Anatomia di un istante 10/16 settembre

Due calciatori, di età diverse. Diversissime. Due ere calcistiche a confronto. Sembra una partita tra vecchie glorie, un incontro tra amici, una sfida in famiglia. Ma questa è un’amichevole tra nazionali, Liberia contro Nigeria. E con la maglia liberiana, a 51 anni, c’è George Weah, con qualche chilo di troppo e il carisma di sempre.

Quella di Weah è una storia da favola, da film di Natale. Calciatore strepitoso, fisicamente incontenibile, come ricordano bene i tifosi milanisti: è suo uno dei gol più belli di sempre, un coast to coast contro il Verona a velocità supersonica. Diventa l’unico calciatore africano ad aver mai vinto il pallone d’oro, lui che non ha mai vinto nessun trofeo continentale, né la Champions né una banale Coppa Uefa, ma che incanta i tifosi di tutto il mondo. Per la sua forza, sicuramente, ma soprattutto per la storia, il carisma, quelli che lo portano a diventare, nel 2018, il presidente della Liberia. Uno stato che nasce già da una storia meravigliosa: una piccola nazione di schiavi affrancati dagli americani a inizio ottocento e tornati a casa. Uno stato che ha deciso di affidarsi al loro campione, il loro protagonista più rappresentativo, votandolo in massa. E che ora se lo ritrova in uno stadio, all’attacco, come ai bei tempi. Chiamatelo soltanto uno sport…

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