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La Casa sull’albero – Le mie impronte di Domenica Blanda

Data la situazione Covid-19 molte librerie sono state costrette ad annullare e/o a cancellare gli eventi. Sappiamo che è giusto così, anche se ci dispiace molto, soprattutto per gli autori e le autrici i cui libri che stanno continuando a uscire, per tutta la filiera editoriale che si trova in difficoltà. Per questo abbiamo deciso di aprire uno spazio virtuale temporaneo qui su Tropismi, dedicato esclusivamente alla presentazione dei libri orfani di presentazione. Pubblicheremo brevi interviste agli autori, come se ne stessimo parlando in libreria, con qualche domanda e, se possibile, qualche riga di estratto. Non potremo dare a ogni libro il pubblico e il tempo enormi che meriterebbero, ma cercheremo di riservare uno spazio di benvenuto per tutti.
Oggi vi parliamo di Domenica Blanda e la sua raccolta Le mie impronte, di Edizioni Effetto.

Come nasce l’idea di questo libro?
Il libro nasce dalla voglia di far girare la poesia; avevo pubblicato un altro libro prima di questo e ho continuato a scrivere poesie, è il mio modo di esprimere le emozioni e i miei ricordi, mi piaceva condividerli.

Se dovessi scegliere un aggettivo per il tuo libro, quale sceglieresti?
Gradevole.

Un poeta storico e uno contemporaneo ai quali ti senti molto vicino.
Ne amo tanti, ma per rispondere Neruda perché sa parlare d’amore come io non so fare, la Dickinson per assonanza.

Dietro la tua raccolta c’è un intento/concept narrativo o si tratta di opere singole?
Il concept narrativo sono le emozioni, è il mio “rumor” interiore, che si esprime nel percorso della vita.

Chi ti piacerebbe che lo leggesse?
Mi piacerebbe che lo leggessero tutti, la poesia è un genere poco letto. Se chi dice “non la capisco” o “non è il mio genere” provasse a leggerla, potrebbe scoprire che le emozioni sono universali, e potrebbe ritrovarsi magari in una sola poesia e apprezzare chi mette in parole e versi sentimenti che ci governano e non si riescono ad esprimere.
La poesia, indipendentemente da chi la scrive, piace quando tocca le corde interiori.

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