L’anno in cui imparai a raccontare storie – L’esordio di Lauren Wolk

L’anno in cui compii dodici anni, imparai a mentire. […] Era l’autunno del 1943 quando la mia vita, fino a quel momento stabile, prese a girare come una trottola, non soltanto perché la guerra aveva trascinato il mondo intero in una violenta rissa, ma anche per via della ragazza dal cuore malvagio che arrivò sulle nostre colline, cambiando tutto.

Uscito il 10 maggio 2018 nelle librerie italiane, L’anno in cui imparai a raccontare storie di Lauren Wolk, edito da Salani, fa già parlare di sé per la potenza della trama e per le sue tematiche.
Ci troviamo nella campagna statunitense del 1943, la seconda guerra mondiale è già cominciata e anche gli Stati Uniti d’America ne risentono. Annabelle, la protagonista, vive con i genitori, i due fratellini, i nonni materni e zia Lily nella fattoria appartenente alla sua famiglia da un secolo: «tre generazioni ammassate sotto lo stesso tetto dopo che la Grande depressione aveva costretto tutto il Paese a tirare la cinghia facendo della nostra fattoria il posto migliore in cui vivere».

La vita di Annabelle è abitudinaria, come narra lei stessa, a causa di giornate passate tra la scuola, la casa e i campi per dare una mano. Nonostante la guerra, la famiglia di Annabelle riesce a sostentarsi proprio grazie all’attività della fattoria e grazie a questa coesione familiare, la protagonista si dimostra buona, matura e tenace.

Quando ero più piccola, chiesi a mio nonno da dove venisse il nome di Wolf Hollow.
«Un tempo in quella conca scavavano delle fosse profonde per catturare i lupi» mi spiegò.

La tranquillità di Wolf Hollow, il paese di Annabelle, viene smossa dall’arrivo di Betty Glengarry, una ragazzina incorreggibile proveniente dalla città e spedita dai nonni per correggere il suo carattere. Fin dall’inizio, Betty si comporta male con tutti, ma sembra avere fatto di Annabelle il suo bersaglio preferito. La crede ricca, la esorta a portarle quello che ha, la minaccia di far del male ai suoi fratelli più piccoli, ma 9788869186806_0_0_0_75soprattutto la obbliga a non farne parola con nessuno. La protagonista, spaventata per i suoi fratelli, la asseconda cercando di non farsi sottomettere. Un po’ di sollievo arriva quando Betty trova un amico e un complice in Andy, un compagno di scuola. I due saltano la scuola, ma tramano alle spalle di Annabelle: si susseguono alcune incidenti che colpiscono prima Ruth, l’amica del cuore di Annabelle, e poi uno dei suoi fratelli. Lì Annabelle capisce di non poter più restare in silenzio, convinta della colpevolezza di Betty di cui, però, ne sottovaluta la furbizia. Betty, infatti, ribatte alle accuse puntando il dito contro Toby, un veterano di guerra che vive come un vagabondo in un vecchio affumicatoio: «molti erano intimoriti da Toby, quando lo vedevano camminare per i boschi e le valli con la sua lunga cerata nera e i suoi neri stivali, i suoi lunghi capelli neri e la barba, e i tre lunghi fucili sempre a tracolla sulla schiena. Non riuscivano a decifrare quell’uomo per lo più silenzioso che dalla mattina alla sera non sembrava mai smettere di camminare a testa bassa, avanzando a fatica, né più lento né più veloce del giorno prima». Un uomo che incute timore per il suo silenzio costante e per il suo aspetto, sporco, cupo. Per questo motivo tutti in paese credono alle accuse di Betty, tranne i familiari di Annabelle che, guarda caso, sono gli unici amici del vecchio soldato.

La trama si infittisce del tutto quando Betty scompare e Toby non si trova. La polizia locale e tutte le famiglie del posto, soprattutto quella di Betty, credono ovviamente che Toby abbia rapito Betty. L’unica a non seguire questa pista è Annabelle che confida nella bontà del soldato tanto da cominciare a dire bugie per potere indagare in santa pace e mettere insieme i tasselli per risolvere il mistero.

I motivi per apprezzare la lettura di questo romanzo sono molteplici: la forza della protagonista, la lotta al bullismo, la fiducia nel prossimo, le bugie dette a fin di bene, il confine labile tra il bene e il male. La trama ben costruita e la scorrevolezza della prosa rendono questa storia incredibilmente forte e realistica.

Un romanzo per ragazzi che dovrebbe essere letto da tutti, indipendentemente dall’età.

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