Anatomia di un istante 19/25 giugno

Mondiali 2018, allo stadio Nižnij Novgorod si gioca Croazia – Argentina. È il momento degli inni. Un momento di raccoglimento, di orgoglio. I calciatori sono soliti cantare, o quanto meno gonfiarsi il petto, cercare di mettersi in contatto con il proprio popolo. Ma c’è un giocatore, il più atteso, che sta vivendo una crisi interiore. Quel giocatore è il capitano dell’Argentina, uno dei giocatori più forti del mondo e di sempre, che sta stentando insieme alla sua nazionale. Per l’ennesima volta. Quel giocatore è Leo Messi.

Russia 2018, almeno in queste prime fasi, si rivela come uno dei mondiali più sorprendenti di sempre. Moltissime big stanno stentando, alcune rischiano l’eliminazione dopo un avvio maldestro e prestazioni poco convincenti. È il caso del Brasile e della Germania, le due vere favorite del torneo. Ma soprattutto l’Argentina, vittima di una crisi mentale che non sembra avere fine. Pesano certamente le convocazioni sbagliate, i giocatori messi fuori ruolo, le formazioni ingiustificate. Pesa un ct che è stato commissariato dalla squadra, dai cosiddetti senatori, e un’atmosfera negativa intorno alla squadra. Ma pesa soprattutto la maledizione del suo simbolo, Leo Messi, costretto a dimostrare di essere il giocatore più forte del mondo, a vincere anche con la sua nazionale, lui che ha vinto (e tanto) soltanto con il Barcelona. Vittima di un confronto presente contro Cristiano Ronaldo, mai convincente come ora, e di un confronto eterno con il giocatore più forte di sempre, quello che per l’Argentina ha significato tanto, forse troppo: Diego Armando Maradona.

Si ringrazia Sport Mediaset per la foto

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