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La Casa sull’albero – Neon Brothers di Alice Berti

Data la situazione Covid-19 molte librerie sono state costrette ad annullare e/o a cancellare gli eventi. Sappiamo che è giusto così, anche se ci dispiace molto, soprattutto per gli autori e le autrici i cui libri che stanno continuando a uscire, per tutta la filiera editoriale che si trova in difficoltà. Per questo abbiamo deciso di aprire uno spazio virtuale temporaneo qui su Tropismi, dedicato esclusivamente alla presentazione dei libri orfani di presentazione. Pubblicheremo brevi interviste agli autori, come se ne stessimo parlando in libreria, con qualche domanda e, se possibile, qualche riga di estratto. Non potremo dare a ogni libro il pubblico e il tempo enormi che meriterebbero, ma cercheremo di riservare uno spazio di benvenuto per tutti.
L’ospite di oggi è Alice Berti con il suo Neon Brothers, edito da Bao Publishing.

Come nasce l’idea di questo libro?
Neon Brothers
nasce da una serie di situazioni lavorative sbagliate che ho dovuto affrontare (sia in prima persona che tramite i racconti di persone a me vicine), e per la quale ho pensato fosse quasi necessario per me raccontare come viviamo queste situazioni di precarietà oggi. L’idea finale per la trama poi, l’ho avuta vedendo la serie di film Smetto quando voglio di Sydney Sibilia: racconta di un gruppo di menti geniali che si ritrovano a fare cose illegali pur di sopravvivere, perché il loro ambiente lavorativo non riesce a far risaltare il loro genio.

Ci riassumi la trama del fumetto in una frase?
La rivoluzione è l’unica soluzione!

Che tipo di lavoro hai fatto?
Quello che ho cercato di fare è stato creare una serie di personaggi molto diversi sia nell’aspetto, che nel carattere e nel vissuto, in modo che ogni lettore potesse trovarci qualcosa in cui rispecchiarsi e che, in questo modo, potessero raccontare anche tipi di problematiche diverse legate alla società in cui viviamo. La sfida più grande però è stata quella di dare un’aspetto apparentemente pop e leggero, sia nel design dei personaggi, che nelle situazioni che si vengono a creare, cercando però di affrontare tutti i temi più pesanti che volevo raccontare.

Hai dovuto compiere delle ricerche?
L’unica grossa ricerca che ho fatto è stata sui luoghi in cui ambientare le vicende: ho passato diverso tempo a Londra e volevo inserire i miei posti del cuore, ma che avessero un senso per la trama. Ad esempio, in una scena i Neon Brothers lottano a Granary Square, davanti ad un palazzo abbandonato. Oggi quel palazzo è Central Saint Martins, una delle sedi della UAL, la University of the Arts of London: un luogo di studio e cultura che nel futuro dei Neon Brothers è abbandonato, come a simboleggiare che l’ignoranza è la fonte dei più grossi problemi che si trovano ad affrontare i personaggi.

Chi ti piacerebbe che lo leggesse?
Alla festa per il decennale della casa editrice BAO Publishing che abbiamo fatto al BASE lo scorso anno, Zerocalcare mi disse che era molto curioso di leggerlo, quindi direi proprio lui!

 

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