Normal People: non avete il cuore abbastanza devastato? Arriva la serie tv

Vi abbiamo già parlato dell’ultimo libro di Sally Rooney, Persone normali, pubblicato in Italia da Einaudi lo scorso anno. Essendo però tra quelli che quando un libro entra in testa non riescono ad uscirne per giorni (anche settimane, ammettiamolo!), non ci siamo accontentati di fermarci alla pagina scritta: avevamo ancora un dannato bisogno di stare immersi nell’universo emotivo dei protagonisti.

E meno male allora che da questo piccolo meraviglioso colpo allo stomaco che è Persone normali quei geniacci della Element Pictures (sono co-produttori di quasi tutti i film di Yorgos Lantimos!) in collaborazione con Hulu e la BBC, hanno tratto una serie tv, di cui Sally Rooney è co-sceneggiatrice insieme ad Alice Birch e Mark O’ Rowe.

TV series of Sally Rooney's Normal People wins tax break of at ...

La serie è andata in onda ad aprile nel Regno Unito e negli Stati Uniti, da noi è appena arrivata sulla piattaforma Starzplay.

Iniziamo col dire che il casting ha funzionato molto bene perché gli attori  protagonisti, Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal, sono magnifici nella loro interpretazione e hanno sviluppato una perfetta intesa, grazie anche alla presenza sul set di un intimacy coordinator, figura fondamentale visto l’importanza narrativa delle scene di sesso presenti nella sceneggiatura.

I protagonisti del romanzo della Rooney sono decisamente fragili, ma necessariamente forti. Con attori meno coinvolti non sarebbe stato facile raccontare la storia di due adolescenti che tentano in tutti modi di diventare adulti, nascondendo le proprie fragilità e il proprio senso di inadeguatezza alla vita, rifugiandosi in qualche modo l’uno nell’altra e riconoscendosi estranei al mondo perché incapaci di viverlo.

E anche la scelta dei registi non è casuale: Lerry Abrahmson aveva raccontato la fragilità umana nel suo surreale Frank (2014) e ci aveva parlato di chiusura, libertà e incontrollabile necessità di iniziare a vivere nel candidatissimo Room (2015). Hettie Mac Donald invece si era già occupata di adolescenti che tentano di superare le proprie paure e di accettare se stessi in Beautiful thing (1996).

La regia di Abrahmson per i primi sei episodi e della Mac Donald per gli ultimi sei trova quindi la cifra perfetta, indugiando sugli sguardi, le mani, i corpi, trasportando così sullo schermo il mood del libro.  

I corpi nudi, armoniosi e coinvolti nelle scene di sesso e dipinti quasi come nature morte nelle scene successive, quando i due si raccontano verità che forse non sono pronti nemmeno ad ammettere con se stessi, sono piccoli capolavori visivi.

Normal People Tackles the Pain of Being Hot and Horny | Vanity Fair

La fotografia è fredda come lo è il tempo verbale della scrittura della Rooney, quel presente da cui non si sfugge.

Anche i costumi accompagnano cromaticamente e semanticamente il senso della storia, raccontandoci le differenze di ceto sociale che nella serie caricano lo storytelling dei personaggi molto più che nel libro.

I piccoli pub, l’alcol, la condensa che esce dalle bocche sono coprotagonisti così come l’Irlanda con i suoi paesaggi nordici e il clima rigido anche d’estate: uno specchio del freddo nell’animo dei personaggi che rende perfettamente la cornice costruita dalla Rooney nel libro. La troupe ha girato infatti nelle contee di Sligo e Dublino, dove è ambientato il romanzo e dove ha ricostruito nel piccolo borgo di Tubbercurry l’atmosfera della città immaginaria Carricklea in cui vivono i protagonisti della Rooney.

La serie riesce magistralmente a tenere su l’attenzione sebbene la storia non preveda colpi di scena o accadimenti, ma un conflitto continuo, costante che si scioglie in quei dialoghi che nel libro non prevedono virgolettati né stacchi, quasi come se i personaggi stessi dessero vita alla scrittura.

Normal People s1e1 BBC Three – Medium

Peccato però che nella trasposizione seriale si perda gran parte del mondo emotivo di Marianne, che qui appare molto più forte di quanto la Rooney la delinei sulle pagine. Solo dal decimo episodio in poi ci troviamo in quello che è davvero il suo inferno privato.

Se si è letto il libro da cui è tratta, la serie Normal People sembra quasi raccontare una storia diversa. Ma la differenza è sottile e se non ci si lascia distrarre dalla storia d’amore un po’ troppo romantica rispetto al libro e se si riesce a non farsi travolgere dalla chimica che permea ogni scena tra la Edgar-Jones e Mescal, anche qui sarà possibile riconoscere il vero protagonista della storia (ne parliamo qui).

Aggiungete poi una colonna sonora capolavoro (tra cui una meravigliosa cover di Love will tear us apart again di Nerina Pallot) e questa serie, piacevolmente europea, diventerà una di quelle che più avrete amato. Ma non illudetevi: davanti ai titoli di coda dell’ultimo episodio il commento finale inevitabilmente sarà  “Il libro, però, è più bello.”

Alessia Siciliano

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