Il canto del Mistral – miti e leggende narrate nel vento

Se il lettore vuole capire veramente, deve risalire fino alla creazione del mondo. Non quella conosciuta da tutti, ma quella delle leggende locali, quella che viene raccontata ai bambini di qui per farli addormentare.

Inizia così, con parole che attingono al mito e indagano un passato lontanissimo, Il canto del Mistral, romanzo di esordio di Olivier Mak-Bouchard, pubblicato in Italia da Alter Ego con la traduzione di Camilla Diez.

Il mattino successivo a un violento temporale, un giovane uomo sente bussare alla porta della sua casa di campagna e, con grande sorpresa, si ritrova davanti un vecchio contadino. È il suo burbero vicino, il signor Sécaillat, che vuole mostrargli qualcosa. La violenta pioggia del giorno prima ha provocato il crollo di un muro a secco e, tra argilla e fango, emergono resti di un passato mitologico e magico.

Il canto del Mistral è una favola moderna immersa in un’ atmosfera di mistero e al centro, più che i due protagonisti, c’è la natura. La Provenza, più esattamente la valle del Luberon, è una terra aspra sulla quale soffia potente il Mistral. Su questo pezzo di terra, così riservato e a volte ostile all’uomo, i due protagonisti ricostruiscono grazie a un tuffo nel passato i miti e le leggende che vengono tramandate di generazione in generazione.

Se le leggende vengono raccontate per far sognare, per introdurre una parte di mistero in un mondo insipido, vengono raccontate anche per spiegare l’incomprensibile, per districare l’indistricabile

Passato presente e futuro si intrecciano in una narrazione che in alcuni momenti è quasi onirica. Il confine tra passato e presente spesso si infrange, così come quello tra realtà, sogno e leggenda. La donna calcarea, una figura che per anni è rimasta sepolta e dormiente sotto un terreno avaro di acqua, diventa l’anello di congiunzione per permettere al passato e al presente di incontrarsi, ma anche ai due protagonisti di diventare amici.

Proprio l’amicizia è il secondo filo conduttore del romanzo. Due uomini, così lontani in apparenza, si ritrovano ad essere l’uno il braccio destro dell’altro, stretti da un segreto che li unirà per sempre. Tra miti e leggende ə lettorə vengono trascinatə in un itinerario che esplora la cultura e le tradizioni provenzali. Luoghi, paesaggi, piatti tipici: la quotidianità si intreccia alle leggende e ai miti del passato. Tutto racconta una Provenza che è stata casa per l’autore e che ne rievoca i ricordi d’infanzia.

Il contatto con la natura e con il passato spingono i due protagonisti a indagare nella loro interiorità per riconnettersi con la propria storia personale e famigliare, ma anche con la storia della terra che abitano. Gli elementi della natura si trasformano in veri e proprio personaggi e assumono caratteristiche umane, come il soffio del Mistral, che diventa una voce forte e risonante che attraversa le epoche per risvegliare un senso di amore e di salvezza.

È il mio beniamino: l’ho chiamato Mistral. Volevate la magnificenza, e non sarete deluso: è un bambino pestifero, un delinquentello le cui raffiche possono superare i cento chilometri orari. Ha una personalità da scornare i buoi, e ne combina sempre di tutti i colori. Sarà adorato o detestato, ma sicuramente se ne ricorderanno tutti e lascerà il segno. Spoglierà la regione, la penetrerà fin nel corpo e le toglierà il cappello di nubi nei giorni di maltempo.

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