Nel ruggito della spiaggia scossa dalle onde | Edgar Allan Poe

Per la Collana Settemari di Edizioni Haiku è uscito a marzo Nel ruggito della spiaggia scossa dalle onde di Edgar Allan Poe. Si tratta di una mini-antologia pirata, tradotta e curata da Mauro Cotone. Poe, tra le moltissime tematiche trattate nella sua vita, non ha resistito al fascino delle storie piratesche. L’autunno si è appena affacciato di nuovo nelle nostre vite e questa raccolta è quello che fa per noi.

Diversi sono i racconti e le poesie dall’animo tipicamente gothic dell’autore americano che nella sua breve vita (è morto a 40 anni nel 1849) ha creato non solo con i suoi racconti la base per la letteratura horror novecentesca, ma ha anche anticipato la critica moderna e generi letterari come la detective story e il gotico moderno. Poe era fondamentalmente figlio del suo tempo, un romantico: è sempre stato alla ricerca della bellezza, intesa come verità, aspirazione eterna, da ricercare ovunque, persino nel terrore, nella deformità, nel grottesco e negli abissi del cuore umano. Adorava la poetica di Lord Byron e la sua difficoltà di vivere una vita felice si trasforma nei temi della sua opera (malinconia, presagio della morte, lutti, dolorose rimembranze).

L’immagine riprende un’illustrazione di Aubrey Beardsley (1872 – 1898), fonte www.printmag.com/post/edgar-allan-poe-illustrations

Ho incontrato Poe per la prima volta (o almeno quella ricordo) a 14 o 15 anni forse quando ho letto in inglese Il gigante egoista e altri racconti. Il fascino che emana è ancora vivo dentro me. La genialità di Poe, ancora una volta in questo libro edito da Edizioni Haiku, è palese. Uno dei racconti dell’antologia pirata, Lo scarabeo d’oro (1843), descrive il ritrovamento del tesoro del pirata scozzese William Kidd (1645-1701), personaggio storico a cui lo stesso Daniel Defoe dedicò un intero capitolo del secondo volume della Storia generale dei pirati. 

I primi tre racconti (Il cuore rivelatore, Il gatto nero e Il barilotto di Amontillado) appartengono al filone più macabro, sono la discesa verso l’abisso della follia. Un senso di inquietudine soggiace tra le righe, una dopo l’altra:

«Era decisamente l’opposto di quanto mi ero aspettato, ma – non so come o perché – il suo evidente attaccamento verso di me mi disgustava e mi seccava. Gradualmente, questi sentimenti di repulsione e fastidio si trasformarono nell’odio più amaro. Evitavo quella creatura, ma una certa sensazione di vergogna e il ricordo del mio atto crudele mi impedivano di farle fisicamente del male. Per alcune settimane non lo colpii né gli portai violenza in alcun modo;
ma gradualmente – molto gradualmente – presi a considerarlo con insopportabile disgusto e a sfuggire in silenzio alla sua odiosa presenza, come dal fiato della pestilenza.»

– E. A. Poe, Il gatto nero, pag. 30

Di seguito due poesie di Poe, come Un sogno dentro un sogno e Il Corvo, che rappresenta una delle poesie più celebri. Con gli strumenti musicali della rima, dell’allitterazione e della cadenza metrica, Poe crea un’atmosfera sovrannaturale:

«E ora, immobile, quel corvo
siede ancora, siede ancora
sopra il busto di Minerva
lassù in alto sulla porta.
E i suoi occhi hanno il sembiante
di un demonio quando sogna;
e la lampada ondeggiando
getta l’ombra sul tappeto.
Da quell’ombra che galleggia
sul tappeto, la mia mente
sarà libera, mai più.»

– E. A. Poe, Il corvo, pag. 113

A conclusione della mini antologia troviamo il saggio La filosofia della composizione dove Poe espone il suo pensiero sulla composizione senza esimersi da una sonora critica verso gli altri autori. Secondo Poe ogni opera nasce seguendo un percorso preciso, iniziando a considerare l’effetto che si vuole dare e non da una intuizione estatica, come vogliono far credere gli altri scrittori, in particolar modo i poeti. Poe mostra così il suo modus operandi prendendo a riferimento la poesia precedente Il Corvo.

Come scrittore e poeta non ha bisogno di particolari presentazioni, riconosciamo Poe dalla sola fisionomia. Da sempre ho avuto l’impressione si fosse caricato di un male di vivere universale, quello di tutti noi. Con il suo stile gotico, in questa sua mini-antologia sembra essere uno di quegli uomini ammantati di un buio profondo e privo di luce. Ma è il fascino misterioso di Edgar Allan Poe.

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