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La Casa sull’albero – Un lungo ritorno

Data la situazione Covid-19 molte librerie sono state costrette ad annullare e/o a cancellare gli eventi. Sappiamo che è giusto così, anche se ci dispiace molto, soprattutto per gli autori e le autrici i cui libri che stanno continuando a uscire, per tutta la filiera editoriale che si trova in difficoltà. Per questo abbiamo deciso di aprire uno spazio virtuale temporaneo qui su Tropismi, dedicato esclusivamente alla presentazione dei libri orfani di presentazione. Pubblicheremo brevi interviste agli autori, come se ne stessimo parlando in libreria, con qualche domanda e, se possibile, qualche riga di estratto. Non potremo dare a ogni libro il pubblico e il tempo enormi che meriterebbero, ma cercheremo di riservare uno spazio di benvenuto per tutti.

L’ospite di oggi è Loriana Lucciarini con il suo libro Un lungo ritorno, scritto con Laura Bassutti e edito da Le Mezzelane.

Qual è il tuo rapporto con Roma?

Roma è la mia città, una città speciale che però ti strangola con il suo traffico, la sua brutalità e i mille problemi a cui sembra non si possa mai trovare una soluzione. Roma è una città che se vivi di corsa impari anche ad odiare. Eppure… eppure quando in un attimo di respiro più leggero si solleva lo sguardo, eccola, la bellezza. E’ lì per tutti, anche per me. Dovremmo tutti custodire meglio questa città, che sta subendo un declino fin troppo evidente a tutti.

Riassumi il nodo centrale del libro in una frase.

Spesso bisogna toccare il fondo per poter iniziare la risalita.

Che tipo di lavoro hai svolto per scrivere il tuo libro?

Io e Laura Bassutti, la mia socia di scrittura, abbiamo svolto ricerche e approfondimenti di vario tipo per poter ritrarre in modo più realistico possibile gli ambienti in cui si muovono i nostri protagonisti. Dalle droghe, alla vita degli homeless, dal traffico di prostituzione nella capitale a quello dell’immigrazione clandestina. Abbiamo anche chiesto informazioni al personale medico e agli operatori del 118 sulle procedure e dinamiche delle operazioni di soccorso e di primo intervento. Alla fine del volume abbiamo anche indicato alcuni riferimenti relativi alle ricerche fatte.

Che tipo di esperienza è scrivere a quattro mani?

È un’avventura di sicuro!

Ho realizzato varie collaborazioni a quattro mani, tutte con co-autrici diverse: “Un lungo ritorno” con Laura Bassutti,  “Ghimely e lo specchio d’Altrove” con Sabrina Cau, “Racconti di stelle al bar Zodiak” con Maria Sabina Coluccia e, di recente, ho concluso la stesura di un giallo con Vito Introna che uscirà entro il 2020 con Bertoni editore. Il modo di lavorare è stato per ogni collaborazione diverso, in base al rapporto e alle sinergie messe in campo. Con Sabrina abbiamo scritto e riscritto parti insieme, sovrapponendoci l’una con l’altra, mentre con Maria Sabina ci siamo suddivisi i contributi specifici e per i racconti lei è intervenuta rispetto alla trama, ma non nella stesura. Con Vito c’era già una trama da lui strutturata e ci siamo alternati nella scrittura e nell’editing dei vari capitoli.

Con Laura mi lega una amicizia vera da anni. Ci siamo sempre incoraggiate e supportate a vicenda. E’ stato naturale pensare di scrivere qualcosa insieme, dopo la prima esperienza del “Ping Pong” che ci ha fatte incontrare per la prima volta (il “Ping Pong” è un concorso letterario in cui si viene abbinati casualmente per scrivere, alternandosi, dei capitoli di una storia. L’identità del proprio coautore rimane misteriosa fino alla fine del concorso: è stato proprio così che ci siamo conosciute, ndr). Per scrivere Un lungo ritorno abbiamo deciso quali personaggi ‘interpretare’ e ci siamo mosse in sintonia sui vari momenti della trama… anche quando un personaggio si è rivelato diverso da come lo avevamo previsto, costringendoci a rivedere parte della trama. (Ps.: è stato un lavorone, non ci siamo pentite perché è uno dei personaggi più belli!).

Chi ti piacerebbe che lo leggesse?

È una storia dura e cruda che spero verrà apprezzata da quei lettori che amano scavare a fondo nelle situazioni e avere diversi punti di vista da cui osservare gli eventi. La storia è indicata soprattutto a chi cerca sempre una luce, anche se è in fondo al tunnel e a chi sente che c’è sempre la possibilità di rinascita, anche nei momenti più difficili.

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