Nina sente (pensa e parla) – Il nuovo romanzo di Claudia de Lillo

L’anno scorso, durante il Festival di Internazionale a Ferrara, sono stata a sentire un incontro sulla genitorialità tenuto da Claudio Rossi Marcelli (giornalista di Internazionale) e Claudia de Lillo, in arte Elasti. Non conoscevo questa giornalista energica, che sprizza vitalità da tutti i pori e che ogni mattina conduce Caterpillar su Rai Radio 2. All’incontro ho scoperto che ha tre figli – da lei chiamati hobbit sul blog nonsolomamma – e un marito part-time. De Lillo, inoltre, l’8 maggio 2012, ha ricevuto l’onorificenza di Ufficiale al Merito della Repubblica per aver creato il personaggio di Elasti. Oggi (18 settembre n.d.a.) esce il nuovo libro di Claudia de Lillo, intitolato Nina sente e edito da Mondadori. Un giallo, ma anche una commedia.

La prima volta che vide un cadavere aveva undici anni. «Mettiti da questa parte: il sinistro è il suo lato migliore» aveva detto zia Costanza, appoggiandole le mani sulle spalle ancora strette. «Abbiamo sempre un lato migliore, anche da morti» aveva aggiunto. Docile, Nina aveva guardato il profilo sinistro della nonna: il naso irregolare, la pelle bianca di gesso, le mani intrecciate intorno al rosario. «Vieni, andiamo a salutarla. Di certo vorrai darglielo un ultimo bacio» le aveva sussurrato la zia all’orecchio spingendola in avanti verso la bara. «Col cazzo» aveva risposto lei prima di scappare fuori da quella stanza in penombra e ritrovare la luce. Poi basta. Allora aveva deciso che non avrebbe più permesso alla morte di mostrarsi in quel modo. Non avrebbe mai più varcato la porta di quelle camere che chiamano ardenti.

Nina Forte, protagonista del romanzo, ha un matrimonio finito alle spalle, un figlio adolescente a cui badare, un padre malato, una madre apprensiva e un fratello che cerca di salvarla da qualsiasi situazione. Nina è forte di cognome e di fatto, dopo essersi separata dal marito e avere sconfitto la depressione, la protagonista riprende in mano la sua vita ed è così che ci viene presentata, libera e indipendente. Una delle prime cose che Nina fa dopo la rinascita è rilevare la licenza NCC del padre che oramai non è più in grado di guidare, in più dà ripetizioni di inglese e scrive tesi per laureandi. Tra le sue più grandi confidenti Ada, una giornalista lesbica, e Amina, una barista egiziana in Italia da quasi vent’anni.

A volte Milano aveva un buon odore. Capitava di rado ma capitava. Soprattutto in primavera, quando il profumo dei tigli e dei falsi gelsomini faceva breccia nello smog e impregnava l’aria. C’era poco traffico quella mattina, e stavano andando a Linate. Il tizio lì dietro aveva un volo per Roma.

Grazie a Guido, un amico storico, Nina riesce a ottenere un contratto di collaborazione con BancaSempre, una delle banche più potenti di Milano in cui Guido lavora. Una donna al volante sembra non essere un problema ed è forse per questo che i pezzi grossi di BancaSempre non hanno problemi nel parlare dei propri affari, delle proprie antipatie verso i colleghi e dei propri segreti. Ma Nina sente. Ossessionata fin da piccola da un olfatto impeccabile, la protagonista affina anche l’udito nel silenzio della sua auto e capta chiacchiere e sussurri distribuiti, mentre gli uomini ai vertici sembrano non De Lillodarle troppa importanza e, anzi, la pretendono e la scelgono come autista. Tra questi, Adalberto Spinetti, il direttore finanziario, che instaura con Nina un rapporto competitivo a base di indovinelli ed è – tra tutti i personaggi – l’unico che capisce la forza interiore dell’autista. Nel giro dei soliti clienti di Nina, c’è anche Sabina Bauer, una donna in carriera al trading di BancaSempre, che riuscirà a conquistare l’amicizia di Nina, nonostante le differenze caratteriali.

La protagonista passa la maggior parte del tempo in macchina, ma sullo sfondo ci sono anche le faccende familiari che Nina prende a cuore: in primis, il figlio, che sembra non avere mai accettato la separazione, si comporta in modo strano e inizia a mentire a sua madre che, di contro, prova in tutti i modi a ritrovare il rapporto con un figlio da cui si sente distante. E poi ci sono le continue domande della madre a cui Nina preferirebbe non rispondere e la tristezza che sopraggiunge ogni volta che suo padre dimentica qualcosa e la chiama di notte a orari improponibili.

Si diceva all’inizio “un giallo, ma anche una commedia”.
Tra un giro in macchina e l’altro e qualche chiacchierata con l’amico Guido, Nina scopre che i cinesi hanno intenzione di fare un’offerta vantaggiosa e acquistare BancaSempre. Basta questo a ledere i rapporti fra i vari colleghi: si comincia a parlare di licenziamenti e di cambiamenti che avverranno non appena i cinesi metteranno lenina sente mani sulla banca. Ma Spinetti e Zambon, l’amministratore delegato, stanno tramando qualcosa – a discapito dei loro dipendenti – per poter continuare a esercitare i loro ruoli e lasciare inalterato il loro potere. Ed è durante queste negoziazioni che Guido, indebitato fino al collo a causa di sbagli passati, viene trovato morto…da Nina. La donna, distrutta ma assetata di giustizia, cerca di far luce su chi abbia ucciso il suo migliore amico e quello che scoprirà non sarà facile da accettare perché la colpevolezza può assumere sempre svariate forme.

Un romanzo di più di trecento pagine in cui il riso e la malinconia si stringono la mano. Una storia che tratta di tematiche diverse e serie come l’amicizia, la famiglia, la separazione, il potere, il denaro, le donne in carriera, le scelte, i segreti ecc, senza dilungarsi. De Lillo si dimostra capace di smuovere i fili di questa storia e far arrivare il lettore all’ultima pagina con un nodo alla gola e un sorriso.

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