Incuriosita da tutto ciò, l’ho contattata e la ringrazio davvero per l’intervista. Se passate da Firenze, fateci un salto!
La vostra libreria ha inaugurato l’8 dicembre. A quasi due mesi dall’apertura, come sta andando?
Ci sembra passato tantissimo tempo, sono state settimane davvero molto frenetiche. Sono molto contenta di come la libreria e l’intero progetto è stato accolto, e non solo in città. Sono stati in tanti a venirci a trovare anche da fuori, quindi sono doppiamente contenta!
Come mai ha deciso di aprire una farmacia libresca/libreria farmaceutica?
L’idea è venuta dai lettori stessi: ho lavorato diversi anni in una libreria di catena e molto spesso i clienti mi chiedevano consigli sulla base del proprio stato emotivo, così ho pensato ‘perché non mettere già tutte queste informazioni in una sorta di bugiardino legato al libro?’. In questo modo ci si avvicina ai testi in modo diverso e con molte più informazioni a disposizione!
Ho visto che esiste una legenda farmacia e che i libri hanno una sorta di bugiardino. Quanto tempo ci è voluto per realizzare tutto questo? Quanto studio? E ha lavorato da sola o ha consultato qualcuno?
Per avviare tutto il progetto da un punto di vista ‘pratico’ diciamo cinque mesi. Per quanto riguarda il lavoro sui bugiardini con le relative cure ho scavato nella mia lunghissima esperienza di lettrice e poi mi sono fatta dare una mano da una psicologa soprattutto per i testi più delicati.
C’è una sorta di gioco dell’oca nella vostra libreria. Per ogni libro acquistato ne vengono suggeriti altri tre, da cercare tra gli scaffali. Come ha creato questa sorta di “algoritmo”?
Si tratta di un algoritmo personalissimo in cui ho cercato di abbinare tre testi alla volta sulla base del genere, autore e ambientazione. Così da scoprire sempre testi nuovi, ma affini, come un unico percorso.
Tra le malattie cosiddette letterarie, quella più famosa è il bovarismo che ha degli antecedenti in Don Chisciotte. Emma Bovary, per via delle sue letture, confonde realtà e finzione. Ma ultimamente, anche tra le pubblicazioni, si tende a cercare e trovare un potere benefico nei libri. Penso, per esempio, a Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno di Ella Berthoud e Susan Elderkin, edito da Sellerio. E voi avete fondato una libreria che ha come punto cardine la concezione di potere salvifico dei libri. Personalmente i libri sono stati per me da sempre una fonte di benessere e felicità. Cos’è cambiato secondo lei? E perché oggi si tende a restituire al libro e alle storie una sorta di “dignità”?
Io credo che il libro stia recuperando la sua dimensione di opera d’arte, dopo che per tanti anni è stato equiparato a una categoria merceologica. Invece adesso recupera la sua dignità. E finalmente!
Consigliereste ai nostri lettori un libro per le categorie Abbandono, Depressione, Solitudine?
Allora per l’Abbandono consiglierei la raccolta di poesie Milk and Honey di Rupi Kaur, dei versi forti e profondissimi che però aiutano a ricentrarsi su se stesse e accettarsi. La depressione è un argomento molto delicato e andrebbe sicuramente contestualizzata a un caso specifico, pensiamo più che altro a delle pillole conto la tristezza con il libro Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna. Per la solitudine propongo un italiano L’arte di essere fragili di Alessandro D’Avenia.
[Piccola Farmacia Letteraria la trovate sul sito ufficiale e su Facebook!]
1. https://www.firenzetoday.it/cronaca/librerie-apertura-piccola-farmacia-letteraria.html