Anatomia di un istante 23/29 luglio

Uno sguardo sofferente, disperato, quello di Daisy Osakue. L’occhio gonfio, chiuso. Le lacrime che scendono copiose, l’espressione sorpresa verso qualcosa di inspiegabile, com’è inspiegabile sempre, o quasi sempre, la violenza. 

Il volto di Daisy è un volto ferito. Ferito da una botta ricevuta, la stessa che sentiamo anche noi, guardando la sua foto. Ma intanto, in ospedale, è dovuta andare lei. Lei che è una campionessa olimpica della nostra nazionale, cresciuta a Moncalieri, e che rischia di dover dare forfait agli Europei di atletica che si terranno a Berlino. Lei che tornando a casa ha ricevuto un uovo in faccia, tirato da sconosciuti che hanno accelerato verso di lei a bordo di una fiat Doblo e altrettanto velocemente sono scappati. Vigliacchi. Daisy ha riportato una abrasione alla cornea e dovrà essere operata per rimuovere un frammento di guscio di quel maledetto uovo.

Quello di Daisy è soltanto l’ultimo episodio di questa tremenda escalation di razzismo che stiamo vivendo. Che ci riporta a un passato buio, fatto di risposte facili com’è facile l’odio.

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