matrimonio diventa una favola conosciuta da tutti, ma non sempre a lieto fine. Federica Scazzarriello, nel suo I tradimenti amorosi che hanno scandalizzato il mondo, edito da Newton Compton, ci fa capire perché le relazioni sono da sempre definite storie d’amore: perché superano i confini della coppia per entrare nei racconti e nelle dicerie di ognuno di noi, perché non vediamo l’ora che arrivi la prossima puntata, perché come ogni favola che si rispetti hanno un buono e un cattivo, e molto spesso anche una fine.

Federica Scazzarriello ci offre un viaggio ricco e piacevolissimo, con il finestrino abbassato e la polaroid al collo, che va da Cleopatra a Monica Lewinsky. Miti che ci restituisce come amanti e come icone, non perdendo mai di vista lo strano intreccio secondo cui le ragioni del cuore e quelle della politica sono molto più vicine di quanto immaginiamo.

Approfondiamo questi temi con l’autrice, che ringraziamo per l’intervista.

Perché il tradimento ci interessa così tanto?

Me lo sono chiesto anche io, quando ho iniziato a scrivere questo libro. Mi sono risposta che il tradimento è una delle esperienze base dell’essere umano, ma è più interessante delle altre perché mette in gioco ciò di cui siamo principalmente composti, e cioè il desiderio.

E quanto è più intrigante quando il desiderio è quello degli altri, soprattutto di quelli che sentiamo al di sopra di noi. Che brivido ci provoca ritrovare le nostre debolezze in un dio come Brad Pitt, o in una figura di potere come Bill Clinton? E noi possiamo accomodarci a spiare. è il proibito, è il buco della serratura largo il giusto perché ci faccia godere lo spettacolo senza subirne le conseguenze.

Oppure potrei dirti che siamo tutti delle brutte persone. Anche questa mi sembra una risposta adeguata. 

Nel tuo libro ci racconti storie di corna dagli albori della civiltà fino ai giorni nostri. L’infedeltà è un argomento vecchio come il mondo, ed è stata considerata diversamente nei vari momenti storici. Studiandola, è cambiato anche il tuo modo di vederla? Qual è la tua definizione di fedeltà?

Io ho sempre giudicato il tradimento. Lo additavo come un neo scomodo sulla pelle liscia del sistema-uomo (e donna). Poi un pochino sono cresciuta, e mi sono accorta che anche i nei fanno parte della pelle; e in particolare incontrare queste storie, che si perdono nella leggenda o che vediamo sui giornali oggi, mi ha chiesto di avvicinarmi al neo non per giudicarlo come un difetto, ma per osservarlo come parte integrante della pelle.

Ti dirò, proprio perché ho scritto questo libro, non mi sento pronta a rispondere a una definizione di fedeltà. Nonostante ami molto le definizioni, questa è una delle cose che provo a non incidere sulla pietra, che preferisco imparare dalle storie.

Perché, secondo te, si tradisce?

Domandona.

Potrei chiederti, di rimando: “Perché, secondo te, ci innamoriamo?”

Grandi quesiti a parte, credo che, da che mondo è mondo, ci accompagna una bipolarità di istinto. Vogliamo la comodità, le babbucce e la coperta di pile sul divano già riscaldato da un’altra persona; ma bramiamo anche il rischio e l’adrenalina. Inseguire quello che sentiamo essere il nostro desiderio, appunto.

Il problema è che non sappiamo da che parte stare. Tradire, il più delle volte, ci permette di soddisfare gli istinti senza alterare la situazione divano&babbucce, ci consente di restare in una stasi che chiamiamo (chissà perché) equilibrio.

Certo, a volte è perché siamo già in una realtà che non ci appartiene, e il tradimento rivela ciò che non quadra in quella comodità.

I primi capitoli, quelli ambientati nell’antichità, ci prospettano una vita amorosa piena di amanti, concubine, rapporti extraconiugali. Parlare di tradimento, ovviamente, ci porta ad una concezione più vicina a quella che ci ha accompagnato dal medioevo in poi, con una stretta monogamia. Pensi che questa concezione stia tramontando, o che ancora non siano state trovate alternative valide?

Anticamente il matrimonio era un contratto puro e semplice. Una delle conseguenze era che il desiderio non apparteneva alla coppia: con la moglie si compiva un dovere per mettere al mondo dei figli; il piacere, lo si cercava e sfogava altrove, con donne che venivano ritenute non all’altezza. Ma era una situazione normale – almeno per gli uomini.

Anche il matrimonio come scelta d’amore, però, non tiene conto del fatto che siamo esseri in continuo cambiamento, e che le nostre promesse non sempre ci seguono nella nostra evoluzione e crescita. C’è chi riesce a rimanere insieme e ad amarsi fino alla fine; ci sono coppie, invece, che fanno un percorso e poi devono separarsi. Oggi, soprattutto con le generazioni dopo la mia, cominciamo ad aprirci a una percezione più fluida della promessa (vedi ad esempio il concetto di poliamore). Ma la strada è ancora molto lunga.

Le fonti storiche che hai utilizzato abbondano di particolari scabrosi, al limite del gossip. La storia personale dei regnanti diventa parte della storia di tutti noi. Dov’è il discrimine tra pubblico e privato?

Io in questo mi sento cattiva, sì! La mia voglia di giustizia dice: “Mo ‘sta bicicletta te la pedali”. Gestire un certo tipo di potere (regnare e comandare in genere, o addirittura solo influenzare in qualche modo l’opinione pubblica) ti porta a “stare più in alto” rispetto agli altri: secondo le leggi della fisica, più stai in alto, più sei esposto.

Credo però che molti di quelli che sono lassù sottovalutino quanto bene può fare questa cosa. Troppo spesso, anche oggi, i personaggi molto in vista ci appaiono come avvolti da un’aura di perfezione, come se creassero sempre bellezza in tutto ciò che fanno. Un po’ di gossip (sempre abbinato a un sacrosanto metro di giudizio!) abbassa le aspettative, crea più umanità intorno a delle figure che vediamo sempre e solo schiacciate sul patinato dei giornali o dei libri di Storia.

Dopo tutte queste storie di tradimento, parliamo di storie a lieto fine: raccontaci in due righe la tua storia d’amore preferita.

A nove anni, un bambino decide che la sua vita è cambiata, perché ha visto un’altra bambina che sembra camminare a parecchi centimetri da terra. Passa tutta la vita a pensare a lei mentre scrive, va in battaglia, perde tutto e viene esiliato dalla sua città. Continua a pensare a lei, solo a lei, quando crolla nel buio della depressione. Il pensiero di lei che lo aspetta dall’altra parte, un’altra parte piena di luce, lo porta a fare il miglior viaggio nell’essere umano che mai ci sia stato regalato. Figurati di cosa è capace l’amore.

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