Non è vero che i giovani non leggono

Non vogliamo un unico libro che ci dia delle risposte e che ci faccia da manuale, ma tanti da cui poter attingere durante la nostra ricerca. Leggere serve a comprendere, e la comprensione è il primo passo verso la tolleranza.

Un anno fa, di questi tempi, ero da Trame a Bologna e chiacchieravo con Nicoletta (che ho intervistato qui). C’era un bambino che girava in libreria in cerca di libri per l’estate. Ho scambiato due chiacchiere con i suoi genitori e suo papà ha raccontato a me e Nicoletta che proprio quella mattina si era svegliato alle sei, era andato in cucina e aveva trovato il figlio seduto al tavolo che rideva leggendo Fahrenheit 451. Il bambino alla fine ha scelto un romanzo di Dickens, sciorinando a Nicoletta i libri di Dickens che aveva già letto. Avevo sorriso ed ero tornata a casa contenta perché quel bambino mi aveva ricordato me da piccola.
Un’altra mia amica, invece, mi ha raccontato che leggeva ad alta voce ai bambini durante il Servizio Civile e loro non erano mai stanchi di ascoltare le storie di Geronimo Stilton che, nella letteratura per ragazzi, ha avuto e continua ad avere un successo strepitoso.
E poi, al Salone Internazionale del Libro di Torino di quest’anno, ero allo stand Panini e gli operatori regalavano ai bambini il nuovo numero di Topolino. Una bambina lo ha chiesto gentilmente e l’operatrice le ha detto: «Lo leggi, vero?» E la bambina ha risposto con un sorriso enorme: «Certo, a casa ho tantissimi Topolino». Oppure, sempre a Torino, ho visto un’intera classe di bambini correre senza ritegno per battere il cinque, salutare e abbracciare Greg di Diario di una schiappa.
I bambini leggono? E gli adolescenti? È una domanda che mi pongo da anni e, certo, il tasso di lettura in Italia è quello che è, purtroppo. Però mi vengono in mente questi aneddoti e mi rispondo che sì, magari non tutti, ma c’è speranza. I dati Istat del 2016 pubblicati a fine 2017 hanno riportato che leggono di più i giovani tra gli 11 e i 14 anni (51,1%) rispetto a tutte le altre classi di età: ho sempre pensato che manchi un’educazione alla lettura, riflessioni nate soprattutto da Come un romanzo, il meraviglioso capolavoro di Daniel Pennac. E ho sempre pensato moltissime cose credendo che gli adolescenti di oggi non le pensassero. Mi sbagliavo.

Dal 2007, a Rimini, si tiene Mare di Libri Festival dei ragazzi che leggono, nato da un’idea di alcune libraie di Viale dei Ciliegi 17 – Libreria per Ragazzi (Rimini). La loro idea è diventata concreta grazie a Beatrice Masini (allora responsabile editoriale dei libri per ragazzi di Rcs) e alla casa editrice Rizzoli. L’XI edizione comincia oggi, 15 giugno, e si concluderà il 17 giugno. Il festival non è soltanto dedicato ai ragazzi, ma è anche e soprattutto «organizzato dai volontari, ragazzi tra gli 11 e i 18 anni che, supportato da un piccolo gruppo di adulti, vi lavorano tutto l’anno occupandosi di ogni aspetto organizzativo: dalla progettazione alla stesura del programma realizzato in modalità di direzione artistica diffusa, dalla comunicazione attraverso i social alla gestione logistica nei tre giorni della manifestazione».

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In occasione di Mare di Libri, i volontari hanno scritto Ci piace leggere! edito da add editore e uscito il 28 maggio. Dell’illustrazione della copertina si è occupato Alessandro Baronciani che ha saputo trasporre in disegno i contenuti di questo prezioso testo.

Ci piace leggere! è scritto in prima persona plurale: una voce corale di ragazzi che vogliono dialogare con le persone. Gli interlocutori non devono essere lettori per forza, anche se leggendo questo libro non può che venir voglia di prendere un romanzo tra quelli consigliati (sono tantissimi!), mettersi comodi e cominciare. Le parole dei giovani scrittori sono, però, a mio avviso, rivolte soprattutto a un pubblico adulto, questi ragazzi desiderano essere ascoltati e lo dimostrano attraverso discorsi intelligenti in cui prevalgono l’umiltà e le frasi decise.

