“Un pellicano racconta la sua vita”: un grande lascito di Albert Schweitzer riportato in auge da F. Charlotte Vallino

È un libro che arriva dritto al cuore, un’opera che dovrebbe far riflettere sul corretto rapporto da instaurare tra l’uomo e gli animali, mettendo al centro il rispetto reciproco e la salvaguardia di ogni essere vivente. Quella del pellicano Parsifal è una storia piena di humor, ma che al tempo stesso pone al lettore una molteplicità di domande filosofiche ed esistenziali.

Un pellicano racconta la sua vita, scritto da Albert Schweitzer (Edizioni ETS, 2019), è stato curato da F. Charlotte Vallino, ed è stato tradotto dalla stessa per la prima volta in italiano. Il libro viene pubblicato per la prima volta in lingua tedesca nel 1950, mentre l’edizione francese risale al 1952. F. Charlotte Vallino è Professore Ordinario presso l’Università degli Studi della Tuscia, dove attualmente insegna Geografia Politica, Economica, Politica per l’Ambiente. Oltre a essere un’esperta nel campo della Salvaguardia Ambientale e Tutela del Paesaggio, ha condotto una serie di studi molto importanti e significativi sul Vicino e Medio Oriente, in special modo sulla Palestina.

Il Dott. Schweitzer filosofo, teologo, musicista e musicologo, nonché medico, nasce nel 1875 a Kaysersberg (Alsazia). È stata una delle personalità più eminenti del XX secolo e i suoi messaggi di pace e fratellanza sono diventati un monito per l’umanità intera. Ricevette numerosi titoli accademici, onorificenze, gli venne conferito il titolo di laurea honoris causa in Legge dall’Università di Chicago e nel 1952 ottenne il Premio Nobel per la Pace. Il suo nome, infatti, si lega indissolubilmente alla lotta contro l’uso della bomba atomica, che ha caratterizzato la seconda metà del secolo scorso. Albert Schweitzer ha dedicato la sua intera vita ad aiutare gli altri esseri viventi – sia umani che animali non umani – e grazie al villaggio – Ospedale da lui fondato a Lambaréné (Gabon) ha fornito cure mediche a migliaia di persone che altrimenti non avrebbero potuto accedervi, poiché riservate quasi sempre esclusivamente ai bianchi.

L’opera si apre con un’introduzione, scritta da F. Charlotte Vallino, la quale ripercorre le tappe salienti della vita di quest’uomo encomiabile, con lo scopo di mantenerne vivo il ricordo e trasmettere ai Lettori l’altissimo messaggio etico e morale del Dott. Schweitzer. Al riguardo è doveroso citare la sua etica di “Rispetto per la Vita”, la quale considera ogni essere vivente degno di rispetto e chiede all’essere umano di prender atto del grande valore dell’universo naturale avendo cura sia degli animali che dei vegetali che popolano il Pianeta. Segue il racconto del Dott. Schweitzer, corredato di foto autentiche dell’epoca, in bianco e nero scattate dalla Dottoressa Wildikann, del pellicano Parsifal – realmente esistito – e di Albert Schweitzer a Lambaréné.

Il protagonista di questo racconto è un giovane pellicano, che arriva al villaggio – Ospedale assieme a due fratelli. Schweitzer, senza smettere di brontolare e lamentarsi, inizia a prendersi cura delle tre creature, sfamandole e dando loro un posto dove poter vivere e crescere, in attesa che diventino adulti. Dei tre fratelli Parsifal è il più macilento, mangia poco e risponde con lentezza agli stimoli imposti dalla natura. Ha difficoltà a spiccare il volo e non manifesta quella scaltrezza ben palesata invece da parte dei suoi fratelli. Quando questi ultimi, ormai cresciuti, abbandonano il villaggio – Ospedale, Parsifal decide di non partire e di rimanere accanto al suo “padrone”. Nel libro viene narrato il rapporto speciale creatosi tra l’uccello e Albert Schweitzer e, dalle parole del pellicano, trapela la vera personalità e il carattere del medico alsaziano che ha lasciato un segno profondissimo all’interno della nostra società.

Grazie a questo testo è possibile venire a conoscenza del grande amore nutrito dall’autore nei confronti degli animali, dei quali si prendeva cura, e che osservava anche da un punto di vista scientifico. I suoi insegnamenti saranno ripresi da Rachel Carson, biologa statunitense autrice del libro “Silent Sprint”, edito nel 1962 da Feltrinelli (ne abbiamo parlato qui).

Come sosteneva il Dott. Schweitzer:

«L’uomo ha un debito enorme verso gli animali per tutto ciò che danno in termini di lavoro, materie prime, nutrimento e sopportazione nella sperimentazione. Un debito che ognuno di noi deve ricordare ogni qualvolta li incontra e che deve spingere ognuno di noi a cogliere ogni occasione per aiutarli, così da compensare i patimenti che procuriamo loro e gli orrori che infliggiamo alla loro esistenza».

In un mondo come quello attuale, in cui dilaga il capitalismo più sfrenato e impera il consumismo senza regole – anche a discapito della vita e della libertà di esseri umani e animali non umani –, a mio avviso, è proprio da queste parole che dovremmo ripartire tutti.

Photocredit
http://www.edizioniets.com/scheda.asp?n=9788846754080

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