Lorenzo Mazzoni e il suo Noir Ferrarese

Ferrara con la nebbia. Ferrara con i bar pieni di studenti, le strade e le piazze. Ferrara con la sua Spal e i tifosi fedeli e sfegatati. Ferrara che non dimentica; che per le sue vie sente ancora l’eco del clamore del caso Aldrovandi.

Malatesta è un poliziotto anomalo. Emulatore e nostalgico di Starsky & Hutch, padre di un figlio che vive tutte le crisi identitarie che un diciottenne possa vivere, figlio di una madre che coltiva marijuana, ex marito di una donna che ha preferito i muscoli al fascino di un giacchetto in pelle. Poi, una notte, tre colpi di arma da fuoco e un cadavere ucciso per mano di chissà chi. I rossi? I neri? I Nar? Così iniziano le indagini che coinvolgono e travolgono l’ispettore Malatesta e il suo fedele braccio destro Appuntato. Piste che sembrano perdersi nel vuoto, omicidi che si susseguono. Ferrara riuscirà, almeno stavolta, a farsi giustizia?

Per scoprirlo non vi resta che leggere Nero Ferrarese di Lorenzo Mazzoni, edito da pessime idee. Un giallo d’ambientazione ferrarese la cui trama si sviluppa su un perfetto equilibrio tra la narrazione degli eventi – gli omicidi e la ricerca dei colpevoli – e la narrazione delle vicende personali del protagonista, l’ispettore Malatesta.

Non ci sono dei veri e propri colpi di scena e non aspettate di trovarvi davanti un delitto alla Agatha Christie. Nero Ferrarese è la descrizione di Ferrara, dei suoi ambienti, dei personaggi che la popolano, attraverso la messa in scena di un caso che permette all’autore di raccontare la città sotto aspetti e da punti di vista diversi.

Malatesta è il contrario dell’ispettore classico e il suo modo di portare avanti le indagini è decisamente fuori dal comune. Eppure, è proprio questo sue essere unico e anomalo che gli permette di allontanarsi dal sistema, di criticarlo e di prendersi la propria rivincita.

All’interno del romanzo la Storia sembra fare da sfondo alle vicende. Le vede passare, succedersi e ne è la cornice. In realtà, però, è anche lei un personaggio essenziale della vicenda. Tra le pagine di Nero Ferrarese si sente forte l’eco del caso Aldrovandi che ha sconvolto Ferrara e il cui peso continua a farsi sentire. Gli eventi storici e politici, anche se all’apparenza sembrano soltanto essere funzionale alla costruzione e allo svolgimento della trama, sono lì per ricordarci che il passato è qualcosa che non si cancella e di cui dobbiamo sempre avere memoria.

Immagine presa da: https://bit.ly/3dCUVtj

Rossi o neri? Fascisti o comunisti? Chi sono i veri colpevoli delle vicende che stanno sconvolgendo la città? Il romanzo di Mazzoni è anche questo: il ritratto di una società che ancora si nasconde, usa e crede nelle etichette, che fa differenze e allontana il diverso. È il ritratto della società nella quale viviamo ogni giorno è che, purtroppo non esiste soltanto nei romanzi.

Leggere Nero Ferrarese è come leggere un giallo raccontato attraverso le prime pagine dei giornali. Lo stile giornalistico dell’autore viene fuori anche nella scrittura del romanzo. Una prosa senza troppi giri di parole, chiara, ma efficace. I capitoli brevi sono sempre introdotti da una citazione e in qualche modo ci suggeriscono o rimandano a quanto sta per essere raccontato.

Malatesta è un ispettore sui generis, non si può negarlo, ma nonostante tutto non ci dispiacerebbe vederlo nuovamente in azione!

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