Sapete qual è, secondo noi, l’unico vero problema della narrativa per ragazzi? Che troppo spesso gli adulti non la leggono. E non leggendola, non conoscendola, non possono parlarne con noi. L’errore più grave è appiccicare etichette alle diverse letterature e chiuderle in compartimenti stagni. Ci sono libri considerati per adulti che noi ragazzi abbiamo amato profondamente e libri considerati per ragazzi che gli adulti, se li conoscessero, amerebbero allo stesso modo.

In dieci capitoli, i ragazzi affrontano varie tematiche connesse alla lettura, alla scuola, alle proposte in libreria, affrontano la questione “libri da maschi e libri da femmina”, parlano dell’importanza dei classici e anche del fenomeno youtubers, di come molti libri per ragazzi si ispirino troppo spesso ad altri romanzi chemare-di-libri_WEB_V3 (1) hanno avuto successo prima di loro. Prendete Twilight di Stephenie Meyer, la storia d’amore tra Bella Swan, un’umana, e Edward Cullen, un vampiro. Da quel momento, in libreria, sono iniziati a spuntare da ogni parte romanzi con vampiri. Oppure, Colpa delle stelle di John Green in cui i due protagonisti, malati, si innamorano e vivono insieme gli stadi della malattia. Anche quest’ultimo romanzo è stato un successo (alimentato pure dalla trasposizione cinematografica) e anche la tematica della malattia ha cominciato a influenzare le nuove uscite. In Ci piace leggere! i ragazzi si dichiarano stufi di questa monotonia e, tra un paragrafo e l’altro, raccontano e si raccontano, consigliano romanzi spiegandone i motivi, dimostrano la loro gratitudine nei confronti della letteratura. E si appellano agli adulti troppo apprensivi, troppo spaventati, quando vedono che i loro figli o nipoti che siano, stanno leggendo un libro in cui emergono temi che, per la maggior parte degli adulti, sono tabù. Tra questi: il sesso, la religione, la malattia, il suicidio, la morte ecc. I volontari di Mare di Libri invitano gli adulti a comprenderli e a incoraggiarli.

Vorremmo poter leggere di tutto perché, secondo noi, non esistono argomenti tabù. Gli adulti non dovrebbero lasciarci nell’inconsapevolezza, ma piuttosto metterci nelle condizioni di riflettere, di conoscere e di discutere. Leggiamo perché non sarà certo l’ignoranza a proteggerci, ma al contrario l’aver avuto la possibilità di dare un nome alle cose e di aver scelto in piena libertà in cosa credere e per cosa lottare.

Leggendo questo libro mi è sembrato di essere lì con loro, lettori verso cui nutro una speranza genuina. Lettori che condividono il mio punto di vista su molte cose e sapere che sono ragazzi di dieci anni più giovani della sottoscritta mi rende orgogliosa e felice. Organizzare un festival non è affatto semplice, eppure coloro che decidono di imbattersi in questa avventura (come se fosse un romanzo) sono volontari, perlopiù giovani. E allora non è vero che i giovani non leggono, che i giovani non si impegnano, che i giovani non si interessano a cosa succede nel mondo e scrivono una verità sacrosanta: «educare alla lettura e insegnare storia della letteratura sono due cose diverse. La storia della letteratura prevede la lettura di testi che non per forza devono piacere agli studenti, ma che è giusto conoscano. Ma perché apprezzino la lettura o, al di là dell’apprezzamento, almeno non pensino che tutti i libri sono scritti da gente morta, e conoscano la varietà di parole, lingue, colori, sguardi cui possono avere accesso attraverso la lettura, bisogna che quella varietà venga loro presentata. Educare alla lettura significa educare al gusto, il proprio gusto. Bisogna aiutare ogni singolo ragazzo a capire quali libri ama – e quali no.»

Buon Mare di Libri, ragazzi! E dico a voi, adulti: ascoltateli fino in fondo.

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