Fu costretto a chiedere asilo ai suoi cugini newyorchesi benestanti, mentre tutta la sua famiglia viveva in un’indigenza sempre più tragica, che portò, peraltro, alla morte infantile di 6 figli dei dodici avuti. L’anno della svolta fu il suo cinquantesimo, quando dopo mille tentativi, aggiunse alla gomma un composito solforico ed uno a base di acido nitrico. Si precipitò, così, nella taverna più vicina ad annunciare la sua nuova trovata, e mentre agitava in aria la sua creazione, un pezzo di quella gomma evoluta gli volò via atterrando sulla piastra della stufa borbottante: risata generale degli avventori, ma, meraviglia delle meraviglie, la gomma non si sciolse ed anzi, si solidificò nei bordi, assumendo al centro un aspetto uniforme e semi-rigido simile al cuoio. Suo malgrado, Goodyear aveva appena perfezionato il primo processo di vulcanizzazione della gomma, attraverso il quale la stessa viene legata allo zolfo con il calore che ne modifica strutturalmente le caratteristiche.
Il momento era arrivato, e attraverso uno dei suoi parenti, produttore tessile, Goodyear brevettò e iniziò a produrre innumerevoli accessori in gomma per le arricciatissime camicie dandy che la moda imponeva in quegli anni. Era il 1852, e l’antitrust non esisteva, così, pochi mesi dopo, altri mille novelli Goodyear si improvvisarono produttori di gomma vulcanizzata, annullando i guadagni dei brevetti originari, cosa che portò il nostro Goodyear ad affrontare in veste di denunciante più di 30 processi contro i “pirati” del brevetto. La stessa cosa avvenne all’estero, quando l’inglese Thomas Hancock battezzò personalmente come “vulcanizzazione” il processo scoperto da Goodyear, e vide bene di registrare a proprio nome presso il tribunale inglese il relativo brevetto, la cui ricetta era giunta nel frattempo in Gran Bretagna.
Charles Goodyear morì nel 1860, con 200.000 dollari di debiti sulle spalle e, dall’altro lato, una quantità di royalties sulle sue invenzioni almeno sufficiente a non ridurre in povertà i suoi discendenti. Gli oggetti prodotti in gomma vulcanizzata nel frattempo si erano moltiplicati, dall’abbigliamento all’utensileria, fino a quando verso la fine dell’800 Frank Seiberling, un signore dell’Ohio proveniente da una famiglia di costruttori di rotaie, decise di buttarsi nel business della gomma per i primi trasporti stradali, intitolando la nascitura azienda al defunto inventore della vulcanizzazione. Fu così che nel 1898 venne fondata la Goodyear Tire and Rubber Company, in omaggio allo sfortunato, strampalato e quasi grottesco personaggio che con le sue convinzioni era diventato, all’ennesimo ossessionato tentativo, uno degli inventori più celebri e rivoluzionari dei suoi tempi.