La sete di Marie-Claire Blais

Safarà Editore ha pubblicato a febbraio per la prima volta in Italia (la traduzione è a cura di Federica Di Lella) il romanzo di un’autrice canadese molto discussa, originale e sperimentale: Marie-Claire BlaisLa sete è un flusso narrativo che passa da un personaggio a un altro. Il libro, vincitore del Prix du Gouverneur général e prima parte del ciclo Soifs, si apre con una citazione di The Waves di Virginia Woolf:

«Now no one sees me and I change no more. Heaven be praised for solitude that has removed the pressure of the eye, the solicitation of the body, and all need of lies and phrases.»

Marie-Claire Blais

D’altronde l’autrice canadese si è guadagnata non solo proprio la nomea di erede di Virginia Woolf ma ha anche avuto una candidatura al Nobel. Blais scrive pagine dalle quali sgorgano violenza e bellezza catturando l’anima della nostra epoca. Alla fine degli anni Cinquanta viene considerata una sovversiva per linguaggio e temi, e La sete è un unico, lunghissimo flusso di coscienza corale lungo tre giorni che rifiuta la punteggiatura ordinaria. Non ci sono punti se non ogni cinque o sei pagine e neppure capoversi. 

A cavallo della fine del ventesimo secolo e dell’inizio di una nuova vita del neonato Vincent, Blais genera una struttura straordinariamente polifonica che alterna le voci di differenti personaggi, degli emarginati di diversi genere ed età, lasciando il lettore in balia di una forma che poco a poco si rivela conturbante e che diventa progressivamente la ragione stessa dell’opera. «Il mondo di sovrapposizioni, di continua violenza, in un mondo che da tutto questo guadagna un potere narrativo che dilaga delicatamente sulla pagina insieme a una profonda gioia di vivere, in una prosa magistralmente controllata, chiara e flessibile come un foglio» (1).

La sete rappresenta un lavoro di scrittura durato più di venti anni che abbraccia l’intera epoca moderna. In un’isola ai margini del Golfo del Messico, si incontrano degli individui, si avvicinano, poi si allontanano di nuovo, come onde che si muovono avanti e indietro: ricchi e poveri, artisti, bambini, giovani, un giudice, gente di mare. Un’umanità intera che, come la coraggiosa avvocata Renata, condivide la stessa sete di piacere, di ubriachezza, ma anche di giustizia.

«(…) nessun affetto, nessuna premura avevano potuto trattenerla, pensava lui, quella sete smaniosa era tipicamente sua, la sete di Renata, quanto oscuro e incontrollabile appariva il suo modo di fare, quando sapeva che poteva morirne, l’aveva vista tante volte persa in quell’atteggiamento di distanza assorta e poi, immobile, senza guardarlo, animarsi di colpo per ripetere un gesto da automa, quello di fissare avidamente la sigaretta, di cui soffiava subito fuori il fumo, posando intanto l’accendino dai riflessi lucenti su un mobile, accanto al letto, l’oggetto malefico li perseguitava fin nei recessi della loro vita intima, adesso, pensava, bisognava cancellare dalla camera quelle tracce sinistre, ciò che ancora restava della conversazione notturna, un giornale che avevano letto insieme la sera prima, il nome del condannato, la sua fotografia, a che pro, era troppo tardi (…)» (2)

In un mondo alla deriva una sete inguaribile che divora, che dona solo irrequietezza, l’umanità condivide questa stessa sete e il lettore segue il ritmo incessante dei personaggi che ragionano sulla vita e sugli orrori della loro contemporaneità. Si passa da una vita all’altra senza preavviso, i personaggi sono davvero tanti in una dimensione senza storia, spazio e tempo. Sentono il loro destino come incomprensibile e amorfo, ma succede così quando vivi i tuoi pensieri presenti, con il timore che questo possa essere senza meta, banale e mediocre. 

La critica sociale di Blais nasce da una prosa originale e ricca di tensione, una ricerca di rinnovamento formale paragonabile alle avanguardie francesi di inizio Novecento. La prosa propulsiva, a cui ci si deve abituare anche dopo diverse pagine, si sviluppa in un linguaggio sperimentale in cui si fondono lirismo, registro popolare e satira. D’altronde Marie-Claire Blais è stata acclamata come una delle più grandi scrittrici della sua generazione e nel corso della sua vita le sono stati conferiti numerosi premi e riconoscimenti che l’hanno consacrata nel panorama delle più importanti scrittrici contemporanee.

Note

(1) Citazione della recensione del quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung

(2) Marie-Claire Blais, La sete, Safarà Editore, 2021, pagg. 15-16 

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