Cosa succede se Laura Dean continua a lasciarmi

Una relazione che non smette di finire ma che, in realtà, non può nemmeno continuare: questo è Laura Dean continua a lasciarmi, scritto da Mariko Tamaki e illustrato da Rosemary Valero-O’Connell, in Italia grazie a Bao Publishing. Un’immersione nelle prime cotte, nei primi rapporti e nelle prime delusioni di noi Millenial, che non possiamo prescindere dagli smartphone, da certe aspettative, da un determinato storytelling dell’amore adolescenziale.

Quella che ci presenta Laura Dean continua a lasciarmi, infatti, è l’esperienza di un’adolescenza queer che, proprio come ne La mia prima volta My Lesbian Experience with Loneliness di Kabi Nagata, non viene messa in discussione. Non si tratta della storia di un coming out, della difficoltà di amici e parenti e compagni di classe di comprendere, delle lotte interne con la propria identità, ma di un manifesto della piena capacità di vivere una quotidianità queer, anche negli affetti, senza sensi di colpa, senza schermi, senza sconti.

In un’ambientazione perfettamente californiana, come ci suggeriscono il millenial pink, le piante, gli arredi e i locali, la nostra protagonista, Frederica Riley detta Freddy, è intrappolata in una relazione tossica con Laura Dean, la ragazza che tutti desiderano a scuola. Affascinante, carismatica e, soprattutto, incurante dei sentimenti degli altri e di essere corretta: questa è Laura Dean, che gestisce multiple relazioni amorose contemporaneamente, secondo i proprio capricci. Alcune di queste relazioni (tre, per la precisione) sono in rapida successione sempre con Freddy, che viene avvicinata, ammaliata, presa e lasciata da Laura con una crudele dedizione. Ed è per questo che innamorasi di Laura Dean «è la cosa più difficile che mi sia mai successa» ammette Freddy.

In cerca di supporto e consiglio – dato che i suoi amici gliene danno, di consigli, ma non sono quelli che vorrebbe sentirsi dire – Freddy scrive continui aggiornamenti ad Anna Vice, che gestisce una rubrica del cuore online, alla ricerca non tanto di una risposta o di una soluzione quanto di una visione esterna, che non le dica che Laura Dean questa volta non la lascerà (sarebbe la quarta), ma che, soprattutto, Freddy non è ridicola. Non è ridicola a sperare, a rimanere, a cadere ogni volta tra le braccia di Laura.

La parte più dura di questa faccenda, a parte la stupefacente scoperta che essere lasciata ti fa sentire come se avessi un’intossicazione alimentare, è che continuo a perdere una persona che c’è sempre.
Se n’è andata, ma è lì.
Posso ancora sentire il profumo del deodorante tra le mie lenzuola. Posso ancora mandarle un messaggio.

Laura Dean Continua a Lasciarmi

«Ovviamente» dice Freddy ad Anna Vice «sono consapevole che ci sono attivisti LGBTQIA che hanno combattuto per secoli perché avessi il diritto di mandare tutto all’aria così»: è un’adolescente informata, Freddy, consapevole e anche autoironica. Come protezione forse, come tentativo di sminuire agli occhi degli altri – e ai propri, ovviamente – la bruciante delusione di essere innamorata di una ragazza che non la rispetta, che le fa battere il cuore un attimo prima e lo calpesta subito dopo. Per questo, forse, ha terribilmente bisogno di essere presa sul serio: per questo scrive a una persona che gestisce una rubrica di consigli sentimentali, ha bisogno di soffrire nella sua stanza per ore e per giorni, come generazioni e generazioni prima di lei, ha bisogno di ubriacarsi e vomitare, come tutti i suoi coetanei.

Sulla parola “bisogno” calco la mano volutamente: è come una sorta di iniziazione che non si può saltare, a cui è necessario partecipare con impegno e lacrime. «Sono consapevole che dovrei essere grata di poter essere lasciata e umiliata pubblicamente proprio come i miei amici etero. Rappresento il progresso» scrive sempre Freddy ad Anna Vice, piena di amarezza. Perché se, come ha sottolineato Mariko Tamaki, c’è una Laura Dean nella vita di ognuno di noi, allo stesso tempo non esiste un’unica esperienza di queerness. La comunanza, quindi, si trova su un altro piano. I personaggi di Laura Dean continua a lasciarmi ci rivelano e ci confermano che la sofferenza non dipende dall’età, dal genere, dall’educazione: ci coglie tutti impreparati, e dobbiamo attraversarla.

Questo, però, è anche un racconto sull’amicizia: perché le sbronze non passano da sole, gli intervalli non trascorrono senza chiacchiere, gli abbracci non si danno e non si ricevono dal nulla, le feste del liceo non si ballano in solitaria. Perché dietro il dolore c’è qualcosa, dietro la spersonalizzazione che lasciano le relazioni tossiche ci sono gli amici che si ricordano benissimo il tuo valore.

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