Sognando Elvis – Rock, ipocondria e imprevedibilità

Ho quarantacinque anni e sono come il mio passaporto: senza timbri. Siamo rimasti troppo tempo nel cassetto.

Un anno e mezzo fa avevo letto e scritto di Freezer, graphic novel di Veronica Carratello in arte Veci edito da Bao Publishing. Un fumetto che ho amato dal profondo per varie ragioni: i colori, i disegni, i paesaggi, ma anche la storia di una ragazzina con una famiglia un po’ stramba. Più di tutto avevo apprezzato la bravura di Veronica Carratello che, in Freezer, è riuscita a spiegare benissimo cosa significhi trovarsi nel limbo tra infanzia e adolescenza, con tutti i traumi e gli imbarazzi che questo comporta. La storia di Mina Robinson era caratterizzata da una profondità elevata e da una tenerezza che mi avevano commosso.

Quando Bao Publishing ha annunciato che avrebbe pubblicato un altro graphic novel dell’autrice, devo ammettere che sono stata molto felice e curiosa. Le mie aspettative non sono state deluse neanche questa volta perché Sognando Elvis è una storia così potente da generare riflessioni su sé stessi, sulle proprie paure, sul mondo in cui viviamo e sui rapporti interpersonali.

Stavolta il protagonista si chiama Carlo, ha più di quarant’anni e la sua vita mantiene sempre lo stesso ritmo. Le prime tavole lo fanno apparire noioso e prevedibile, ma anche triste e solo. È una persona fin troppo tranquilla e questo lo sa anche lui, ma la sua calma è tutt’altro che serena. Carlo è ipocondriaco: è per questo che gira con una borsa piena di medicinali e che non dà confidenza a nessuno, nemmeno ai suoi colleghi che lo prendono di mira e criticano, in parte ironicamente, in parte seriamente, la sua routine.

L’autrice sceglie di trattare un tema delicato, quello dell’ipocondria, trasposto benissimo attraverso le espressioni e i pensieri di Carlo. È una tematica importante perché ci trasporta in un mondo di cui abbiamo sempre letto, di cui abbiamo sentito parlare in radio o in tv, o che forse abbiamo vissuto con qualcuno o addirittura in prima persona. Questo fa sì che il lettore entri in forte empatia con il protagonista che, come si diceva prima, all’inizio appare insopportabile per questa sua metodicità. Il fatto è che non è per nulla facile convivere con la paura che qualunque cosa possa accadere sia negativa. La morte fa paura a tutti, ovvio, ma attraverso il filtro dell’ipocondria, tutto può spaventare. Un attraversamento pedonale, un sintomo, un rumore in piena notte.

MALEDETTA IPOCONDRIA! Come un arto in più, diventa il mio strumento di tortura… Mi immobilizza. Mi soffoca. Mi blocca. Mi priva della vita…

Carlo sa di non stare bene, eppure non sa come uscire da questa situazione. Forse solo quando ascolta la musica di Elvis Presley e canta le canzoni a squarciagola nel suo appartamento si sente libero e probabilmente sicuro di sé. La vita, però, è imprevedibile e può riservare diverse sorprese. Un giorno, Carlo sente alla radio che «da Sydney partirà l’Elvis Express, un treno pieno di 300 sosia di Elvis diretti a Parkes, nel nuovo Galles del Sud. Un evento imperdibile per celebrare il compleanno della rockstar che quest’anno avrebbe compiuto ottantatré anni».

Il protagonista pensa spesso a quest’evento, è consapevole che la sua voglia di andare va di pari passo con le sue paure e inizialmente abbandona l’idea fino a quando, una notte, accade qualcosa che lo spingerà a chiedere le ferie che non aveva mai preso, a preparare una valigia che non aveva mai usato e a comprare un travestimento da Elvis (parrucca inclusa) che non aveva mai indossato. Nonostante le preoccupazioni iniziali (ore del viaggio incluse), Carlo crede che questa sia un’opportunità di crescita e di cambiamento. Ad accompagnarlo in questo viaggio non sono soltanto le medicine. Incontra diverse persone, ognuna con la sua storia da raccontare, ma soprattutto viene guidato da una proiezione di Elvis, che ricorda molto il dantesco Virgilio.

Soltanto attraverso il viaggio Carlo potrà sperimentare le sue paure: si troverà in un altro continente, dovrà dormire all’aria aperta, adattarsi in una stanza con tante persone e molto altro. Fuori dalla sua gabbia e lontano dalla monotonia, il protagonista vivrà per la prima volta. E vivrà un’avventura incredibile che lo farà ricredere su tutto.

Sognando Elvis è un graphic novel divertente e, allo stesso tempo, serio; ironico, spassoso e, allo stesso tempo, meditativo. Soprattutto è una storia che porta alla riflessione e (perché no?) al cambiamento. Una lettura che sfida tutti noi a fare di più, a osare. E, in fondo, soltanto le migliori storie riescono a farlo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.