Le sorelle Grémillet – La magia del quotidiano

Buon Halloween! Sono figlia degli anni Novanta e i primi anni d’infanzia non era solito festeggiare Halloween, vestirsi in maschera e provare a chiedere “Dolcetto o scherzetto?” ai vicini di casa. Tutto è cominciato quando i prodotti crossmediali statunitensi sono giunti in Italia e così anche noi, bambinə e ragazzinə, abbiamo cominciato a travestirci da fantasmi usando vecchi lenzuoli, da streghe comprando i cappelli a punta e da mummie usando rotoli e rotoli di carta igienica (con il senno di poi… quanto spreco!).

Tra le altre cose, il 31 ottobre è proprio il giorno in cui il primo episodio delle Witch, la serie che milioni e milioni di lettorə hanno amato, ha inizio. Will, Irma, Taranee, Cornelia e Hay-Lin, le cinque ragazzine magiche più famose del pianeta, quest’anno hanno compiuto vent’anni e tanti sono stati i momenti in cui questa magnifica serie è stata ricordata.

Quando ho scoperto che Tunué avrebbe pubblicato Le sorelle Grémillet di Alessandro Barbucci (uno dei creatori di Witch) e Giovanni Di Gregorio, ho atteso l’uscita freneticamente, già incantata dalla copertina che un po’ ricordava i toni magici e fantasiosi di Witch. Quello che non sapevo era che la nuova serie creata da Barbucci e Di Gregorio si sarebbe discostata dal filone magico a cui siamo abituatə quando parliamo e leggiamo di fantastico.

Sara, Cassiopea e Lucilla sono tre sorelle, molto diverse fra loro. Sara è la sorella maggiore e si comporta da tale, Cassiopea è una sognatrice e, pertanto, ha sempre la testa fra le nuvole, mentre Lucilla, la più piccola, è un’amante degli animali e si confida solo con il proprio gatto. Le tre abitano nella pittoresca e suggestiva Francia insieme alla loro madre, Magda.

Ne Il sogno di Sara, primo episodio della trilogia, (Le sorelle Grémillet sono state pubblicate originariamente in Francia e lì solitamente i volumi vengono strutturati in trilogia, n.d.r.), la primogenita fa un sogno ricorrente in cui appaiono un gigantesco albero e una medusa. Sara sa che quel sogno vuole dirle qualcosa e scoprire cosa sarà compito suo, coadiuvata dalle due sorelle.
La prima cosa da fare è certamente andare a rovistare tra le scartoffie e i ricordi di famiglia ed è proprio lì che le tre trovano una fotografia di Magda, incinta, accanto all’albero che ricorre nei sogni di Sara.

Sara comincia a porre diverse domande a sua madre la quale, però, è evasiva, quasi come se non volesse svelare un segreto che porta con sé da tempo. Così, le tre sorelle decidono di indagare per conto loro e fare dei simil interrogatori a Melina e Angélique, le migliori amiche di Magda. Inutile dire che anche quello risulta essere un buco nell’acqua. Dopo qualche riflessione, Sara comprende che l’unica persona che può dare loro una risposta sincera ed esaustiva per risolvere il mistero è proprio la madre…

Nonostante ci siano molti elementi onirici e fantastici, questa storia non ricalca per nulla quella delle Witch, come hanno anche tenuto a specificare Barbucci e Di Gregorio durante un incontro riservato ai blogger e alle riviste che trattano di fumetti (e a cui anche noi abbiamo partecipato!). Barbucci e Di Gregorio volevano sì, ricreare atmosfere magiche e quasi surreali, ma partendo proprio dalla magia del quotidiano, quei momenti che ognuno di noi – quando li vive – percepisce come magici nonostante di magico non ci sia nulla se non l’essenza.

Il primo volume de Le sorelle Grémillet affronta tematiche importanti e tipiche delle narrazioni per l’infanzia: famiglia, amicizia, rapporti e prime cotte, legami familiari che non sono per forza quelli di sangue, segreti e ricordi dolorosi. Lo fa in maniera seriosa, ma senza lesinare sulle scene buffe e divertenti, e mai in maniera pedante. È impossibile non affezionarsi alle tre sorelle e decidere a quale si è più affinə.

Inoltre, le illustrazioni di Di Gregorio sono spettacolari: gli scenari esterni e interni, l’attenzione ai particolari (nelle camere delle sorelle è possibile rintracciare diversi rimandi alla cultura anni Novanta-inizio Duemila), la silhouette e le espressioni dei personaggi (occhi grandi e tratti morbidi), e i passaggi dal giorno alla notte segnalati da giochi di luce rendono questo primo volume un vero e proprio gioiellino.

Chapeau!

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