Quando l’uomo con la penna incontra l’uomo del regime. Lo scrittore senza nome di Ezio Mauro

In questi giorni si parla tanto di Russia, come fare altrimenti. La Russia è talmente grande da sembrare irriducibile ad una sola definizione. Tolstoj e Dostoevskij, Europa e Asia, lo Zar e i Soviet, Tchaikovsky ed Eisenstein. Esatto, quello di Fantozzi. O la grande letteratura e la censura del KGB, per esempio.

Difficile trovare una sintesi adeguata che riesca a definirla, soprattutto per noi occidentali. Ci vuole la cultura, l’esperienza e la passione di un grande uomo del nostro tempo.

Come Ezio Mauro, ad esempio. Lo scrittore senza nome – Mosca 1966: processo alla letteratura, edito da Feltrinelli, sembra un libro senza tempo, che ci racconta il passato per darci un quadro lucido del presente. Il fatto è noto, e ha come protagonisti Andrej Sinjavskij e Yulij Daniel’. Con gli pseudonimi di Abram Terz e Nikolai Arjak hanno pubblicato in Occidente delle opere critiche verso il regime sovietico, grazie ad un’intermediatrice fidata e un regime apparentemente più morbido. Siamo ai tempi del disgelo, lontani dal terrore di Stalin.

Incoscienza, orgoglio, critica politica, voglia di esprimere parole più vere, errori di calcolo: sono tante le ragioni che hanno portato Sinjavskij e Daniel’ a sfidare, senza volerlo, il regime sovietico. Che tramite il KGB li individua e li processa, trasformandoli in un simbolo di protesta e di verità, certamente, ma soprattutto in due martiri della libertà di parola, o più prosaicamente nei primi due condannati al lager per ciò che hanno scritto nella storia dell’Unione Sovietica.

Ezio Mauro ci accompagna nella storia di due amici, che il regime ha cercato di separare e distruggere nell’identità e nella vita di tutti i giorni. Una storia vera e insieme lontana, che sembra tendere alla distopia nel controllo certosino delle esistenze, quasi orwelliano nella sua pervicacia, nel senso di smarrimento e di paranoia, nella certezza di non essere in pieno controllo della propria vita neanche dopo morti.

Ma malgrado un processo pilotato e una vita compromessa per sempre, i due amici scrittori mettono sotto scacco il regime: pressioni interne ed esterne mettono in imbarazzo l’apparato, il mondo della letteratura fatica a seguire la dottrina sovietica, in qualche modo la cortina di ferro che circonda l’URSS riceve una prima, inaspettata incrinatura.

Difficile non pensare al presente, a Putin che mette fuori legge i principali social network. Ezio Mauro ci dimostra come le parole e le idee siano fluide, impossibili da arginare e tenere ferme. Ieri come sempre.

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