“Il teatro dei sogni” di Andrea De Carlo

«Cosa è successo ai sogni, dove sono andati? Sarà necessaria una catastrofe collettiva, perché si riprenda a sognare?»

Così si chiede Andrea De Carlo attraverso la voce di uno dei suoi personaggi nel suo ultimo romanzo: Il teatro dei sogni (pubblicato il 24 settembre per La nave di Teseo). De Carlo ha lavorato a una commedia umana ironica, pungente, un’analisi sociale grottesca e surreale dell’Italia che siamo diventati: senza merito, per nulla interessata alla cultura e che si arrabatta per ottenere uno scoop da portare nella tv del dolore, o per la conquista del potere locale e nazionale da parte di una classe dirigente politica inetta che non ha competenze, mezzi e capacità per governare.

Andrea De Carlo

Anno 1952, Andrea De Carlo è nato e cresciuto a Milano, qui si è laureato in Storia contemporanea. Ha poi vissuto negli Stati Uniti e in Australia e ha praticamente sperimentato tutte le arti, si è dedicato alla musica (ha registrato due CD) e alla fotografia: si è occupato di cinema, come assistente alla regia di Federico Fellini e Michelangelo Antonioni, e come regista del cortometraggio Le facce di Fellini e del film Treno di panna. E ha scritto con Ludovico Einaudi i balletti Time Out e Salgari.  I suoi romanzi, tradotti in ventisei paesi e venduti in milioni di copie, sono: Treno di panna (Einaudi lo pubblicò nel 1981 con la quarta di copertina di Italo Calvino), Uccelli da gabbia e da voliera, Macno (dedicato a Federico Fellini), Yucatan, Due di due (considerato il suo primo vero trionfo letterario pubblicato nel 1989), Tecniche di seduzione, Arcodamore, Uto, Di noi tre, Nel momento, Pura vita,Disegna da solo le copertine dei suoi libri, suona per divertimento e non cerca i riflettori della scena letteraria italiana.

Le capacità di osservazione sociale e di indagine psicologica di De Carlo rende il romanzo fortemente contemporaneo, polemico ed esilarante, capace di scavare nelle ragioni dei quattro protagonisti facendone emergere verità, segreti, ambizioni, paure e sogni sopiti. I personaggi, caricature perfette, sono facilmente riconoscibili. Il libro è una rappresentazione tragicomica del nostro tempo, una messa in scena della realtà, che consente al lettore di cogliere ciò che difficilmente si vede: il particolare.

La mattina del primo gennaio Veronica Del Muciaro, inviata di una trasmissione trash di grandi ascolti, sta per morire soffocata da una brioche in un caffè storico del comune di Suverso, cittadina non ben identificata nell’imprecisato Nordest. La salva uno strano e affascinante archeologo, il marchese sognatore Guiscardo Guidarini, che le rivela di aver riportato alla luce un teatro antico nelle sue proprietà. Da lì si sviluppa la trama tra dirette TV e scontri politici, che vede oltre ai primi altri due personaggi emblematici anche Annalisa Sarmano, un’assessora alla cultura del capoluogo appartenente al partito sovranista dell’Unione Nazionale, e Massimo Bozzolato, un sindaco dai modi cialtroni del movimento Rivolgimento.

Questi elementi fanno del libro prima di tutto una parodia della politica dei nostri giorni, in particolare di Lega e Cinque Stelle, dai tratti meschini e ignoranti. I contorni dei protagonisti sono trasparenti, sono personaggi vivi, molto diversi tra loro, che saltano fuori dalla pagina. De Carlo scava nella personale verità di ognuno di loro con continui cambi prospettici. Sono talmente vivi che le loro caratteristiche o aspirazioni li rendono detestabili. Scavando nei loro pensieri e azioni come puri osservatori, sbufferete, proverete del fastidio, della frustrazione, avrete quasi l’orticaria, non farete sconti a nessuno di loro.

«Se Veronica Del Muciaro dovesse dire qual è la sua paura più grande, direbbe senz’altro quella di perdere il momento. Fino a più o meno venticinque anni è riuscita a perderne milioni, di momenti: saltati fuori dal nulla senza il minimo preavviso e schizzati via senza che lei neanche riuscisse a capire cosa fossero, figuriamoci agguantarli in tempo.»

La storia si svolge in pochi giorni in un comune fatto di villette e vita mediocremente tranquilla. L’assessora Sarmano lo descrive ai suoi occhi così:

«Guida lentamente giù per una strada ripida tutte curve, costeggia i vialetti di accesso a costruzioni più o meno recenti, in stili che vanno dal bunker alla baita di montagna alla fantasia pesuedocaliforniana alla smargiassata anni ottanta, posseduti da gente con danari e senza gusto a cui le amministrazioni locali non hanno certo messo i bastoni tra le ruote. Qualche grosso suv nero o argentato davanti ai garage, cartelli con scritto Attenti al cane corredati da immagini di molossi ringhianti. Un posto dove i sogni sbagliati si suicidano: le viene in mente questa frase.»

Le tematiche sono più impegnate e complesse di quelle che sembrano in apparenza, per le battaglie paradossali e spesso insensate che con il loro essere rappresentano in modo perfetto la realtà e la società che ci circonda: i mass media, la politica, i talk show trash, una vera zuppa del nulla.

«Così uno se ne sta in piedi ai margini del proscenio di un teatro in stile ellenistico, assorto in riflessioni circa la necessità di coltivare le proprie radici o staccarsene definitivamente, intanto a pochi metri da lui scoppia improvviso uno scontro tribale che sembra una proiezione del suo conflitto interiore.»

La scrittura di De Carlo diventa una necessità di espressione della contemporaneità. In modo polemico ed esilarante tratta il narcisismo, la sfiducia e il mondo che viviamo. I sogni invece non sono i desideri, hanno una dimensione più ampia e più vera che ci salvano a volte. Il lettore quindi non osserva solo questo piccolo mondo tracciato dalla trama, ma tutta la realtà che lo circonda in modo cosciente.

Lo sguardo disincantato e lucido di De Carlo ci vuole far riflettere su un certo modo di far politica e televisione. Questo modo superficiale, una volta adottato anche nelle nostre vite o accettato nella realtà che ci circonda, ci fa smettere di nutrire grandi sogni e ci fa iniziare ad accontentarci di tutto quello che ci viene propinato. Cosa sarà necessario per tornare a sognare?

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