Sinestesie. La nuova avventura di Papersong nel ricordo di Lucio

Da definizione, una sinestesia è “l’associazione espressiva tra due parole pertinenti a due diverse sfere sensoriali”. Come la musica e le immagini. Un accostamento che pertiene al campo della poesia, con le sue regole e la sua meraviglia nel superarle.

Morsi Editore ha deciso di raccogliere la sfida e di trasformarla in un prodotto di qualità. Si chiama PaperSong ed è una rivista nata per raccontare con parole e soprattutto immagini i grandi cantautori del ‘900, la loro storia e il loro modo unico e irripetibile di riscriverla. Abbiamo letto il primo numero, dedicato a Lucio Dalla, e volevamo assolutamente saperne di più: per questo abbiamo contattato Giulia Pavani, l’editrice dell’Officina Editoriale Indipendente Morsi Editore.

Tropismi nasce tra le vie di Bologna, dove “non si perde neanche un bambino”, lo sappiamo, perché c’è una Piazza Grande nel cuore della città e nel nostro. Come mai avete deciso di cominciare proprio con Lucio Dalla?

Abbiamo deciso di iniziare da Lucio semplicemente perché lo amiamo incondizionatamente. È stato un artista che ancora oggi quando canti a squarciagola le sue canzoni in auto ti fanno venire i brividi lungo la schiena.
Lucio Dalla è per noi, che abbiamo ideato un progetto come PaperSong, il pilastro primario del significato della collana sul cantautorato italiano. Il suo spirito è anche il nostro.

Nel manifesto che apre PaperSong dite forte e chiaro che non volete scivolare nella retorica novecentesca secondo cui “era meglio prima”, ma spesso, per tanti appassionati di musica, è difficile non pensarlo. Cosa aveva di speciale la scena cantautorale del ‘900 e cosa manca a quella di oggi?

Per essere fedele alle riserve sull’impressione che “era meglio prima”, non penso che manchi qualcosa al panorama musicale di oggi, credo che in molte occasioni ci sia della povertà culturale e artistica qua questa condizione c’è sempre stata, e va bene così.

Quello che vogliamo raccontare con PaperSong è l’impatto che hanno avuto i cantautori del Novecento sulle nuove generazioni. Con che occhi, con che orecchie e con quale cuore sono giunti a noi? Per trasformarsi in cosa? Io lo trovo molto affascinante.

Una parte, forse la più cospicua di PaperSong, è quella sulle canzoni trasformate in illustrazioni. Ci raccontate questo processo di trasformazione dal suono all’immagine?

Il primo numero di PaperSong è interamente illustrato da Niccolò Cedeno di Roma che ha prestato il suo bellissimo tratto ad un progetto che nasce monocromatico e morirà monocromatico, passando attraverso tutti i colori e che in qualche modo ci sembrava trasmutasse il linguaggio di Lucio in immagine.

Giustapporre suono e immagini non è mai semplice se non si dà all’autore la possibilità di esprimersi senza troppi vincoli, essendo solamente ispirati. Trovando questa armonia i risultati sono poetici.

Potete già anticipare qualche protagonista delle prossime uscite?

A fine giugno uscirà il secondo numero dedicato a Fabrizio De André, stiamo scegliendo l’illustratore o illustratrice che di addentrerà in questa seconda avventura della collana grafica.
Speriamo di poter mantenere le uscite con cadenza trimestrale.

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