Strega - Johanne Lykke Holm

Strega | Johanne Lykke Holm

Strega è l’opera prima della scrittrice svedese Johanne Lykke Holm, classe 1987, ed è stato tradotto da Andrea Stringhetti per la pubblicazione nella collana Fuggitive di NNEditore. Il libro è arrivato nella cinquina finalista della decima edizione del Premio Strega Europeo

La protagonista di questa storia è Rafaela, diciannovenne lavoratrice stagionale presso l’hotel Olympic che è quasi una casa delle bambole spaventevole o una clinica psichiatrica a Strega sulle Alpi italiane nella monotonia della routine in un’atmosfera tra il surreale e il gotico. Rafa costruisce subito una complicità sororale con le compagne Alba, Gaia, Barbara, Cassie, Alexa, Bambi, Paula e Lorca.

«I nostri genitori si erano tanto illusi che i cambiamenti accaduti nel mondo non fossero permanenti. Non credevano in un futuro senza la brava donna e i suoi doveri. Volevano prepararci a una vita in cui avremmo accudito i bambini e la casa, in cui saremmo rimaste accanto a un uomo, non importava chi fosse, in cui le nostre mani avrebbero ripetuto gli stessi movimenti. (…) I nostri genitori si erano fatti l’idea che l’albergo si trovasse in un’altra epoca, che fosse davvero possibile mandarci lì, in un luogo in cui il tempo si era fermato, come se potessimo svignarcela dietro un sipario, dove l’alito malvagio della realtà non ci poteva raggiungere.»

– Strega, pagg. 33-34

Le giornate passano monotone senza arrivo di nessun ospite, compiendo i propri mestieri secondo rigidi schemi, subendo punizioni per sciocchezze, anche per mera malizia o divertimento. Come in una moderna fiaba gotica, il romanzo rivela un’oscura e perturbante allegoria della cultura patriarcale e dei sacrifici tramandati di generazione in generazione. Holm crea una narrazione suggestiva e sensuale che esplora la violenza insita nella vita delle giovani donne, evidenziando il coraggio necessario per rompere le catene della sottomissione e riconquistare la libertà. Il libro è un invito a chi desidera assaporare la luna, a chi sogna di liberare le ancelle della Repubblica di Gilead, a chi si siede sul davanzale della finestra in bilico tra le aspettative degli altri e la propria trasformazione in una vita colorata.

Nonostante la mancanza di figure stregonesche nell’hotel, il gruppo di ragazze si configura come una congrega, immergendosi in una realtà dove la scrittura sensoriale è il motore della narrazione: c’è grande attenzione a tutto ciò che le ragazze ascoltano, odorano, gustano, toccano e vedono. Tra le montagne, l’hotel diventa un rifugio dall’esterno, un luogo di protezione contro il male che perseguita le donne. La narrazione esplora la condizione femminile con un sublime gioco di oblio, dove le mani operose, il lavoro ripetitivo, le punizioni e l’amore si intrecciano senza preavviso o significato apparente.

La storia prende una svolta sconvolgente, rompendo l’incantesimo di sospensione in uno stato allucinatorio sulla scia di The Handmaid’s Tale, tra forme di sottomissione patriarcali o interiorizzate. Rafa combatte sola contro tutti alla ricerca di una bussola per la propria vita e una risposta sulla scomparsa di una delle ragazze. Oggi in particolare su tutti i canali media si parla del femminicidio di Giulia Cecchettin, il cui corpo martoriato con atrocità è stato finalmente ritrovato ieri. Leggere questo libro in questo week end in un paese in cui sono state uccise 102 donne da inizio anno, ci inquieta ma ci fa riflettere e agire su nuovi inizi e su liberazioni che possiamo sempre scegliere. Holm crea un’opera letteraria coinvolgente che invita i lettori a immergersi in una realtà magica e inquietante, esplorando il coraggio di spezzare le catene e cercare la propria libertà

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