Alberto Fumagalli

Una disordinata ribellione. Recensione di Esperanza

Siamo in tanti in questa vuota condizione, senza un lavoro, senza sapere chi siamo, non sono l’unico… Poco mi importa come gli altri sopravvivono ai giorni bianchi di voglie. Non mi chiedo se sono morti, se hanno ancora sogni, se vogliono annusare il loro futuro o pensano al suicidio. Parlo per me: quando passo tanto tempo a essere considerato un signor nessuno mi pongo delle domande, è inevitabile; forse sono veramente un signor nessuno. A giorni poi ne sono convinto. Sono Nessuno.

Esperanza

Esperanza

Edoardo Italiani è un aspirante scrittore.

A 30 anni è un ragazzo che mal sopporta tutto ciò che lo circonda. È una persona che vive nell’odierna liquidità sociale faticando a trovare uno spazio concreto, sia di sbocco lavorativo che di relazioni soddisfacenti. Edoardo osserva attentamente le persone che incontra, ne esamina le caratteristiche fisiche e caratteriali soppesando in modo negativo particolari e dettagli.

Il tono urtante di Edoardo, il protagonista di Esperanza, romanzo scritto da Alberto Fumagalli ed edito da Prospero editore, rivela una forma di disadattamento sociale ben evidente. Un disadattamento che si esprime con un linguaggio asciutto e crudo che caratterizza ampiamente la prima parte del romanzo.  Il ragazzo vive una strana e ossessiva scissione tra il proprio mondo interiore fatto di riflessioni monologanti e dialoghi in proprio, e una ribellione disordinata che si lega ad una difficile accettazione delle convenzioni di chi si trova a dover lottare ogni giorno con la precarietà.

Il protagonista non può però fuggire da quella stessa società che lui contesta e dalle modalità strutturali in cui si trova a vivere.  Questo mondo, così duramente contestato, sarà lo stesso che gli fornirà, semmai, i presupposti per un futuro lavorativo forse gratificante.

Il cammino, però, è lungo e tortuoso…

L’aspirante scrittore viene da una realtà professionale instabile: “correttore di bozze, addetto alla mensa, dog sitter e parcheggiatore agli eventi, volantinaggio” Ora vuole tentare la via della scrittura: un romanzo e la sua pubblicazione. In un mondo fortemente competitivo, una forma di minimalismo esistenziale lo porta anche ad una maniacalità di rifiuto quasi costante. Un rigetto che Edoardo attiva innescando, inevitabilmente, meccanismi di difesa che gli permettono una sopravvivenza al limite. In una società fluida, in cui i rapporti tra le forze marcano lo scandire del tempo, il ragazzo dimostra la sua asocialità che lo spinge a stringere vere amicizie con pochissime persone. Tra queste spicca quella con Gek, un aspirante pittore, il rapporto intensamente affettivo con nonna Edera, e il ricordo vivo, presente, emotivamente istintivo con l’amata Sophie.

Ricordate il film 8 ½ interpretato magistralmente da Mastroianni? È la storia di un affermato regista alle prese con la stesura e la realizzazione di un film. Per cercare ispirazione e creatività trascorre un periodo di riposo in un albergo di cure termali, cercando refrigerio ai propri problemi fisici e psicologici. Tutto il film si basa su questa attesa per una sceneggiatura che non arriva e che tarda a manifestarsi.  La sua creatività sembra inaridita e il protagonista non riesce a dare una direzione chiara al suo progetto. Il film racconta soprattutto il travaglio emotivo dell’uomo.

Il lettore di questo romanzo, Esperanza, vi ritrova la stessa incapacità iniziale del protagonista che non riesce a proseguire con un indirizzo certo di vita; in contrapposizione sono evidenti i caratteri: pacato e tranquillo l’affermato regista, e indisponente, provocatorio e irritante l’aspirante scrittore. Ciò che li unisce è un’insicurezza molto profonda e lo stesso male di vivere psicologico.

Mi sveglio che è nero notte. Ho male al centro della testa e dello stomaco. Forse ho dormito per ore, forse per minuti, forse sono svenuto. I miei sensi stanno tornando alla normalità. Non è normale trovarmi qui in riva al canale, a quest’ora della notte, sdraiato, sporco di vomito e di terra e con i capelli bagnati e freddi. Lo zaino è di fianco a me. Sono contro il muro? Sì sono contro il muro del ponte.

Ma ecco l’incredibile svolta: lo svelamento di un segreto e un incontro inatteso si rivelano spiazzanti per il protagonista del romanzo, ma anche per il lettore. La lettura permette una simbiosi di sentimenti contrastanti che finisce per contagiare il lettore stesso.

Questa novità relazionale cambierà totalmente la prospettiva futura di Edoardo.

Stessi occhi, stesso sorriso, stesso profumo che dicono: vai avanti, non ti fermare, ti prego…

Aprirsi alle persone che sanno ascoltare e che sanno scrutare dentro i pensieri cancella il disprezzo, l’insoddisfazione e l’animosità.

Allungo istintivamente la mano verso di lei per accompagnarla, ma poi la ritraggo. Anche se è trasparente agli occhi di tutti, la vivo come se fosse vera, reale. Sto attento a dove mette i piedi, se guarda arrivare le macchine, quando attraversa, se un colpo di vento può darle fastidio o farle sentire freddo….

Esperanza

Esperanza

È un incontro che elimina i confini e che va oltre le differenze.

Ma è soprattutto un’occasione nella vita di Edoardo che si staglia nitida, ferma, teneramente stabile, e da cui egli sente che si sta allontanando dalla dipartita di uno ieri tumultuoso. Invece ora esiste una nuova partenza, forse risolutiva.

Un’intesa che sa di profumi, di sensazioni, di sguardi, di momenti.

Ora la mano di Edoardo è fresca, piena di voglie, di grinta, di rabbia, d’amore e scrive e scrive… sembra non fermarsi più.

Un incontro che va oltre le parole.

 

Mariangela Lando

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