Per tutto il resto dei miei sbagli – Il romanzo di esordio di Camilla Boniardi (Camihawke)

Vi siete mai ritrovatə a leggere delle vecchie lettere, magari scambi epistolare tra i vostri genitori o, ancora meglio, nonnə?

A me è capitato spesso. Da bambina era un passatempo che mi faceva letteralmente impazzire: frugavo nei cassetti della vecchia casa dove mio padre aveva passato l’infanzia alla ricerca di nuove succulente storie in cui immergermi.

Ecco, leggere Per tutto il resto dei miei sbagli, romanzo d’esordio di Camilla Boniardi – in arte Camihawke – edito da Mondadori, mi ha ricordato – e dato – la stessa adrenalina di quando da bambina facevo capolino tra le storie dei miei famigliari, sbirciandole dalle fessure rimaste aperte tra una parola e l’altra.

Entriamo nella vita di Marta – la protagonista – senza fare troppo rumore. La osserviamo mentre tenta di mettere insieme pezzi di un presente dai contorni molto confusi, in netta contrapposizione con un passato, invece, incredibilmente vivido.

Secondo me la memoria è un muscolo involontario. Lo dico perché, a me, una cosa che capita spesso di fare è di memorizzare particolari irrilevanti, attimi o dettagli nati senza i giusti requisiti di importanza per sconfiggere il tempo, eppure eccoli lì che trionfano nella mia involontaria selezione della realtà.

Nel corso di tutta la lettura – ahimè troppo breve, avendo letteralmente divorato il romanzo – ho continuato a chiedermi quanto di Marta ci fosse in Camilla e quanto, invece, di Camilla ci fosse in Marta. Eppure fino alla fine del libro non mi sono mai chiesta quanto di Marta e Camilla c’è in ogni lettore.

Marta vive un periodo confuso, intrappolata in una ragnatela che lei stessa, per indole o per semplice vissuto, ha creato e dalla quale non riesce a districarsi. C’è l’università, scelta più per convenienza che per passione, c’è l’amore – più che un felice approdo una sorta di buia prigione – vissuto con l’ansia di non sentirsi mai abbastanza, di deludere le aspettative.

Insieme a Marta, per fortuna, c”è Olivia, l’amica di una vita, di quelle che ognuno nella propria di vita dovrebbe averne una. Fedele, presente, osservatrice e ascoltatrice silenziosa e premurosa, è proprio Olivia, grazie al suo instancabile spirito d’iniziativa – oltre che alla sua invidiabile capacità di attaccare bottone con tutti – che Marta incontra Leandro, il cantante di uno dei suoi gruppi rock preferiti.

La storia tra Marta e Leandro ha un po’ della storia tra Marianne e Connel, personaggi di Persone Normali. C’è quell’amore che nasce dalla forza delle parole, dall’essenza ed essenzialità della comunicazione. In un tempo che scorre secondo una misurazione affatto canonica, le giornate si allungano e si accorciano nell’attesa o nella frenesia di una nuova di risposta.

È di tempo, infatti, che Marta ha bisogno, così come Leandro. “Ogni cosa a suo tempo” è quello che si dice sempre, ed è anche ciò che sembra volerci dire questo romanzo. L’incontro con Leandro, l’inizio della loro storia e una lunga e assordante attesa sono le coordinate per una storia più grande: quella di Marta che cerca di uscire dalla morsa dell’essere un’altra, una versione diversa e imperfetta di se stessa che mette i bastoni tra le ruote a una versione di sé autentica e, se non perfetta, sicuramente migliore.

Quanto di Camilla c’è in Marta, mi chiedevo leggendo. Sono certa che molto è la risposta che quasi ogni lettore darebbe. Di certo c’è tutta Camilla nelle parole delicate e fluenti di questo suo primo romanzo divertente e intimo. È per questo che nel leggere Per tutto il resto dei miei sbagli viene naturale dare un volto ai suoi personaggi, ognuno dei quali assume le sembianze di chi – soprattutto se seguiamo Camilla da un po’ sui social – ha popolato e popola le sue stories e i suoi racconti quotidiani. Sentirsi Marta, Olivia o Leandro è questione di un attimo. Personaggi concreti che affrontano i dilemmi del mondo reale e cercano un mondo per mantenersi a galla.

Si potrebbe dire che Per tutto il resto dei miei sbagli è il racconto di una storia d’amore. Sì, si potrebbe, ma sarebbe troppo banale e riduttivo. Dentro questo esordio c’è molto di più. Il valore dell’amicizia, l’indagine su se stessi e sui sentimenti, il senso di vuoto e inadeguatezza. Dentro Per il tutto il resto dei miei sbagli c’è un’intera generazione ferma sul baratro dell’incertezza, c’è la battaglia di chi rivendica una libertà limitata dai mostri delle aspettative. Dentro Marta, Leandro, Olivia, ci siamo noi, generazione di trentenni squattrinati e confusi, ma fortunatamente inguaribili sognatori, che continuano a guardare con fiducia al futuro, sempre e rigorosamente con la giusta colonna sonora in sottofondo.

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